Il tassista di night

Bang bang, succhiate!

Bang bang, succhiate!

Eclissi con occhiali da Sole, fosforescenti al blu in macchina senza Ray-Ban

Vivo la vita all’insegna, anche al neon, d’un turbinante jeans sfrenato, lacero in sgommate sfrenate e pimpanti, sgommo di Luna tiepida e incastro la mente nell’arco a 360 del volante, svoltando d’imprevedibilità disarmante. A molti sto antipatico, fa parte della mia carrozzeria la gelosia che sortisce maggior carburare forza. Più tormentano e più li scaravento, arroventandomi in clandestinità voraci della mia machine sensuale, su iridi sfamate di nuovi e più turgidi asfalti. Sfido le nebbie dei vostri peccati, amputo i dolori di questa generazione balorda, schizzo d’angosce lieve nell’incrociar malandrino cosce svenevoli, entro cui vengo con stile “violento” e faccia smargiassa d’avvenenza come il culo. “Tagliato con l’accetta”, strappo il vestito della (con)senziente e gravitiamo planetari nell’amabile onta ondulatoria delle accelerate intermezzate fra un orgasmo imbarazzante e altro spingere di più foga.

Lei piange di piacere, io spengo la sigaretta focosa nel suo “braciere”, poi smaltisco la cenere dello sperma in rilassato posacenere scacciapensieri. Lei, non ancor’appagata, nonostante il mio indubbio “lucidarla”, chiede allora un amplesso al diesel, grida al settimo cielo, aspira la mia pompa e l’innaffio di benzina. Si sa, se getti acqua la spegni, se “cali” la miccia, esplode.

Quindi, accendo la luce e la lascio masturbarsi, credo fosse una ninfomane. Di mio, ora m’aspetta un caffè laconico al motel dal nome “Fuck You”, famosa locanda ove troverò la mia vera amata. Cioè la multa per eccesso di velocità. Già, sterzai “tortuoso” nelle sue curve pericolose, mi segnalò alla stradale ma mi scopai la colonnella di buona gonna e “distintivo”.

Scusate, ho esagerato. Se v’è parsa una stronzata, no, non lo è. Sono state conclamate scopate. Di quelle che un giorno vi ricorderete. Vi conosco, brutti stronzi.

Nell’ambiente mi chiamano Prince, vesto giubbotto da meccanico con aquila a forma di tatuaggio ficcata nei tuoi occhi.

 
Firmato il Genius, Stefano Falotico

 

 

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