THE JACKAL, recensione

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Ebbene oggi, per il nostro consueto, speriamo apprezzato, appuntamento coi nostri Racconti di Cinema, abbiamo riesumato, anzi, per meglio e più correttamente dire, ripeschiamo dal cilindro delle nostre memorie cinefile il sottovalutato, sebbene, va ammesso, non eccelso e in molti suoi punti decisamente mediocre e convenzionale, The Jackal, firmato dal regista Michael Caton-Jones (Colpevole d’omicidio, Basic Instinct 2). The Jackal uscì sui grandi schermi mondiali nell’anno 1997 e dura circa due ore esatte, anzi, precisamente centoventiquattro minuti. Abbondanti ma adrenalinici, forse un po’ esagerati ma vigorosamente appassionanti, malgrado alcune lentezze e digressioni superflue per cui pensiamo bene che sarebbe stato più opportuno scorciarlo, giustappunto, nel suo prolisso minutaggio qua e là dispersivo ed eccessivo. Opus di chiaro entertainment senza troppe artistiche pretese, The Jackal, sebbene da molti, in maniera parzialmente erronea, assai approssimativa anche se non del tutto sbagliata, venga considerata un rifacimento, in toto, o remake che dir si voglia, ammodernata e agli anni novanta aggiornata con alcune inevitabili modifiche e variazioni tematiche, della pellicola del ‘73 di Fred Zinnemann, ciò non è propriamente vero. Anche se, ripetiamo, reputare l’opera di Michael Caton-Jones, in tale sede da noi brevemente disaminata, nei termini poc’anzi espressivi, non è neppure completamente scorretto. In quanto, attinge parecchio dalle atmosfere e dal tipo di narrazione mostrateci nel film di Zinnemann  (intitolata in originale, The Day of the Jackal e da noi tradotta ne Il giorno dello sciacallo, titolo invece, quest’ultimo, identico al romanzo originario di Frederick Forsyth), ma ci pare più pertinente definirla una nuova trasposizione, ovvero un diverso adattamento del libro appena citatovi, fra parentesi, del grande giornalista e scrittore, giallista, attivista ed aviatore nominatovi e suddetto. Per l’occasione, sceneggiato da Kenneth Ross & Chuck Pfarrer. Trama, che riporteremo sinteticamente, trascrivendola testualmente da IMDb. In quanto, ci pare giustamente ridotta all’osso e stavolta appropriata. Poiché, nella sua estrema brevità lapidaria, è perfettamente precisa e concisa. The Jackal, essendo un film pieno di colpi di scena, non necessita naturalmente di spoiler che potrebbero sciuparvi alcune sorprese e guastarvene, dunque, la visione:

Un combattente dell’I.R.A. imprigionato, viene liberato per aiutare a fermare un brutale assassino, apparentemente “senza volto”.

Tale combattente, aggiungiamo noi, si chiama Declan Mulqueen e ha il volto d’un Richard Gere piuttosto in forma, anche se, a prescindere dalla consueta allure e dall’indiscutibile charme intoccabile di Gere, è Bruce Willis, nei panni del killer che dà il titolo al film, cioè lo sciacallo, a dominare la scena, allettandoci col suo travestitismo e mostrando, in senso prettamente attoriale, al di là dei suoi continui cambi di look, una verve camaleontica decisamente notevole, divertita e autoironica.

Nel variegato cast internazionale, il grande e compianto Sidney Poitier, l’affascinante e sempre brava Diane Venora (Heat – La sfida), alias Valentina Koslova, J.K. Simmons (qui però, va detto, assai sprecato e, come si suol dire, mal utilizzato), un Jack Black, non ancora famoso, in un cammeo, anzi, per meglio dire, in una particina centrale (non vi sveleremo quale), Tess Harper come First Lady, e una luminosa, eternamente stupenda Mathilda May che graziosamente incarna Isabella (Il grido del gufo, magnifica e quasi sempre ignuda, indimenticabile come ragazza dello spazio di Space Vampires), per un film ad alto tasso spettacolare e con alcune buone scene d’azione, un discreto poliziesco hollywoodiano e mainstream, girato con buon piglio e ritmo da un diligente Caton-Jones al servizio d’una regia, forse non memorabile e senza particolari guizzi trascendentali, ma pulita e, se non impeccabile od esemplare, perlomeno secca ed efficace. Ottimo montaggio di Jim Clark e fotografia funzionale di un habitué di Caton-Jones e di Roland Emmerich (Stargate, Indipendence Day), cioè Karl Walter Lindenlaub. Come già detto e ivi ribadito, The Jackal, nonostante non sia certamente un grande film, ai tempi della sua uscita nelle sale, probabilmente, fu però troppo sottovalutato e la bassissima media recensoria del sito aggregatore metacritic.com, equivalente a un modestissimo 36% di pareri positivi, quindi per la maggior parte assai negativi, non gli rende giustizia.

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di Stefano Falotico

 

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