Tim Burton I am mine! Anche Hardy Tom!

Bau bau!

Bau bau!

 

Appartengo a una famiglia dinastica emancipata e trasgressiva, burtoniana, freakettante e allegramente superiore a quella dei “credenti” di Dio, leggasi tonti e ciechi creduloni di massa.

Sono un libertino come lo fu mio padre, prima d’incastrarsi in un lavoro “normale” sfiancante, lui era a sua volta come mio nonno, e mio nonno era come la nomea Falotico


Blade Runner: parcheggiai la macchina, vidi nel parchetto un porchetto con una fighetta di ottimo culo e riflettei… che non me filai per ficcarmela a tempo debito, temo che la mia (s)figa sia andata a puttane…, ora (me la) sparo…


Sconsiglio l’uso di psicofarmaci a tutti i maschi di caz’ sincero.
I farmaci, se presi in dosi massicce, allentano il “tiro”. Invece, ogni uccellino nostro deve rimanere tosto, teso, arzillo, gioviale e mai moscio, come è giusto che sia. Altrimenti, oltre al cervello spappolato, ne van anche di mezzo le palle. Mi “spiego” meglio…
 
E sullo scellerato s’abbatté una tempesta violenta, rosseggiante di pari potenza a sua crudeltà spezzata d’acutezza mandibolare e, ardendolo, schiattò in urla eterne!

Secondo Kevin Costner de Gli intoccabili, esiste anche una parte di mondo che pensa a quale carta da parati scegliere perché l’arredamento della casa s’intoni con la femminilità di chi vive nel nido domestico, lontano dalla violenza.
Questo mondo si chiama donna.
Non nascondo d’essere spesso e volentieri misogino, perché invece adoro la rudezza mascolina, la forza muscolare irreprimibile, lo scalciante furore dell’ormone di nome testosterone, frenetico, schiumoso, rabbioso a ledersi anche masochistico in mille ferini mutamenti a misura d’un Tom Hardy, rimanendo in tema cinefilo.
Uno da cui onestamente mi farei succhiare l’uccello, poi ingranando assieme, su musica rock da sballo e sbellicandocene di matte risate, la marcia d’un nostro viaggio spericolato lungo le praterie sconfinate della grande America, fermandoci semmai a un motel scalcinato, di quelli atmosfericamente soporiferi, leccanti il tuo odore maschio da permeare con una figa da fottere senza mancia ma di champagne a cinque “stalloni”.
Poi, dandole in due una sberla da quattro palle e spedirla a calci in culo giù dalle scale per cenar a mezzanotte e dintorni con quel troione moscio del portiere, angosciato dai debiti d’uno strozzino dai calzini bucati e afflitto da una moglie castratrice, “esigente”… il “birillo” del commendatore “amante” durante le sue uscite “rosa-shopping” di bugie dalla puzza fetidamente cornuta.
Sì, sono uno stronzo, lo sono sempre stato. Mi ricordo che, quand’ero infante io, ti obbligavano al catechismo.
Io imparavo, purtroppo, a memoria quell’ecumenico indottrinamento falso da “Baci e abbracci, scambiamoci il segno di pace, auguri e figli femmine”. Come? Se mai ingraviderò una per cattivo profilattico, il che potrebbe succedere visto il mio prepuzio incontenibile, mai sia dovesse la sciagurata, da me bombata, partorire una disgrazia d’estrogeni.
Ah, il desiderio troppo ardente può, alle volte, combinar pastrocchi. Il pasticcio si chiama donna.
Le donne, non me vogliano, anche se so che il mio vogliono, da una certa età in poi son solo delle rompicazzo della Madonna. Almeno, la vergine santissima fu inseminata dall’Arcangelo, ambasciatore che portò il pene di Cristo incarnato sulla “missionaria” intergalattica del Dio porcello, uno che creò l’uomo per mangiarselo di mela… luciferina.
Le donne stan sempre a sbraitare, poi “ficcano” nell’autoradio il CD di qualche cantantucolo “dolcificante”, e si consolano con diete a base di acide… insalate, azzuffandosi con pollastrelle dello stes(s)o sesso, spesso bianche mozzarelle ad abbronzarsi nella stagione “calda” e bella.
Da me, riceveranno solo il pedalò e giusto un po’ di acquolina in bocca sapor salsedine, cioè il “gusto” liquido, “alla(r)gante” dell’inabissarlo su “galleggiante” avanti-dietro, basta che sia gonfiato dentro, d’un profondo schizzar felice e contento.
Ah, molti cosiddetti… pseudo uomini della minchia son invero più femmine delle (co)deste. Ah, le donne s’alzan all’ora del gallo e poi ciucciano il suo cedrone di limoni a innalzarlo. Ma molti uomini son uguali ipocriti, con poco in mezzo, eccezion fatta per la cagarella.
Ho visto “dichiarati” metallari sublimare la loro impotenza, idolatrando i giubbotti in pelle di pallose “chitarrine”, poi spaventati da un tailleur profumo “gonna di velluto”, aspirando quindi l’ennesima inculata con del plettro “soft” da festival di Sanremo. In poche parole, dei coglioni. Tosti quanto le lor facce di cuoio, oserei dire (che) “culo”…
Tutta carne e niente arrosto, tranne sempre i medesimi fatti a frittelle.
Ho visto leccaculo scrivere recensioni cinematografiche, fingendo di amare David Cronenberg e poi fidanzarsi con una da Moccia, ridotti a scaccolarsi col mocio Vileda.
Altri (s)tirati da Rowenta, l’elettrodomestico per chi non s’accontenta? No, devono accontentarsi e non godere, scopando a terra le briciole.
Ciao!

  1. Dark Shadows (2012)
  2. Ed Wood (1995)
  3. La fabbrica di cioccolato (2005)
  4. Cose nostre – Malavita (2013)
  5. Locke (2013)
  6. Bronson (2009)
  7. Homeboy. Ragazzo di famiglia (1988)
 

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