La “grande bellezza” degli italiani, popolo di poeti, santi, navigatori, sì, a chiacchiere ché son tutti buoni a parlare e ad applaudire

Sì, passeggio sconsolato, cari miei altissimi italiani. E della mia malinconia ne vado di qua e di là, alla facciaccia vostra!

Sì, passeggio sconsolato, cari miei altissimi italiani. E della mia malinconia ne vado di qua e di là, alla facciaccia vostra!

di Stefano Falotico

La grande bellezza: rido gioiosamente delle vostre amarezze da italiani violenti, chiassosi e volgari, immutabili decadenti affaccendati nelle solite lotte piccine da spettatori passivi… della vita

Sì, è ora di dirsi la verità. L’Italia è il peggio del peggio. Sin da piccoli, tutti educati al catechismo giudeo-cristiano, la DC, l’abc delle s(c)uolette, abbindolati da una televisione di magna magna, col Berlusconi che v’ha inculato con la vostra ammissione di esservi piegati, coscienziosamente, ed è reato di casta proletaria enorme proprio perché non s’è mai ribellata ma attivamente gli ha consesso ogni libera, porca vanità, vi addito, sì, flaccidi servi di casta pronti a succhiare dai “varietà” un tanto a cosce, tette, caviglie su tacchi “altisonanti” dei vostri o(r)moni da maschietti fustigati, frustrati, presi per il popò con anche l’invenzione della parola “sfottò”, “coniata” da quel gran Kimbo del Pippo Baudo, uno che ha leccato Andreotti per piazzarsi in “Radio Televisione Italiana” e poi non ha potuto invitare al “suo” Sanremo, oggi ereditato dall’altro lacchè del Fabio Fazio dopo Frizzi Fabrizio e Clerici “seno de mamma” Antonella quant’è bel’ u’ balcon’ dei miei stivali…, sì, non ha potuto far partecipare al carrozzone delle canzonette da mezze calzette quella Ricciarelli “lirica” solo a urlar come un’indemoniata nei film di quell’altro morto di fame di Pupi Avati, un emulo patetico di Fellini, che già di suo era un medio omuncolo della Romagna sempre ripiegata nel prosciutto pseudo malinconico alla “bonazza” d’Amarcord con cartolina di Fontana di Trevi e Anitona da rigatoni romani ammiccante il Mastroianni più floscio del suo solito noto nazional-popolare. Vai, partigiano!

Ieri sera, ho assistito all’ennesimo atto di medietà conformista, irriducibile delle vostre teste di cazzo.

La grande bellezza vince l’Oscar e tutti si piazzano su Canale 5 a “godersi” la statuetta che fa “onore(vole)” al vanto italiota, all’orgoglio patriottico da quattro soldi. Sì, perché quando c’è da portare in alto il nostro “casato”, ecco che allora diventate esterofili della peggior stirpe, siete una specie inestinguibile di persone “speciali” alla Battiato, un altro cantantucolo che con quattro citazioni di Storia ficcate fra una “scrofa” e l’altra depressa, che si riconosce d’empatia “metafisica” nei momenti di pausa digestiva tra un caffettino del distributore automatico e una vita sempre in fotocopie d’abitudinario mobbing del padrone inculatore, v’ha pigliato in quel posto. Il mondo è grigio, il mondo è blu, come vi prendo per il cul’, cari cu(cu)li!

Sì, vi meritate le prime tv su Canale 5. Perché tu, donnetta fascista d’asilo nido, pedagoga per bambini che già ebetizzerai nell’uniformali al futuro però porcile da Altare della Patria, vai in brodo di giuggiole a “contemplare”. Sì, contempla questa minchia, signor tenente, puttana! Tanto non cambi tu, non cambia tu’ marito, un figlio di mignotta come pochi, ché ti tradisce un tanto a botta con la ciucciante prostituta della complanare di Roma e poi si fregia d’esser “nobile” signore con tanto di laurea schiaffata in faccia a chi umilia, sfrutta dall’alto, eh si capisce, del titolo di “studio”. Sì, quella stanza arredata di mogano, da finto monaco per celarsi nell’apparenza che inganna. E tracanna, volendo sbattere in manicomio i ragazzi, compreso suo figlio, che educa a castrazioni chimiche di farmaci, se si fan le canne!

Bravo lui, che guadagna sulle (s)palle degli altri, se la tira da “esimio”, e chi può toccarlo con tutti i fruscianti dollaroni che esibisce per pisciar in faccia a tutti, lui sì che mangia vivo…, e poi va a “rilassarsi” col cinepanettone ove De Sica balla a Cortina nel rione internazionale della nostra Italietta da esportazione, da Grande Fratello ove la buzzicona espone al “ludico” macello le sue cosciotte da polla arrosto perché spera, grazie all’audience, che la sua “marcia” per il s(ucc)esso da figa, sai che roba scaduta, sia cool e non s’inflazioni in una vita “paciosamente” domestica come le altre burattine burine delle sue colleghe. Lei sì che l’ha fatta, sfattissima, praticamente una “mollica” fra le gambe, dandola a destra e a manca, eh sì, basta che così tutti se li magni. E vai di vinello fra i tinelli di chi comanda il palinsesto! Sai che vanto quando la sventola come la nuova Flavia Vento de vo’ altri.

A idolatrare Marion Cotillard col cotton fioc fra le mutande perché tanto una così la vedete col binocolo dei sogn(ator)i e buonanotte ché siete tipi, certo, da ruggine e ossa. Comunisti con tanto di russe… sì, le emigrate dalla Siberia per riscaldarvi dall’esistenza piegata da impiegati con necessità, una volta ogni tanto, di sfogarvi.

Sì, non vi sopporto tutti quanti. E quell’altro? Corrado Guzzanti! Avevo ragione io quando, nel lontano 1994, già faceva il ganzo al Palazzo dei Congressi di Bologna e stropicciava il pubblico pagante-imboccato di cazzatelle pseudo polemiche al camaleontismo che, in confronto al Frankenstein deniriano di Branagh proprio di quell’anno, ha da spartire la sua faccia da mortadellone di bruttezza ipocrita camuffata d’intellettualismo colto… da me in flagrante.

Sì, e quell’altra meridionalozza con tutti i CD del Blasco, che ha “frequentato” il Copernico, soprattutto nei bagni umidissimi, a rotazione solare, ah ah, della sua gattina “timida” in calore da “morta” all’uccellin del “compagnone” da “ribelli” di polpette alla pummarola, che fine ha fatto se non sposarsi con uno che “tiene la f(at)ica” e scoreggia il suo “lavoratore duro” da chi se l’è fatto per star sul cucuzzolo della montagna nel grassoccio che cola nell’olio di Ricino? Ti vedo giù, stammi su, che forza che hai! Che uomo!

Tanto, un’altra estate a Riccione, e dai, dai, metti su nello stereo gli 883. Sì, siamo degli “adulti” tosti ma qualche volta vogliamo regredire al “giovanilismo” da merendine e Nutella. Praticamente sempre.

Poi, se danno Sorrentino, miglior film “straniero”, straniero degli Stati Uniti che continuano a farsi i pompini a vicenda, discriminando già nelle “premiazioni” le categorie, allora sì che siamo “fieri” di essere italiani!

E allora che sia un Fu Mattia Pascal.

Perché Pirandello aveva ragione e vi meritate uno, nessuno, centomila da triste eppur “dolce” Gambardella!

E vi meritate il calmo rimpiangere!

Sapete che vi dico?

Ve lo ricordate Verdone di Bianco, Rosso e Verdone, appunto?

Dovete andar a pigliarvelo tutti quanti…? No, tutti e tre i suoi personaggi vi rispecchiano.

E dalle vostre macchiette non vi pulirà neppure la rumena a “balia” dei vostri mal di fegato, ché ha però la macchia pezzata. E attizza.

Sì, la monnezza.

Oh, sulla 7 danno proprio lui. Ma come è simpatica quella merda. Vero poliziottesco tarantiniano. Eh, si capisce.

Non cambierete, non è cambiato nulla. Idioti eravate ai tempi di Mussolini e idioti siete oggi emancipati un tanto a musetti.

 

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