Aspettando Maps to the Stars, The Dead Zone in memoria(m) di Ayrton Senna

 Io sono la morte.

Hai voluto la bicicletta?

Hai voluto la bicicletta?

Maggio 2014: la domenica mi trasmette un senso d’insopprimibile tristezza e vagheggiamento nostalgico ma, in questo mese, esce Cronenberg e morì vent’anni fa Ayrton Senna, The Dead Zone

 

Decalogo 11: mai accelerare di troppe ambizioni, (s)voltando potresti bruciarti…

 

Non molti credono a questa mia storia, sì, “assassinai” di morte “trasmessa” Ayrton, iridato campione brasiliano, schiantatosi contro una curva “mozzafiato” di Imola, ben più “impattante” delle Escort che si scopava da “campione”.

Sì, correva l’anno, è il caso di dirlo, 2004. All’epoca, essendo io un “classe 1979”, mi ricordo questo. E ve lo voglio narrare in ogni (det)taglio, avvertendovi però che i vostri stomaci devon esser “rinforzati” di “paraurti” in caso di troppo spingere mio sul vostro fegato molle. Sapete, io vado a mille, senza sprezzo del pericolo pur stando “in folle”. E, quando sei fuori da ogni carreggiata, puoi sorpassare tutti, sbandando a tuo rischio e pericolo, tanto sei già arso vivo dalla nascita per predestinazione genetica ché, crescendo, la gente “normale”, quella bardata sempre dalle cinture di sicurezza del “vai piano e vai sano e lontano”, non farà altro che evitar di passeggiare con te, in quanto predilige(rà) la via retta, tanto dritta che sarà una morte in diretta… di vitarella. Sì, arrivati ai trenta, quasi tutti s’iscrivono a un partito radicale per “fomentare” la lor “caduta libera” di “radicali” su capelli giù (s)tinti e passeggino con prole a carico e moglie da “innaffiare” di “acqua piovana” domenicale, portandola a spasso uggiosamente per farla rilassare, dato che durante la settimana hanno altro da “fare”, cioè adocchiare le colleghe occhialute e sognare “erotismi” proibiti “nobili” quanto ritirar lo stipendio di ti(mb)rato cartellino, con annesso quello rosso in caso di espulsione-pressing del direttore spacca-menischi di “fair play lecito”, non soddisfatto del “tornaconto” delle gare a pingpong fra un caffettino e uno “zuccherino” di parole crociate su immaginar di “scrollarlo-scrosciarlo” alla segretaria scosciata.

Ecco, all’epoca ancora bazzicavo una compagnia “residua” dai miei compagni di b(r)anco delle medie, ma già, se non rammento male, avevo (s)voltato. Dopo essermi iscritto al liceo scientifico Sabin succursale, nauseato già da quei miei coetanei frivoli e classisti, boriosi e porcelleschi, come esige la tradizione “perbenista” della città “universitaria” per antonomasia, m’ero di malavoglia iscritto al “parimenti legalizzato” Manzoni, una scuola privata ove m’avrebbero insegnato a mollare (del) tutto.

Ma torniamo a noi, non perdiamoci in falotiche fandonie. Ecco, mi sa che fosse un sabato, sì, su questo non ci piove… mi trovavo al bowling assieme ad alcuni miei ex “amici” delle medie. Ma sarebbero piovute lacrime amarissime.

Non sono mai stato un pa(r)tito della Formula Uno, anzi, oggi posso ammettere, anche “onorato” da questo mio “omicidio”, che chi guida spericolato, per far soldi sulle (s)palle degl’ignari deficienti poveretti che li “acclamano” a bandiere alzate quanto le loro falci e martello poi di lamenti comunisti, da me viene comunemente scomunicato.

Non mi credete?

Ebbene, all’epoca, come ogni “fringuello” puberale-primo adolescenziale “allegro-pen(s)ante” per la fighella bella e da “flipper”, avevo una cotta per una tale Tiziana. Già uno dei primi sba(di)gli colossali.

Oggi, scopro che ha avuto un figlio da un mio amico delle elementari. Povero mio amico, come ti sei fatto “infinocchiare” solo per del pelo biondo. L’hai voluta sposare e ora non incazzarti se devi pagarle gli alimenti e dovete (man)tenervi un figlio che, a giudicare dalle vostre foto “esibite” su Facebook, mi sembra già “indirizzato” alla demenza. Mah, forse esagero io, che soffro di “malocchio”. Ma gli occhi di questo neonato mi sembran già posizionati sullo strabismo schizofrenico per una sua (r)esistenza che si preannuncia “spensierata” di prese per il culo devastanti.

Comunque, ‘sta puttana, sì, lo è e dovevo già capirlo a quei tempi, nota che finisco i soldi giocando a uno “sparatutto”, ispirato a Terminator, e mi ridacchia in faccia “Stefano, game over, la scritta che ti perseguiterà per tutta la vita”.

Accuso il colpo, ammutolisco tutta la compagnia.

– Bene, domani guarderete Senna che vorrà “vendicarsi” della morte sfigata di Ratzenberger?

Ok, ci sto. Domani notte, non telefonate a casa mia per darmi del mostro e della fata Morgana.

Alla stessa curva ove è morto Roland, il nostro Ayrton creperà allo stesso modo. Alla faccia sua e delle sue “solidarietà”.

Il giorno dopo, la domenica della “sciagura” avveratasi, mi trovavo a Prato da mio cugino.

Stavamo giocando nella sua cameretta sempre a un videogioco.

A un certo punto, bussa alla porta mio zio e ci sussurra che è molto triste…

Mio zio non amava la Formula Uno ma comunque seguiva questi “eventi”.

Sì, era stata appena data la notizia che Ayrton Senna era stato trasportato d’urgenza, in elicottero, al Maggiore di Bologna…

Neanche il tempo di giungere a destinazione e diedero il “triste” annuncio.

Io ascoltai la sua morte in radio mentre stavo rincasando a Bologna, appunto.

Da allora, nessuno mi ha più voluto vedere…

La verità? No, non sono un veggente né ho o avevo poteri paranormali. Diciamo che il mio “sfogo” si tradusse in quella brutta “premonizione” e fui etichettato come “mostro”.

Sarà che a me è sempre piaciuto l’episodio con Totò da “La patente” di Pirandello.

Che volete farci?

Chi la fa, da me l’aspetti.

Sono u’ iettator’.

 

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