Al Pacino dice no ai pisellini, egli è come Pasolini! Buon sonnellino, miei falsi f(i)orellini!

Amo il monnezza! E cammino fra la spazzatura, odiando la feccia! Dammi della femminuccia e ti aprirò il deretano!

Amo il monnezza! E cammino fra la spazzatura, odiando la feccia! Dammi della femminuccia e ti aprirò il deretano! Poi, andrò a prepararmi delle (mal)sane fettuccine. Buone.

Firmato Al Pacino, cioè Stefano Falotico

Le profezie di Pasolini, purtroppo, dico purtroppo, si sono sciaguratamente avverate… vi avvisò ma non l’ascoltaste e la cattiva coscienza l’ammazzò impunemente

Impugno la mia bandana da scritti corsari e, sguinzagliandola, non tengo a freno il “laccio emostatico” della sanguigna frenesia che, nei suoi stremati filamenti, recide la mia giugulare solo per tagliarla di piccole ragadi rabbiose, giustamente sacrali a radici amniotiche della mia pretesa, combattuta diversità temuta. Per quanto s’affannarono a volermi cambiare, mutare non posso ed è un mio volere potere ma non volere. Invertendo il detto stupido “Voglio ma non posso”. Perché vivo da sempre a modo mio e chi rompe sarà (cor)rotto più di quanto si ruppe. Chiaro, invertiti? Non provare a corrompermi, faccia da stronzo.

Quando ha avuto inizio tutto questo? (Righteous Kill)

Cito il film Sfida senza regole di Jon Avnet, non a caso. Che poi sia brutto come i “critici” l’annacquarono di superficiale ottica da miopi-tonti-topolini, è forse colpa della sua estetica registica da videoclip, in tal “tema” affiliata, sì, ed è un peccato riprovevole, alle modaiole esigenze di massa. Ma Al Pacino si ribella dal suo codice “morale” ed inizierà una taciuta e poi confessata guerra tutta personale, per il puro gusto appunto duellante nei confronti di una società cinica, omertosa, più cattiva dei “criminali” che blocca, ché poi sterza nelle chiacchiere al bar, ove c’è sempre un uomo, come me, che trangugia soffice e (ri)posato caffè “triste”, accavallando le gambe nel fumarsela di tutto (retro)gusto, tetro per voi, per me più alcolico dei vostri “bei” balli euforici di ‘sto paio di palle, da voi sempre esibite da tor(n)i (in)dotti a causa delle balle che di frivolezza stantia vi raccontate. Ah, che puzza questo acquedotto! Va spurgato e nessun Purgatorio come sconto! Un giorno, miei (I)cari, si tira a campare, bevendo il Campari, domani camperete sulle (s)palle di un altro, porgendogli un finto “(mal)occhio” caritatevole a dissimulare che, invero, nutrite orrore nei confronti di ciò che non capite e a cui “offrite da bere” la “colazione dei campioni”. Fottetevela e mangiatela alla sveltina…, avete sempre scopato così, con l’anima dei porci.

Ciao, sono Rooster, della squadra omicidi. Sono un eremita mascherato da poliziotto, volpe, lupo ma attento lupetto dei miei stivali, da italiota qualunquista qual sei a (non) quagliare, e al contempo vivo da “coglione” alla facciaccia bruttissima vostra, un cagone come pochi che vuol sol mangiarsi la pagnotta senza rotture di cazzo di fighi e figotte, preparo la mia pasta al sugo di tutto “pugno”, insaporendola, lontano dalle vostre rancide ricotte, con la mia voce arrochita da splendido farabutto, filibustiere che però si tien superbamente fuori dalle vostre stolte competizioni. Se vuoi (in)castrarmi nei tuoi giochetti (a)sociali, ti pianto una pallottola in mezzo ai tuoi (quattr’)occhi, così, da “avvenente” con lo strabismo di Venere, tanto apprezzato dalle tue cretine ragazzette sbavanti per il tuo cazzetto, oh mio cazzone, imparerai la lezione di Saturno che divorò proprio te, figlio di puttana. Un foro e poi potrai scrivere, dall’Inferno-“forum” in cui t’ho spedito senza ricevuta di ritorno, le memorie dall’aldilà dell’averti dato un sonoro e a me “sereno” calcio volante in culo. Sì, facci un grande post(eriore), trombone! A mio (im)modesto parere, me la faccio piacere come sempre mi parrà, anche sacrificandomi per un gesto ultimo perché adoro i kamikaze.

No, parliamone di questa società. Tentò di spedire in manicomio le persone che volevano farsi un quintale di cazzi loro perché, moralisti-giudeocristiani di merda, non amano chi si fa le seghe, soprattutto se sono mentali, vi leggono in ques(i)to delle “allarmanti”, ah si capisce, “pericolosità” da probabili “pervertiti”. Ci chiamano alienati. Di nostro, fu uno sbaglio esser qua, in tal mondaccio, nati. Ma contro di me non si dovevano (o)mettere di bugiette, volendomi sedare con farmaci e bugiardini. Tacciono ancora il crimine e, in cuor loro, arido e putrefatto, s’augurano che mi spari il prima possibile, così li lascerò girare a piede libero e potranno, “tutti insieme appassionatamente”, condannare alla Passione un altro “povero” Cristo.

Con me non attaccò, sono io che li attacco alle loro responsabilità. In ciò mi distinguo da Gesù. I perdoni tardivi non hanno scampo, miei ladroni!

Nella mia vita da “peccatore”, concepito di loro non voler ostinatamente concepire come voglio vivere, vidi innumerevoli troie assolut(ist)e. Ed è tutta lor (s)fottuta salute! Buonanotte, mignotte!

Donnette sicule laureatesi solo per pararsi la panza, sposate a mariti da soggiogare peggio dei ragazzi che (dis)istruiscono in scuole di “ragioneria” come le Rosa Luxemburg di Bologna e “(af)fini” istituti da macellai di coscienze da insals(icci)are di patatine gnocche fritte e hamburger da bavosi, assediandole con le loro didattiche lezioncine da ex frigide con la montata… lattea da mule ora “adulte”. Eh sì, masticando i cracker sotto la lavagna, stuprando di gastriche lavande le meglio gioventù allo “scopo” ché tutti scopino da “perbenisti” bastardi coperti dal titoletto di studio da paraculi come lor “insegnano”, riscuotono lo stipendino e la tredicesima. Ma con me non fecero 13. Sono nato di Venerdì 17, porto “sfiga” a tali figaccie scriteriate. Sono delle feci.
E io ancora glielo faccio, mio fecciume!

Allora, preferirò sempre dire la verità, anche quando dico le bugie.

Mi chiamano Tenente Colonnello Frank Slade e questa cicatrice che vedi sul mio volto è il fregio di tutti gli “sfregiati”.

Dove cazzo vai? (Scarface)

Andate in tormento, questo è il mio Teorema, offerto in sacrificio ai vostri orifizi.

 

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