Auguri di compleanno a Johnny Depp, che varca l’incredibile soglia dei 51 anni (?)

di Stefano Falotico

Rifletto che voi invecchiate e io no, cari animali impagliati

Rifletto che voi invecchiate e io no, cari animali impagliati

 

Sì, costui credo sia l’incarnazione del Faust di Goethe.

Balza all’occhio l’impossibilità della sua età anagrafica. Cinquantuno anni così “indossati”, be’, posso firmare per ottenere la sua “pelle?”.

Com’è possibile? Dio mio, che razza di perfetto Peter Pan ha creato sua madre (natura).

Tutti invecchiano, chi più chi meno. Una sorte ingrata che “sfigura” lentamente il viso, appaiono così inevitabilmente le rughe, il corpo imbolsisce, la stanchezza crepita nelle iridi d’occhi appisolati nel mesto ma inesorabile trascorrere pigro e triste del tempo purtroppo invincibile.

Invece, Depp, nato nel Kentucky il 9 Giugno del 1963, con all’attivo una pluripremiata e trentennale carriera alle spalle, sembra un mio coetaneo. E qui c’è d’aver piacevole, impressionante paura. Sobbalzo!

Un ritratto vivo e vegeto, prolifico di celluloide, alla Dorian Gray, senza cellulite, ancor magrissimo, con due peli di barba appena, a renderlo virilmente riconoscibile. Altrimenti, avremmo il sospetto di trovarci dinanzi a un imbroglione della sua carta d’identità.

Sì, con il pizzo alla Dean Corso de La Nona porta, Depp vagamente ci ricorda la sua effettiva età. Ma, sbarbato, urliamo di “terrore”.

No, siamo di fronte a un uomo che ha pattuito un contratto inestimabile per preservare la sua intatta giovinezza. Un uomo che sa abbinare, fra l’altro, al carisma sensuale… una classe eccezionale, una bravura da farci impallidire molto più della sua carnagione ceruleissima da La fabbrica di cioccolato.

Sì, resto basito, quasi perplesso. Un uomo che si fa il mazzo sul set e quindi qualche colpo alla sua bellezza dovrebbe accusare e invece, oltre che rimanere immutabile, sempre più elegantemente recita d’asciutto sguardo penetrante, ammaliandoci nel gioco delle sue palpebre dall’accigliato suo ammiccare vanesio ma con perfetto, armonioso bilanciamento del concupente malandrino che sa esser “effeminato”, mantenendosi maschio puro. Però! Capperi! Che figo/a!

Che levigatezza, che occhi, che splendida lor nerezza. Che romantico da gran tenerezze eppur bastardello in tanti ruoli da “gaglioffo”, da saltimbanco, da freak burtoniano, da gangster (in)verosimile.

Sono etero, credo anche tutto inte(g)ro. Eppur stringo la mano ad Amber Heard e le sussurro “Che culo che hai”.

Inteso in senso “doppio” come Depp, bello e impossibile, e come il suo didietro sfacciato.

Ah ah!

 

Sono Depp, detto Peter Pan

Sono Depp, detto Peter Pan

 

Ah, beata gioventù.

Ah, beata gioventù.

 

 

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