I GIORNI DEL CIELO – LA POETICA DI MALICK INIZIA A SBOCCIARE
di Simone Martinelli
La mia prima esperienza con il regista risale nel 2011. Decisi di andare da solo a vedere uno dei film che più di tutti mi ha cambiato il modo di vedere la vita e le sue sfumature. Ebbene sì perché Tree Of Life è una pellicola che merita di essere vista, approfondita e vissuta. Per non parlare del capolavoro del regista Malick, ovvero La sottile linea rossa. Una preghiera assolutamente meravigliosa che ha cambiato il modo di vedere la guerra a moltissime persone.
Ma il film di cui voglio parlarvi oggi è un altro.
Siamo alla seconda pellicola del regista.
Dopo La rabbia giovane, un cult per tutti i cinefili, il regista scrive e dirige una storia che parla d’amore e delle conseguenze che ne possono derivare.
La trama è la seguente:
Bill, un operaio costretto a fuggire da Chicago per una lite con il padrone, si dirige verso i campi del Midwest insieme alla giovane amica Abby e alla sorellina Linda. Trovato lavoro presso l’immensa fattoria del giovane Chuck, Bill e Abby notano l’interessamento del padrone per la ragazza che, tra l’altro, si è fatta passare per sorella di Bill. Per pura casualità, Bill viene a sapere che il ricco rivale è condannato a sicura e rapida morte da male incurabile e per questo spinge Abby ad accettarne l’offerta di matrimonio. L’avvenimento permette a Bill e a Linda di stabilirsi nella casa di Chuck a stagione finita, assaporando i piaceri della ricchezza. Tuttavia, quando Bill s’accorge che Abby si sta innamorando del marito, tenta di riconquistarla.
La pellicola è ricca di dettagli che ben presto formeranno a tutti gli effetti lo stile e la poetica di Terrence Malick: la sua stupenda fotografia, la meravigliosa colonna sonora, che qui è firmata dal grandissimo Ennio Morricone e la voce fuori campo, marchio indelebile del suo lavoro.
Il cast è formato da Richard Gere, il suo vero primo ruolo da protagonista, Brooke Adams, che molti la ricorderanno anche ne La zona morta di David Cronenberg, e Sam Shepard nel ruolo del giovane ricco e rivale.
Come al solito non possono mancare gli spunti riflessivi. Un amore nascosto e che non riesce ad avanzare per via dei soliti pregiudizi. Il cinema di Malick può essere odiato o amato. Ma un film come I giorni del cielo non capita di vederlo tutti i giorni. Per tutta la durata della pellicola, non riesci a staccare gli occhi dallo schermo. Senti qualcosa dentro di te, ma non sai bene che cosa ed è questo che amo di questo regista. Il fatto di saperti affascinare attraverso la bellezza delle immagini e dei suoi pensieri. Tuttavia non possiamo definirlo un “capolavoro”. Purtroppo a questo film manca qualcosa. Un piccolo tassello che a mio parere avrebbe potuto portare questo film a vincere l’Oscar. Ma ci si può accontentare se pensiamo che I giorni del cielo ha vinto una statuetta per la miglior fotografia e su questo non abbiamo dubbi. Premio meritatissimo.
Se volete provare un’esperienza che riesca a toccarvi nel profondo, i film di Malick sono la scelta più azzeccata. Vi consiglio di visionare l’intera filmografia di questo maestro. Ne vale veramente la pena. Aprite la vostra mente e guardateli con il cuore.
In fondo il regista chiede solo questo.