I film “(a)sociali”, da La casa di Raimi ad Halloween di Rob Zombie, ritratto di una società che fa “horror”

Ash Campbell

 

di Stefano Falotico, uomo (ere)mitico che vive nel “bosco” delle donn(ol)e da Re Mida, orsù, orsi, accendetegli un cero, donna, rendilo cervo e tuo marito cornuto

Questo non è un (in)etto ma è inedia, Stato di tal nazione che deve sgobbare e (de)nutrirsi, mentre io, scopante, “vengo” estenuato. Girando di notte con le (g)nocche tutte rotte, in quanto me le scricchiol(an)o da “mostro”

Basta, ne ho piene le palle? No, svuotato completamente. Che cazzo vuoi?

Sì, una bella “retrospettiva” dedicata, a cuor “aperto”, a questa società sbranante, da olocausto, ché sembra casta, tranquilla, paciosa, e invece fa più paura de La casa.

Col passare delle stagioni, il mio viso si sta “assottigliando” similmente allo scarno e beffardo Bruce Campbell, Ash del reparto ferramenta, memore de L’armata delle tenebre in cui, con “far” da gran (de)mente, “zuccheròBridget Fonda, baby che con me crebbe in fretta e furia, “cavallo” del west degli un(i)ti pantaloni in suo “grilletto” a “imbizzarrirmelo” su crescente in lei penetrante, amandola sin sul ventre e bacino rovente, con tanto di vostri scheletri nell’armadio, miei fringuelli da tanti “bacini” ché, nel mentre, v’incazzerete a morte, gelosi di come intanto, nel frattempo e di cremoso frappè, da vostro groppo in gola, la stordisco di mio stornello “volante”, cambiando la marcia di “pompa” per ripartir in sella più “in volo”, mentre voi, lenti come dei cammelli, bevete amaramente grappe e vinelli. Siete dei vecchietti arzilli ma non tanto rizzi! Sì, la bacio di b(r)uco zampillante in sua fa(rfa)lla, accusatemi pur di “fallo”, me ne fotto delle ammonizioni e, da demone al limone, “rosso” lo estraggo ancor di più fischiettando di libero arbitr(i)o su “fuorigioco” di mano morta mia che “insacco” con tanto di montarla e carica al portiere di notte che fa di tutto affinché il “mio” non entri. In albergo? No, semplicemente in una di alto borgo. Sì, “quello” fa il portiere ai cazzi altrui, è un moralista, si facesse il suo, altrimenti credo che lo denuncerò e finirà a vivere nei più malfamati, affamatissimi… sobborghi.  Va sputtanato! Ella, invece, zoccola di “classe”, liberatoci che fummo dal coglione di troppo, librò coi miei coglioni da topo di fog(n)a miserabile ché di pene integrale m’inserii, cari in(s)etti miseri (Misery deve morire),“senza permesso” nella sua top(p)a, eppur fumò sia prima, arrostita e riempita come una polla di pet(t)o, emettendo rumori di fondo su me a darle il liquido di co(n)tanti, sia dopo, stanca e ancor fumante in mezzo alle gambe per nostre vene scop(piett)anti, e voi non “venite” ma dimagrite così tanto da esser pelle e ossa? No, non avete le pal(l)e e neppur la carne. Sì, “coraggio”, vigliacchi! Voi non mi sfiancherete anche se in massa “ridicola” vorreste tagliarmi l’uccello…, che invece quaglia… eccome, liscio carbura di burro a tutta birra con un’altra già squagliata, rubata alla faccia da culo vostra, miei “squali, ah ah, siete indifendibili e so di provocarvi la bile. Mangiandovi sol “alzando” il pollice e in lei “elevato” nel levarle tutto anche a “Ponente” di solar orgasmo ardente. Ma che v’abbigliate? Voi non sarete mai come me, il bello, e dovete sol belar in b(r)anco di scolaretti soli, soletti, inculati da pecoroni, ed eccoti la suora, più un calcio di mia s(u)ola. Come te le suono io, neppur “alla evviva il parroco”.

E ricordate: nei parchi, io scopro il porco e glielo faccio, “facendogliela” senza esser parco.

Che c’entra il Cinema horror?

C’entra se sai legger fra le righe quanto tal società fa schifo.

Se non sai legger tra le righe, non sei sveglio e pigliatelo in mezzo alle gambe.

Sì, sono un necrofilo.

Donna, ascolta questa e poi dimmi se non le da(ra)i, dai dai, senza danari ma di baston(at)e diamoci, ecco il bestione: questa generazione mette i brividi. Induce alla depressione. Gli uomini stolti ridono e scherzano, trattando di “malesseri” chi è davvero puramente senziente e io spero di “sentirla”. I crud(el)i ci voglion sodomizzare da malati di mente quando invece i matti son loro e io, (da) “pazzo”, azz, in quanto Ash, me ne sbatto e li mato senza pomate. Van potati, e non è il plurale italianizzato di potato. Quello è potatoes, non ci vuole solo la “s”, mio medio italiano, anche la “e” come “ae” in latino. Aho! Impara il greco e vedi di fotterti meno negre. Altrimenti, te lo faccio. Nero? No, te lo faccio e basta(rdo), senza “coloranti”.

Donna, ora togliti i collant, “incollatelo” e, colando, vedrai la vita in modo meno triste da “c(r)ol(l)ata” di pianto, fai prima piano e poi ficcatelo pur dentro accelerante in notti di note ascendenti, sin quando, asceso e non ascetico, mia scema, lo tosterai tutto grosso e sempre più decollante fin al seme. Sgolati ma non sgozzarmelo.

Si chiama inserimento (a)sociale.

Vaffanculo!

 

 

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