This is Boxe, this is my life

di Stefano Falotico

Dick Eklund (CHRISTIAN BALE) in THE FIGHTER

Se penso alla mia vita, non ha alcun senso ed è questo il suo bello, il tuo bellissimo…

L’unicità della nostra vita è un bene inestimabile, prezioso e io combatto ogni “globulo rosso” del mio sanguinante cronometro per agguantare, anche senza guantoni, un attimo “predatorio” di grandezza, l’attimo esorbitante in cui agganci ogni nemico che s’era illuso di stenderti al suolo e, con fierezza (in)fermissima, lo blocchi, cristallizzandolo nel suo agghiacciato vedere, materializzato davanti a sé, l’inequivocabile, incontrovertibile miracolo tanto potente e devastante da fargli perder qualsiasi equilibro e (di)struggerlo nelle or per sempre incrinate vertebre, che lui credeva incrollabili, delle sue certezze false e vacue. Sì, l’hai svuotato in men che non si dica, e ora piange. Così, incredulo, tramortito da un colpo inaspettato, letale, trafitto da un fendente martoriante, scagliato a una velocità tanto rapida da schienarlo in un’abrasione corporea tua bruciante e in lui “arso vivo”, getta la spugna e si asciuga le lacrime totalmente smascherato e nudo in suo cuore di cane che voleva ucciderti, umiliarti e bastonarti.

Questa non è una citazione da un libro di arti marziali, non è nessuna filosofia orientale del cazzo, non è poesia trascendente e neppure l’estratto d’un romanzo russo, non è il frammento letterario estrapolato da un poema omerico in cui già s’accenna, da preveggenza del di là a venire, ai combattimenti greco-romani da Nato il quattro luglio e alle guerre inutili quanto laceranti le gambe da Platoon, mio plotone di coglioni spappolati da una vitarella di merde che siete, sempre a lamentarvi e poi a ficcarvi “placidamente” in culo col vostro cervellino a cui son saltate le “rotelle” da un pezzo. Il pezzo sei tu, io son sanissimo, ma quale pazzo di tua sorella, ti caccio pur una “puzza”, grande stronzo e ogni art of war è una stronzata, te lo dico io. Odio ogni forma di rivalità persino se “a(r)mata” o man mia di sono una bomba, meglio comunque se per il sen(s)o (in)giusto ché fa… più f(at)ica, io odio, in particolar mo(n)do sbagliato, qualsivoglia fondamentalismo variegato, a cui preferirò sempre un “cocktail alla vaniglia”, ché non esiste nessun cocktail alla vaniglia ma io vi bevo lo stesso, parzialmente scremando te che mi stai leggermente più simpatico, hai una faccia di panna simil John Cusack, il quale, come guru in Maps to the Stars, c’entra, diciamocela, con tutto il bene che voglio a Cronenberg, come i cavoli a merenda oppure come un salmone al prosciutto di tua sorella ché “magna” solo per diventar una vacca alla Julianne Moore, sì, una porcellina di carne cruda, ah ah, a cui, in cul’ (da) fottuto, perfino il Pattinson, uno che non ce la può fare con quel pallore mortifero da Twilight “b(u)ono” e “bue” solo alle bimbe-minchia, invece “gliela fa” eccome con tanto di macchia (in)visibile del poi scappar-scopar e “stapparlo” ad altre, “alte” macchie boschifere d’una Hollywood puttana,

Via il cerone, basta con le brutte cere, piglia un cerotto e curati dal piagnisteo delle tue ferite.

Sono curabili.

Guarda me, sembro Christian Bale di The Fighter eppur appunto lotto di “brutto”. Sono andato da molto, sono magro da far schifo anche all’ultima “topa” di fogna, una che (s)pompa i “bassifondi”, dando il suo “fondoschiena” ai tipi meno profondi, ragazzi che avran al massimo letto il libro d’istruzioni su come suicidarsi con uno spurgante. Nessun Purgatorio, in tal “caso”, anche Alighieri considerò mor(t)ale il suicidio d’immor(t)alità se almeno non ti impegn(ast)i. Ah ah!

Sì, ci so fare. Non so cosa faccia per “averla” sfacciata, ma questa è la faccia e si vede che piace, appunto e “a puntino”, come il culo. Se mi trovate un uomo, in senso (a)lato, a cui non piace un bel culo “sfondato”, è un ipocrita. E da me riceverà solo pugni. In faccia?

Be’, c’è anche il fisting che di f… fa rima “assonante” e a suonartele.

Sì, il “mio” è a sonagli, sembra assonnato eppur, sempre di “baciato”, te lo dà e tu le prendi? Ma che vuoi prendere? Quella non te la molla, al massimo puoi “beccartele” da quelle che di “ano” mollano, che merdoso, vali una scoreggia.

Io invece, se m’ “incazzo”, parto a scheggia e son cazzi elevati al cubo. “Colpi montanti” di “diretto” vincente in lei già stesa sul tappeto rosso… sarà una cubista, una che ama Kandinsky, Botero o Picasso? Che cazzo ne so? Questa botta(na) da me non riceverà altre puttan(at)e!

A parte le (s)porcate, e tu, donnaccia, lavati, puzzi eppur non mi spiego perché, visto e “vista” che sei frigida e mai ti “bagni”, ecco…, ho un “fascino” che sa il “fallo” suo. (In)dubbio.

I fatti son questi. Ho commesso molti errori, in effetti (speciali da uomo “speciale?), in vita mia.

Ed è un gran “casino”, ora.

Per (ri)montare, dovetti fare qualcosa come Joel Edgerton di The Warrior. Un uomo colto come me che stava perdendo tutto. E furon dolori. Servirono soldi!

Non dico che dovetti darmi agli “incontri” clandestini come nel film suddetto di Gavin O’Connor, ma ci andammo vicini.

– Stefano, che cazzo ti salta in mente? Vieni da una famiglia di “sana e robusta costituzione”, con dei sani princìpi. Qui, ci vuol l’accentazione “piana” e vai (mal)sano e forse lontano, mentre non sei un principe, checché ne pen(s)a(ro)no i gelosoni alla Iago, e ci fu da farselo. Non sconfissi Koba, anche perché sarebbe stata davvero durissima, ma vinsi, “picchiando”, sulla tastiera per pubblicarmi col Kobo.

Tutto da rifare, dapprincipio, ah ah, e punto e “(d)a(c)capo”.

Che botta… in testa, una di quelle botte che ti stramazza al s(u)olo più di Ercole quando scopò, in una notte sol(id)a, 50 ancelle. Che “uccello”. Ma non erano “solo” 12 f(at)iche, come cazzo avrà fatto a resistere?

Uno scop(pi)atore falotico? Mah, si vede che, già a quei tempi “mitici”, c’eran gl’“idoli” che raccontavan un sacco di balle. E le donne ci credevano, “abboccavano” alle lor “colossali” minchiate e di “muscolo” spingevano… “monumentali” nell’imboccar… di (s)coperte. A quanto “viene” il coperto? Cazzo, saran palate e non patate! Queste son tutte (s)posate. I marit(ozz)i non sono alla “crema”.

Datemi un amaro e sconterò, senza lassativo digestivo, il giusto, vergognoso e senz’altri scont(r)i, p(r)ezzo d’aver usato il mio “verme solitario” in tua moglie sin al tubo digerente. Basta pen(nett)e all’arrabbiata!

Voglio una carbonara e lo voglio “bruciare” al dente o ardendola di “spago” su sua “scarpetta?”.

Io qualcuna vi racconto…

Non sono un latin lover ma, un po’ qua e un po’ la, “arraggiandomi” da solo”, ne becco… “tante”. Basta accendere il PC e collegarsi a un sito porno. Non è impossibile, se (non) vuoi, c’è solo l’imbarazzo… della scelta.

A parte gli “schizzi”, ops, gli scherzi, no, piacciucchio, vado sbaciucchiante e mi bevo pure il caciucchio che sei, mio ciuc(ci)o. Tu, succhia.

Si chiama (ca)risma. Baso tutto su “quello”.

No, “dai dai”, va detta. Fu tosta, tastai il terreno, me ne capitarono alcune terragne, sì, ma ricordate: non importa come “affondi” ma come “atterri”, teso(ro). Se lei gode, è fatta.

È però ancora in salita, eppur sempre “salato” in tal vita “dolcissima”.

Ma, quando so sdrammatizzare sulle mie e vostre (s)fighe, sono squisito, un cioccolatino.

No, non picchiarmi, mia “sberla”, questa è la mia testa da wrestler.

Ora, sfogati e andiamo in palestra.

Bisogna sempre mantenersi in forma, mens sana in corpore sano.

È tutta questione di adrenalina.

Adesso, a parte “tutto”, spero di avervi fatto ridere.

Questa scena, che vedrete alla fine, fa piangere. Perché è commovente.

Capolavoro!

La domanda è: come abbiamo fatto a perdere per vent’anni uno così?

Si chiama tragedia? Anche no…

Già. Chi conosce la mia storia sa che mio “fratello” voleva spezzarmi il collo per farla “finita” senza che soffrissi, perché da una cosa del genere se n’esce macellati, invece lo paralizzai io e dissi:

– I am sorry, adesso hai la bocca chiusa.

 

 

Lascia un commento

Home Another bullshit night in suck city This is Boxe, this is my life
credit