Festival Internazionale del Film di Roma 2014, Gone Girl ed Escobar secondo Anton Giulio Onofri

Il grande Anton ha così sentenziato:

Gone Girl

GONE GIRL, di David Fincher. Finalmente è arrivato anche da noi il nuovo superbo capolavoro di Fincher, che è la consueta dimostrazione di cosa vuol dire “regia” cinematografica, stavolta al servizio di una spietata e corrosiva critica all’ipocrisia dell’idea stessa di quel “matrimonio” che più che a un sogno di felicità somiglia sempre più ad una prigione, come le celebri carceri incise da Piranesi e raccolte in un volume ben visibile sul ripiano di un tavolinetto di cristallo nel soggiorno della “scena del crimine”, indizio tra i più sofisticati dei numerosi sparsi in una messa in scena prodigiosa e irresistibile. In assoluto il film più “fico” visto a questo Festival.

Escobar Del Toro

 

ESCOBAR / PARADISE LOST, di Andrea Di Stefano. Un thriller realizzato con capitali internazionali da un attore italiano alla sua prima prova dietro la macchina da presa, che tiene indubbiamente inchiodati alla poltrona se non per tutte le sue due ore di durata, almeno nella densissima seconda parte. Di “italiano” c’è poco o niente, e forse questo ci fa confondere il film con i tanti altri prodotti di buon livello che affollano le nostre sale cinematografiche ma, almeno qui al Festival e con l’accredito al collo, me lo sono guardato con piacere, godendomi il carisma di Benicio Del Toro nei panni di un Lìder Maximo del narcotraffico colombiano, che riesce a dispensare anche qualche eccellente momento di sceneggiatura. Particolarmente azzeccata la colonna sonora firmata niente meno che da Max Richter.

 

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