Omaggio a Mel Brooks, genio “dimenticato”, genio da far rinascere in acuta “demenzialità” perspicace

Mel Brooks

L’intuito, la corrosiva buffoneria di uomo buffo, un “Puffo”, un saltimbanco, quello che vien definito oggigiorno un freak adorabile, da osannare, da incensare di lodi quanto di plaudenti “ortaggi” nell’inchino reverenziale al suo stupendo fenomeno da baraccone che ti fa “sbragare”. Te ne scompisci, è lo spasso fatto “sagoma” moventissima, l’imprevedibilità di quel che non ti aspetti e poi attendi l’altro “colpo” in “suspense” comica ascendente di Alta tensione, l’assurdo incarnato nella celluloide, il grottesco più “bestiale”, la velocità dei nostri cuori, rallegrati in frizzante “sbottar” gioiosi, che passa repentino e serpentello dall’imperturbabile calma del suo volto “sghembo”, nel quale son iscritti i lineamenti divertenti d’uomo nato “storto”, congenitamente in fattezze picassiane, un incrocio fra Totò all’americana e Louis de Funès, mischiato al “muto” Buster Keaton, ché fa ridere-piangere di sconfinata amarezza (auto)ironica meravigliosa quando sta zitto mentre noi sappiamo che “scoppieremo” in esplos(iv)e, fragorose risate esorbitanti, spontaneissime nello “sbudellarci” istantaneamente, all’altro imprendibile e rapidissimo suo occhieggiarci in maniera sapidamente “malevola” di grazia leggerissima.

Un genio.

Ed è per questo che Obama l’omaggiò assieme ai “serissimi” e “impegnati” De Niro e Springsteeen, perché Mel Brooks non ha nulla da invidiare a loro. Anzi…

Natio di New York in quel di Brooklyn, all’anagrafe “fa” Melvin James Kaminsky.

Figlio d’immigrati russi. Insomma, un mix “letale”, contagioso, la “guerra fredda” della compassatezza e della “fermezza” dell’ex Unione Sovietica, “Nazione” di duri e saggi, miscelata agli States delle stelle e strisce retoricanti, “Paese” per antonomasia di stupidi da cereali e Simpson cazzeggianti, incasinati e (in)felicemente (s)posati.

Lui, figlio dello “spermatozoo” più Frankenstein Junior, uno che “distrugge” un mito dell’horror con la bravura inestimabile del suo prendersi gioco proprio del nostro folle mondo e dei suoi orrori…, “linciandoli” a mis(t)ura d’un Gene Wilder enorme.

Lui, che si contorna di “mostri”, di attori strabici, “deformi” alla Marty Feldman, e le sue non son volgari parodie da Martufello. Da “Bagaglino”.

Un “bagaglio” di uomo bassino con un cervello tanto fino però da potersi permettere di metterlo in culo a tutti, “anal… izzando” le pazze storie… Goliardia! Fa male alla gola da come ridi!

Uno che racconta balle spaziali, come si suol dire, che sa quanto è triste la vita, in fondo, se la scavi da Che vita da cani. E devi sempre (s)cavartela da sol(d)o…

Allorché, può sbeffeggiare e scimmiottare Charlton Heston de I dieci comandamenti, sì, sono dieci, non quindici…

Ops…

Kubrick di 2001 cosa diventa dinanzi al suo “agghiacciante” teorizzare che l’uomo è diventato erectus perché, non riuscendo a masturbarsi da quadrupede, divenne “eretto” per “pollici opponibili” del non sapendo che cazzo fare… imparò a “tirarsi le seghe?”.

Qui, abbiamo un genio “svitato”.

Molti si chiedono come mai una donna così apparentemente agli antipodi rispetto a lui, Anne Bancroft, l’abbia sposato.

Perché uno così è da sposare tutta la vita…

Chi più chi meno, siamo tutti in calzamaglia…

Il resto è la vita. Che è una cosa sia seria e sia una grande stronzata.

Dipende dal punto di vista.

Siamo tutti da corsie di ospedali…

Tutti “matti”, tutti da ricovero.

Ma solo pochi, come Mel, sanno prenderla poco sul serio.

La maggioranza fan i seri e, facendo i seri, non ne capiscono l’importanza.

Lunga vita a Mel!

 

 

di Stefano Falotico

 

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