Anton Giulio Onofri dice la sua sugli Oscar prossimi, cioè di questa “Notte” delle statuine e io dico la mi(nchi)a

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Quella di questa… di stanotte sarà la peggiore “oscareggiata” da anni. I soli due film veramente grandi che meriterebbero di vincere le statuette per film e regia sono Mad Max e Bridge of Spies (Spielberg), seguiti dai due ottimi Brooklyn e Joy. Il resto sono fighetterie trascurabili di cui il tempo cancellerà presto il ricordo, quando non addirittura robetta un po’ televisiva come il candidato incredibilmente più favorito, e cioè Spotlight, o addirittura cacca vera, come Room. Su The Revenant sanno tutti come la penso e, se vincerà qualche premio importante, sarà e resterà sempre uno SCANDALO. Le emozioni maggiori verranno dagli attori, certo, e specialmente sul fronte femminile: io tifo per Saoirse Ronan (Brooklyn), ma temo ahimè che vinca la favoritissima (ma come è possibile?!?) Brie Larson dello SCHIFOSO Room, o la prevedibile Charlotte Rampling di 45 Years. Tra le non protagoniste, il cuore batte ovviamente per Jennifer Jason Leigh: un suo eventuale (ma improbabile) premio risarcirebbe il film dell’anno (The Hateful Eight) dell’inspiegabile (ma in fondo comprensibilissima) esclusione dagli Oscar, ma c’è pure Kate Winslet, oggettivamente splendida nell’inutile Steve Jobs. Per i maschietti non c’è storia: pare che il quintetto sia stato composto appositamente per far vincere DiCaprio, per uno dei peggiori film della sua gloriosa carriera; tutti gli altri non possono competere, con interpretazioni ben al di sotto della statura tipica di una prestazione “da Oscar”. Per i non protagonisti, io tifo per Mark Rylance di Bridge of Spies, ma è più probabile che vinca Stallone, così va in pensione felice. Insomma, si sa che agli Oscar è perfettamente inutile augurarsi che “vinca il migliore”.

Questa è quella di Onofri.

La mia è la seguente, cioè innanzitutto non la seguirò. A seguire, cosa da(ra)nno su Sky? Un altro film oscarizzato in passato.

Cambiamo canale e registro, comunque la registrerò ma me la dormirò. Mi sveglierò solo verso le cinque del matt(in)o per vedere i premi che “tirano” di più, quelli più hot delle attrici, spero che Brie Larson vesta scosciata, sì, la voglio (non) “vincente” ma svestita, e che la Rampling non si trucchi, anche se le votazioni, si sa, son truccate. Non le votate!

Stallone trionferà alla settima volta del suo Rocky nel film che “parla” del figlio di Apollo fece una palla… di pelle di pollo fatta da Apollo, figlio di Apelle, o era al contrario? No, è uno spinoff, Creed.

Alla vegliarda età dei suoi capelli tinti e dei suoi muscoli (s)pompati, Sly impugnerà la sua statuetta di Los Angeles? No, quella vicina al museo di Philadelphia, entrando nella “Storia” dei rifatti(si). Con tanto di celebre suo labbro (s)tor(t)o.

DiCaprio? È fatta, sì, la sua nuova modella non vede l’ora che Leo, dopo tutte queste campagne promozionali in giro per il mondo, ritorni, da “revenant”, a furor di (f)iato nelle trombe, per ritrombarsela, dopo tante volte in cui fu trombato. Il suo discorso di ringraziamento, però, essendosi anche lui “politicamente corretto”, sarà da trombone, del tipo: ringrazio l’Academy per non avermi “insederato” anche stavolta, altrimenti avrebbe dovuto sedarmi, perché sarei impazzito.

Chi non impazzirà di Joy sarà Jennifer Lawrence. Se Leo, tornando a casa con la statuetta, tromberà di nuovo la sua figona, la bella figa Jenny non scoperà, pensando che il film di David O. Russell sulla “scopa miracolosa” non ha saputo giocarsi bene le sue carte. Colpa della 20th Century Fox, non tanto “volpe” a farle la “pubica”, no, pubblicità giusta. Da cui Il caso Spotlight. Nel film passa da bambina ad adulta senza neanche “sudarsi” una ruga. Eppure l’opera è molto bella.

Ho detto tutto…

 

di Stefano Falotico

 

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