Twin Peaks il Ritorno, episodio 5

Continua la nostra avventura, cari spericolati filibustieri dei deliri. Sì, Kyle si sdoppia in tre, e vale eccome il prezzo del “noleggio”. Il fantasma di Bob ancora lo possiede, e allo specchio rimembra quel finale luciferino che ci scosse le vene. Appare ectoplasmatico di reminiscenza-flashback il nostro cattivo “guitto”, modellando di morphing il riflesso per la nostra “riflessione”. E Lynch se n’inflette, giocando appunto con lo screen della memoria, col glass della frattura di Cooper. E continua a girovagare rintronato il nostro Dougie, dopo gli “hello” mitici da Mr. Jackpot. Naomi Watts fa il suo dovere e forse non la rivedremo più. Mentre viene inserito il cameo dello stanco, appesantito, “repellente” Tom Sizemore, uno che negli anni novanta aveva azzeccato delle caratterizzazioni epocali in una manciata di film di culto, davvero. Ma erano strange days, giorni di vero heat, cari natural born killers. E oggi Tom arranca in queste apparizioni sbiadite. Eppure, andando su IMDb, sembra che la sua filmografia negli ultimi anni, in zmovie di pessimo livello, sia la più prolifica di chiunque. Un modo “produttivo” per dimenticare la ca(u)sa con l’ex moglie, da lui “bistrattata” con maniere brusche, un modo per smaltire il suo vizio dalla d(r)oga. Tom ce la può fare. Cosa dire di questo quinto episodio?! Follia pura ma, sapete, nel corso della mia vita ho imparato che i pazzi come Lynch sono portatori di saggezza, perfino di letizia, di una natura armonica con l’io umano più sacro, e quindi eleviamo in gloria ogni David, stimolandolo laddove può regalarci gemme di tal sofisticato splendore e immane “sconcezza”. Egli sa. Egli conosce la macchina Cinema perché, diabolico, è BOB!

di Stefano Faloticotwinpeaks

 

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