Gli idioti di Martin Scorsese e dell’Italia in generale

Fuori Orario

A proposito del personaggio di Day-Lewis ne L’età dell’innocenza, Morandini scrisse: la continuità con i film precedenti è evidente: il bel mondo ottocentesco è governato dalle stesse ferree leggi e liturgie tribali di Quei bravi ragazzi. Più che innocente, il protagonista è un idiota conformista come, benché camuffati, lo sono molti personaggi scorsesiani.

Sì, in Quei bravi ragazzi vigono regole d’onore che le persone “normali” non capiscono. Un po’ anche nelle famiglie mafiose italoamericane o italoamericane e basta. Un tempo, se entro i trent’anni non ti sposavi, e provenivi da questi nuclei familiari, probabilmente ti diseredavano, venivi allontanato dai parenti, se eri una donna finivi a far la zitella e a passar le giornate a fare il cucito, se eri un uomo, ben che ti andava, e scrivo ben che ti andava (anche andasse), ti sbattevano in manicomio e ti lasciavan interdetto. Peché u’ sagn dell’omn doveva propagare il seme, tenere alto il nome della famiglia. Guai se quell’uomo era un libertino. O meglio: poteva pure tradire la moglie, anzi meglio, significava che era uomo di palle, amante caliente e focoso, ma se non portava la fede nuziale era un disonore. Un’ignominia! Conosco tanti siculi che ragionano così, “gente perbene”. E guai anche a svolgere un lavoro troppo intellettivo, ti davano del palle mosce. Perché l’uomo del Sud deve essere uomo lavoratore operaio, uno che si sporca le mani, che torna a casa e urla… donna, è pronto da mangiare?! E se l’ingroppa. Poi, va dal figlio e gli bacia la fronte, dicendogli che papà è stanco e deve riposare.

Sì, ho un po’ generalizzato ma il succo è quello.

Anche Newland Archer è un “idiota”. Non nella definizione letterale del termine idiota. Per idiota comunemente s’intende una persona senza qualità, soprattutto doti cognitive che gli permettono di avere un lavoro socialmente appagante e prestigioso, un uomo poco istruito, rozzo e sempliciotto, uno sciocchino. Ma idiota, in questo caso, ha una connotazione dostoevskijana. Archer lo è perché s’innamora della contessa, perde la testa per lei ma, pur di non tradire gli “onori di casa”, lascia che lei gli sfugga via. E rimarrà sino alla morte col dubbio di ciò che poteva essere stata la sua vita se avesse trasgredito i dettami sociali dell’epoca.

Frank Pierce di Al di là della vita è un altro idiota. Svolge il lavoro di paramedico e nel suo lavoro sono molti i casi preventivabili di persone che muoiono fra le braccia e che non possono essere salvate. Una tossicomane crepa e lui crede che la colpa sia sua perché non ha avuto la prontezza di riflessi necessari per tenerla in vita. E così si massacra di sensi di colpa, appunto, e si autopunisce, un po’ come LaMotta di Toro scatenato, un personaggio alla Maradona che, una volta persa la gloria del suo “talento”, ingrassa/ò a dismisura, abusa/ò del suo corpo e perde/perse anche la ragione, diventando uno zimbello e un clown d’avanspettacolo.

Idiota è Sam Rothstein, probabilmente un genio che sa prevedere prima di tutti le mosse dei giocatori ma gioca malissimo la sua partita con la vita. E finisce a fare il cronista delle corse dei cavalli perché si è fatto rovinare da un amico scemo e scellerato e da una moglie che ha sempre saputo che non l’amava e l’aveva sposato per interesse.

Idiota per eccellenza è Travis Bickle. Perché non è un pezzo di figo ma non è neanche brutto, non è Einstein ma non è nemmeno un cretino. E infatti quella sindacalista, no, attivista elettorale, decide di uscire con lui. Ma lui è talmente puro da portarla a vedere un film porno, dicendole che a lui quei film piacciono.

Idiota è Paul Hackett di Fuori orario, che forse incontra la ragazza che fa per lui, simpatica e acqua e sapone, entra in paranoia spaventosa e scopre che probabilmente quella ragazza, delusa e scioccata dal suo comportamento, ha ingerito delle pasticche che l’hanno uccisa.

E ce ne sarebbero altri.

Altri come gli italiani. Popolo di poeti, santi e navigatori? No, di matti. Ma per matti non intendo quelle persone davvero matte che, pace all’anima loro, non capiranno mai niente e vagheranno di qua e di là sempre con un sorriso da ebeti stampato in faccia, oppure ancor peggio passeranno tutta la loro magra esistenza a lamentarsi da mattina a sera. Per questo o per quell’altro motivo. Parlo di quelli che si credono sani e invece sono dei deficienti.

Ah, quanta gente conosco che si è presa la laurea solo perché così i suoi amici potevan dire che… è un uomo colto, e poi guardano i film con Salemme. Quante donne si dichiarano insegnanti perché vogliono distinguersi dalla casalinghe di Voghera e poi non sanno neanche usare una calcolatrice.

Uh, a voglia!

Poi ci sono i peggiori in assoluto. Quelli che vedono una bella figa e subito dicono… ah, che zoccolaccia. E intanto hanno l’occhio caduco, cioè che è caduto, ah ah, sul pavimento. Pessimi, assolutamente. Inguardabili.

Miei fratelli, urlate come il dipinto, no, scultura, di Munch, perché il mondo è abbastanza mostruoso.

Adesso, vi dico questa: secondo me la Champions League la vince il Bayern Munich, e la gente tedesca di gioia urlerà.

Dopo questa stronzata, mi nascondo. Lo so, dovete ammazzarmi.

Ma io bevo il tè. Sì, ci sta.

In fondo, sono uno che non ha mai capito un cazzo. Di questo ne siamo davvero sicuri, sicuri, sicuri?

di Stefano Falotico

 

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