“S1mØne”, Review

“Virtuale” astensione dal guscio viscida d’una realtà più surreale della falsità più vera. Sai che bella vita la vostra idiozia! Io ascendo!

 
Qui, giganteggia un Al Pacino straordinario che, in “litania” magnetica di suoi occhi poderosi, intagliati a “rughe” tinte nella grinza scarmigliata dai capelli “nereggianti”, solfeggia la cornice della sua monumentalità.
Pochi film sbagliati, forse nessun ruolo. Dagli anni 90 in poi, incarna il demiurgo, diabolico consigliere, alle volte fraudolento. E non mi riferisco solo al suo devil’s advocateo al gigione cieco, amante dei profumi di donna, ma a tutti gli epigoni e (sub)alterni ruoli di spalla ché a sua volta diventa protagonista anche se il “principale” dovrebbe essere il “giovane”, meno bravo e vivo di Lui, Al, inimitabile, unicità di tecnica abbinata a maestrie perfin esageratamente “mostruose” d’un innato talento. Non lo domi, esagitato si placa solo a “moderazioni” dei gestuali istrionismi “nevrotici”, tonitruanti, schizzati a voce roca nel Giannini appaiato dentro “carne” sua a zigomi “fumosi”, focosità totale del bruciar grande, imparagonabile attore. Un miracolo sceso dal Cielo che Coppola pescò Michael Corleone, titanico, dolce, crudele da far Male anche al Cristo orrendamente giudaico, mendace farabutto destinato (non) alla “borghesia”. Il padrino Brando/Vito desiderò salvaguardare al fin che non s’immischiasse nei “falli” osceni di “famiglia” tremenda.
“Cotonata” in gole già raschiate e ischeletrite nell’arricchimento “lussuoso”, ambiguissimo, da brividi a pelle. A spari secchi, senza batter ciglio. Non ci pensan due secondi.
Degenerata e nata dalla miseria, espatriata nell’America delle great expectations estremizzate del più rammaricato e vinto Charles Dickens, per (s)co(ra)zzar dinanzi a una “Statua della Libertà” illusoria, appannata nello skyline più nero, scuro quanto una Diane Keaton che fa la strega “turlupinante” e mater(na) divoratrice, versione tutto ciò che avremmo voluto sapere sulla “tranquilla” Manhattan di Woody Allen ma (nonosiamo chiedere, “baciandole le mani”.
Con timor reverenziale. “Riverisco” e molta amarezza utopica ad amarcord agghiacciante del dream oramai arenato. Il mare era un lago di chimere che potevi sfiorar con le dita, ma la fede nuziale incastonasti a “mani pulite”. Tragediae Al recita il “gobbo” Riccardo a Teatro magniloquente della Broadway shakespeariana lucente. Elitaria, per pochi (e)letti intimissimi.
Americani! Che imbroglio pur di sbarcar il lunario!
Questo e Al(tro)?
Che figli di puttana!
Al, il “carico” di carisma, rabbia intonata a detonante corpo quasi alla Totò nel suo “serioso” esser l’antitesi del comico. No, non fa ridere neanche quando prova a prendersi in giro. Perché Al è sentimento che soffre, si offre generosissimo, schietto, sincerissimo, dolore che s’apre alla Luce per poi farsi travolgere dal buio, dalle disperazioni esistenziali, forse non ci sarà giustizia per tuttiSerpi(co)! Attica, Attica! Se non farai la cosa giusta, se non imboccherai la strada “retta”, sfregeranno la faccia tua alle “faccette” della felicità loro, mio “dorato” scarface.
Cocaina da Monta(g)na di “allegrie”. E tutto è un rimpianto, piatto piange ma, a prima (s)vista (hai il visto?) trabocca di “benessere”. Però, con quella faccia… appunto, mi faccia il piacere, appunto. Il Principe sapeva. Conosceva già la turbolenza d’un “bugiardo” Al. Paura d’amare, paura di tutto, onnipotenza delirante da teatrante per frenar sempre il tormento da “squilibrato”.
Enorme Uomo, Al. Ti voglio incazzato, heat dell’anima davvero reattiva.
Dubbioso, permaloso, difficile, ostico, “orticaria” anche per Diane Venora, donna che t’ama e non t’ama, che con l’amante gioca a “guardare” il “cavo” e tua figlia si taglia le vene. Che disastro! Sei solo, agente dei tuoi agenti umorali. Una contingenza, nuove incognite, questa è la vita. Il resto son chiacchiere da salotto e panze piene di merda coi salsicciotti e il predicozzo facile.
Qui, porti alle estreme conseguenze la tua galleria di “sfigati”, di romantici che van dritti a muso duro a costo di spaccarsi le cervella. Il t(r)o(p)po stroppia, poi non ti tirerà, sarà un tirar miserabile a campar come tutti gli altri “compagni”.

Fottitene. Dai “fastidio?”. Sei scomodo perché dici sempre la verità anche quando dici le bugie?
C’è qualche problema? No. Allora, ti ritiri per i cazzi tuoi, appunto, da Mago di Oz.
Se non ti danno un centesimo, come fai a pagarti il caffè per mantenere l’amaro zuccherato di Al Pacino poco “scherzetto o dolcetto?”. Sì, sei una “bestia”.
L’incubo della massa. Hollywood vuole film sdolcinati a base di tette, culi e “fighe”.
Che schifo!
Ah sì? Vogliono la figata? La “carineria?”. E allora creiamo Simone, tanto si bevono tutto e pure una “modella” che non esiste eppur “vanitosa”, onnipresente, tuoneggia “tronista” dal pulpito del maxischermo, della super sexy. Già, tutti questi buffoni con un solo neurone vorrebbero d’abbuffate assetarsi dentro la sua bionda… attaccarle bottoni già di patt(uit)e (scom)pisciate, che chioma liscia, che ciocche da gnocca al “batuffolo” di coton’. Ah ah!

Winona Ryder ti lecca, quell’altro è un magna magna, il tuo film non lo produrranno mai.
Neanche la Zoetrope di Francis Ford. Zio Francesco adesso ha il vigneto.
Coltiva gli orticelli di pellicole “distillate” un tanto intimista ogni cinque anni come minimo. Coppola! Sei un megalomane! Che sono queste perline in confronto all’Apocalisse!? Torna nella giungla! Panzone! Ti sei ubriacato e vivi sugli allori!
Dai!
Francesco è un nepotista. Un padrone “assenteista”, un Dio che fa oramai ribrezzo!
Se l’Oscar è stato assegnato al Cage Nicola(s) e il Leone a Sofia, pessima “attrice” e regista di somewhere sciagurati, perché (non) darlo a Simone? Una che non te la darà mai.
E sapete perché? Perché la “vedi”, la senti, la guardi ma è tutta invenzione schizofrenica!

Personalmente, non ho mai visto dal vivo Naomi Watts, per esempio.
Siamo sicuri ch’esista? Esiste perché è danarosa e sulla bocca degli allocchi?
E allora perché non dovrebbe esistere un’esistenza da Andrew Niccol?

Sveglia, imbecilli. Questa vita è un Truman Show.

Siete in time per pigliarlo un’altra volta in saccoccia.
E a cuccia!

Dai, Coppola. Basta con le viti. E voi francescani dovete finirla di consolare le vitarelle!

Ci vuole Taransky Viktor! Creatore frankensteiniano!
E ora bisogna darci di botta. Basta con le botti piene!
E con le mogli al circolo degli omini “anonimi”.
Basta con tarallucci e vini!

Basta con Vendola che sventaglia l’omosessualità “verde” su orecchino di smeraldo. Ricc(h)ione! Non sono omofobo ma tu non sei un politico! E neppure i figli di Berlusconi su farfalline della Rodriguez per il Sanremo di questo paio di palle!

Vogliamo il Cinema! E che sia tutto un “sogno”.
Evviva Al Pacino.
Il film lo fa tutto Lui. Il resto è una stronzata!
Se non mi crede(va)te, ecco l’inculata! Pagate il biglietto, coccolate la zoccolina vostra con dei bacetti in scatola (cranica o intellettualotta della minchia?) e figli maschi.

Auguri! Poi, non venite da Viktor in pellegrinaggio!
Non è una Madonnina. Porco Dio!
Quella serve alla “serva”. Che è bona, vero?
Sì, Pacino è un genio perché mi piace da “matti”. E non devo dare spiegazioni.
Mi va a Genius. Così come il mitico Totò le Moko.
Sì, telefono a quella sorta di psichiatra con le sue perizie (di)storte da penne “stilografiche” che, a suo dire, erano una mia allucinazione “irreale” con minacce allarmanti! Ma vai sui viali! Mentecatto!
Sì, faccia come il culo. Le minacce erano realissime. E per il suo delirio da nababbo ho “scontato” anni infernali.
Sì, era meglio se avessi vissuto come quei criminali.
Non sarei un letterato, ma un grande “fortunato”.

Già, parafrasando Totò, rifiutato dalla “donna di classe” che vuole il “bruto maschio”…

Sì, sono un bandito, un banditone, un feroce assassino che si è macchiato dei più nefandi delitti, ho preso la gente e l’ho squartata…
Oh, siam passati dal femminismo alla regressione. Un po’ di figa fintissima ma (stra)fatta “pene” e il pubblico (s)tintissimo sta bene.
Eccitato e seduto! Al cimitero!
Ed è tutto forse vero!
Ah ah!

 

(Stefano Falotico)

 

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