Ma quali cinecomic di oggi, il più grande cinefumetto della Storia è Escape from New York

Fuga da New York

Rimango basito, perfino depauperato, sì, il mio cervello dinanzi a tanta idiozia moderna rimane menomato e vago perplesso in questa periferia desolata, credendo che da un momento all’altro nel mio cervello rovinato da tante scempiaggini possa esplodermi una micro-carica.

Ora, so che siete fautori del postmodernismo e quindi adorate roba come gli Avengers e adesso state deflagrando di gioia per Deadpool 2.

Siete dei cinquantenni pasciuti che, non avendo più molto da chiedere alla vita, dunque anche (d)al Cinema, che ne è spesso la sua trasfigurazione persino fantastica, grottesca e surreale, vi accontentate di bellissime immagini in CGI con tanti effetti speciali, come dico io tonitruanti, a rintronarvi e frastornarvi più dei tonti che siete diventati. Oppure dei giovani senza memoria. Rincoglioniti e stolti.

Al che, faccio un giro su Instagram, dopo aver postato un’immagine di me col sorriso da Joker, tanto per dare uno schiaffo all’imbecillità di massa, e io che pensavo di aver superato ogni fase depressiva e cupa, di averla imprigionata nella meditazione trascendentale, resto scioccato e alquanto disgustato da ciò a cui puntualmente assisto. Ah, avete bisogno di assistenza, figli miei…

Davvero vi piace questa società dove ragazzine “favolose” inseriscono foto, con le scritte buongiorno e sogni d’oro, su primi piani della schiuma dolcemente noiosa di un cappuccino allineato a croissant lievi e dorati, croccanti e ammantati di quella leggerezza fatua e falsa che tanto avete elevato a valor di vita?

Poi, una pornostar, seguita da milioni di guardoni frustrati, inserisce il video in diretta di lei che fa flessioni “ginniche” per irrobustire il suo culetto, con un personal trainer al suo fianco che la incita a darci dentro e tanti bavosi che vanno in brodo di giuggiole dirimpetto ai suoi sudati, goduti, faticati piegamenti che inducono a pensieri proibiti di “durezza” elastica e catarticamente liberatoria dopo una vita di stress e proibizioni morali. Sì, in questa “poetessa” del sesso trasfondono, ma non la sfondano, ogni lor desiderio rinnegato, concedendosi tre minuti, non di più perché non vanno oltre, di mano “smanettata”, martellandosi strazianti in adorazioni “piccanti”.

Al che un’altra in slip, appena sveglia, in verità addormentata da sempre, mette le foto di lei che bacia il cane, e il “sottotitolo”: Ti amo, tesoro mio, sei riccioluto e “coccoloso”. Coccoloso. Avete capito?

Ora, Escape from New York è già geniale dalla locandina originale perché, se uno la vede, pensa di assistere nel film a una scena catastrofica con la testa della Statua della Libertà disintegrata sulla strada, invece nel film non c’è una scena così. Carpenter aveva “perculato” tutti, sì, perché lui budget da cinecomic odierni non se li è mai potuti permettere. E doveva lavorare di fantasia.

Lui gira il primo “fumetto” della Storia, anticipando perfino Blade Runner.

Creando il Cinema “distopico” di tante produzioni di oggi, perché Fuga da New York è così inimitabile che l’hanno imitato, anche quando l’hanno mutuato di “variazioni sul tema”, tutti. Compreso me col mio libro Il cavaliere di Parigi.

Ecco come si può girare un capolavoro assoluto grazie quasi solo alle atmosfere. Carpenter scende tra le periferie degradate, nelle fatiscenze edilizie, fra murales e una notte interminabile. E non è che poi accada molto, sinceramente, ma il film è tutto giocato sulle inquadrature, sui silenzi, sulla faccia da sberla di Russell e sul suo carisma, sul suo look, sulla sua barbetta, perfino su Adrienne Barbeau.

E allora spunta Ernest Borgnine, la cui entrata in scena già meriterebbe uno dei primi posti in classifica del Cinema di tutti i tempi. Lui che sta seduto, inebetito e con un sorriso terribilmente simpatico, in poltroncina a gustarsi le ballerine in un teatro dell’assurdo, mentre fuori impera il caos.

Ecco, quando cala la notte, sparatevelo. Pensavate di essere persone sbagliate e che la vostra vita fosse un disastro?

Sì, lo è, infatti. Capirete che i cinefumetti di oggi sono il peggior deragliamento della vostra mancanza di gusto, di vita, di emozioni.

Questo è Cinema puro, questa è Arte, questa è poesia, questa è la fottuta night di John.

John è come me. Quando si entra in contatto con lui, entri in contatto con un mondo che ti era ignoto, perché eri preso dalla tua quotidianità stronza. E capisci che c’è un altro modo di vedere la realtà.

Molto più bello. Molto più figo. Molto più Plissken.fuga13 Escape New York

 

di Stefano Falotico

 

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