Gli anni passano, ma i miei 10 film preferiti in assoluto non cambiano mai, anzi…

mt26

Eh sì, fratelli, amici cari e anche nemici, come dico io, anemici, perché se aveste avuto cuore non mi avreste dissanguato. Ma comunque. Questa vita oggi è leggiadria, domani ipocondria, ieri fu apatia, invece tu, donna, soffri di bulimia.

Mentre Mereghetti stronca von Trier, ma comunque è l’unico critico nel mondo che usa giustamente la v minuscola di von, come quel pezzo di figa che scioglie ogni tua neve, la burrosa sciatrice Lindsey Vonn, una che quando ha fatto la parodia della scosciata di Sharon Stone in Basic Instinct ho dovuto prendere il ghiaccio dal freezer, e salvarmi il video della ESPN che ora è stato cancellato e trovate solo a pezzi sul Tubo, mettendolo nel “congelatore” dei video personali in caso di miei ormoni troppo sedati da far ribollire, ecco, mentre a Cannes voi sfilate sulla Croisette, io voglio rammemorar a me stesso i dieci film per cui ogni uomo dovrebbe vivere, dopo essersi scopato la Vonn. Sì, queste sono le ragioni vitali del nostro stare al mondo. Non date retta agli psicopatici che voglion fare la rivoluzione, finiranno come Jeremy Irons del terzo Die Hard.

Ecco la lista, dal primo all’ultimo, che sei sempre tu. Ah ah.

  1. Taxi Driver

Lo vidi che ero un puberale-semi adolescente tutto solo e “ignudo” nel frastuono del mondo. E da allora non mi sono più ripreso. Come Travis, ancora tutt’oggi vago per le strade notturne con la mia anima da straniero, lontano dal chiasso carnascialesco e ciarliero. Come Travis mi “orgasmizzo” e sogno di liberare qualcheduna dalla feccia. Ma io non sono il salvatore neanche di me stesso, e Harvey Keitel mi getta la sigaretta addosso, dicendomi di tornare alla mia tribù. Perdo la testa e gliele suono. Si sfiora la tragedia ma giustizia è fatta, anche se la mia vita non è mai equa soprattutto col lunatico che sono.

  1. Mulholland Drive

Questo film meriterebbe il secondo posto solo per Laura Harring, ma gli ultimi venti minuti di questa pellicola, senza contare quelli prima, sono tutto ciò che neanche le sue tette potranno mai darvi.

  1. Rusty il selvaggio

Se volete sapere “robe da Matt”… Dillon, se volete sapere lo scugnizzo che era, il rebel coppoliano storico, questo è il film in bianco e nero (a metà anni ottanta!) che fa per voi. Lasciate stare Genovese e Muccino e le loro tribolazioni pseudo-esistenziali patetiche per borghesi fritti in padella. Qui si respira la giovinezza avuta e mai avuta, sognata e trasognata, la vita voluta, involuta e desiderata, la voglia di amore e l’innocenza svanita per sempre, un Dennis Hopper da Oscar e un Mickey Rourke che non fa rimpiangere Marlon Brando.

  1. La morte corre sul fiume

Per girare un capolavoro assoluto bisogna scrivere dei dialoghi verbosissimi come Tarantino? E chi l’ha detto. Quest’opera di Laughton, con un Mitchum antologico, si basa tutta sulle immagini. Pensate di capire l’inconscio del vostro prossimo studiando Freud e Jung? Questo film è la dimostrazione che la psicanalisi è una stronzata immane.

  1. 1997: Fuga da New York

Carpenter è uno che non si fumavano a Hollywood e non aveva molti soldi a disposizione. A parte qualche effetto grafico computeristico per un’epoca in cui nessuno aveva il PC, Carpenter gira un film immenso. Tutto in una notte, in cui non succede niente. Succedono e si avvicendano atmosfere da brivido, Kurt Russell sarà per sempre Jena Plissken, questo è il suo ruolo della vita quando aveva solo trent’anni. Mi ricordo che quando ero piccolo e andavo nel paese natio dei miei genitori, al bar Dimotta, che era posizionato davanti alla casa di mia nonna, si stagliava prominente un flipper col faccione di Kurt.

Ecco, ne rimasi incantato e cominciai a giocarci ininterrottamente, fra un panzerotto e l’altro, i vecchi che facevan casino nella sala biliardo e qualche gonzo che sbirciava le donne che gironzolavano di cosce morbide “su e giù” nel corso…

  1. Per qualche dollaro in più

Se consultate un Dizionario di Cinema, soprattutto il Mereghetti, tornando al suo snobismo, nessuno vi dirà che è un capolavoro.

Basterebbe questo: quando la musica finisce, raccogli la pistola e cerca di sparare. Cerca…

Sei stato poco attento, vecchio… Colonnello, prova con questa? Indio, tu il gioco lo conosci…

E si alza Morricone.

  1. C’era una volta in America

Io mi son creato questa fantasia, sì, credo di sapere perché a Mereghetti questo film non sia mai andato giù.

Sì, si trovava quella sera con Piera Detassis a cenare amabilmente a lume di candela. Ostriche e caviale, in una tiepida serata estiva. In villa. Una villa che affacciava sul mare, con la finestra aperta e la brezza che spirava da maestrale, coi gabbiani in cielo e in sottofondo i Roxette di Pretty Woman. Al che, Piera, dopo aver lautamente mangiato, ammiccandogli per tutto il tempo, quando lui le ha offerto un gelato alla fragola, è rimasta turbata, perché si aspettava uno “yogurt” allo zabaione, ed è uscita dalla villa, ingiuriando Paolo. Che, trovatosi solo, ha acceso la tv su Rai 3, ove davano il film di Leone. Ma, scombussolato nell’umore, non ha capito un cazzo di quello che vedeva e l’ha cagata malissimo…

Cosa hai fatto per tutto questo tempo? Sono andato a letto presto.

Nessuno t’amerà mai come ti ho amato io. C’erano momenti disperati che non ne potevo più e allora pensavo a te e mi dicevo: Deborah esiste, è la fuori, esiste! E con quello superavo tutto. Capisci ora cosa sei per me?

Da vedere con la voce di Amendola e non quella ridoppiata di De Sando.

  1. Fuori orario

Quando nel mio cuore scende e si raggruma una malinconia atroce, quando il domani mi sembra assurdo, quando il Sole mi dà fastidio, spero davvero mi capiti un’avventura così. E devo rivedere questo film per sentirmi giustamente strano e kafkiano in un mondo stupido e illogico.

  1. Carlito’s Way

Un film che quando è uscito nel 1993 solo io ho considerato un capolavoro istantaneamente. Oggi, credo nessuno abbia più dei dubbi in merito.

  1. The Irishman…

Dopo averlo visto, posso anche morire.

Ma Lindsey Vonn, fra un anno, sarà ancora più bona e ho già perso troppo tempo…

di Stefano Falotico

 

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