The Bleeder, recensione

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Dal 16 Aprile è disponibile sulla piattaforma gratuita di streaming, TaTaTu, il film The Bleeder, diretto da Philippe Falardeau (The Good Lie).

Pellicola della durata di un’ora e trentotto minuti, presentata alla 73ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, finalmente approdata con tre anni di ritardo anche qui da noi. Sebbene, come detto, non in sala.

The Bleeder è interpretato da Liev Schreiber e Naomi Watts, compagni anche nella vita reale, da Elizabeth Moss, Ron Perlman e Michael Rapaport.

Si narra della bislacca storia vera dell’ex pugile dei pesi massimi, Chuck Wepner (Schreiber). Uomo alto quasi due metri, robustissimo, guascone e rozzo al quale Don King offrì la possibilità incredibile di battersi per il titolo mondiale contro nientepopodimeno che Muhammad Ali (un caricaturale Pooch Hall).

Una vicenda talmente straordinaria da ispirare Sylvester Stallone in persona. Che, per la sceneggiatura del suo epocale cult Rocky, trasse vivo spunto proprio da questo cruciale combattimento.

Wepner infatti, parimenti all’iconico character incarnato da Sly, Rocky Balboa, resistette contro Ali sino alla quindicesima ripresa.

A differenza però del film oscarizzato di John G. Avildsen, nel quale Rocky, come noi cinefili sappiamo, fu sconfitto soltanto ai punti da Apollo Creed, Wepner venne battuto per knockout tecnico a pochi secondi dalla fine.

Il regista Philippe Falardeau ci narra anche quel che successe dopo l’incontro con Ali.

Wepner assistette alla proiezione di Rocky e da allora, visto l’immane successo popolare riscosso dal film con Sly, divenne intimo confidente proprio di Stallone stesso. Che qui ha il volto alquanto macchiettistico dell’attore Morgan Spector.

Wepner si separò dalla moglie per via dei suoi continui tradimenti e conobbe un’affascinante barista di nome Linda (una Naomi Watts con una sgargiante parrucca rossa, la protesi al seno e un vistoso rossetto da fatalona).

Che dire dunque di The Bleeder?

Un film decisamente spiazzante, eccentrico, alquanto folle e persino farsesco. Che alterna momenti di sentita drammaticità ad attimi piuttosto stravaganti, quasi demenziali. Indeciso dunque se adottare uno stile drammaturgicamente serio quasi da Cinema verità oppure intraprendere una strada burlesca in linea col carattere istrionico e buffonesco del suo ruspante protagonista.

Viaggia perciò intermittente e spesso disomogeneo, fra attimi cinematograficamente compatti e carnevalate sceniche talvolta forzate.

Reggendosi quasi esclusivamente sul talento di Schreiber. Il quale, ben consapevole d’interpretare arlecchinescamente un biopic sui generis, ha dipinto il suo Wepner in modo peculiarmente carismatico.

Trasformando Wepner in un guitto simpaticissimo, in un baldanzoso pagliaccio irresistibile.

Ma al contempo infondendogli forte verve e graziosa buffoneria. Non rinunciando, inoltre, a caratterizzare il suo personaggio, adulatore delle donne e amante della bella vita, con qualche tocco, qua e là, sapidamente ammaliante.

No, The Bleeder, nonostante l’ottima colonna sonora e la suadente fotografia accesa dal sapore vintage, non è un grande film. Incede troppo, ripetiamo, sul versante faceto di tale bizzarra faccenda assurda, emozionando poco e rimanendo, tutt’al più, un guilty pleasure spiritosamente riuscito soltanto a tratti.

Gli amanti però del Cinema estroso e mattacchione lo adoreranno, bevendoselo tutto d’un fiato.

Un film, sì, che per alcuni potrebbe risultare estremamente gustoso.

Questione di gusti…

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di Stefano Falotico

 

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