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Taxi Driver, chirurgia del dolore

Sangue martire contro i marci

Sangue martire contro i marci

di Stefano Falotico

 

La visione “religiosa”, stroboscopica e innatistica di Travis Bickle

Labile corrosione nel corpo cristologico di Travis. Martirio in “pietra” d’uno scheletro a(r)mato in sé “pietistico” quanto poi a incendiarlo impietoso, autoreferenzialità che ingloba ossigeno agonizzante, si “carbonizza” a calvari suoi stessi trasformistici, senza valvole di sfogo, ecco che scoppia il “mostro” creato dalle falsità. Tra un Mondo frastornante che segue logiche “savie” ma in realtà sbagliate e dunque virtualmente sempre nel mentirsi dietro parametri effimeri, in un Mondo già (e)stinto ove impera il bieco ed egoistico solipsismo erroneo, cupo, sordo e orrido, culminerà la sua “tragedia annunciata”. Oh oh, Travis nostro errantissimo. Zigomi d’un taglio e recisioni corporee d’un invero ectoplasma marmoreo. Scultura “plastica”, ad appannaggio di lui stesso “appannato”. Vibrante in virar acuto ad “ago” nelle vertebre dei folli. Come un volante che ruota “ispido”, sospeso nella suspense parossistica traballante, di “colore rasoio” colante fra il Peccato, da cui tutti i credenti ma anche gli agnostici provengono in tal “atea” società, in apnea, di spettri penosi corroboratisi negli alveari del miele fake, tra le aggroviglianti emozioni superficiali e della filigrana che ha perduto non solo la propria anima… ma soprattutto delittuosa nel “crimine” silenzioso del tacere l’animismo sincero alla base d’ogni spirituale elevazione.

Lui che si “orgasmizza” è invero proprio la veritas profonda in mezzo agli schi(ama)zzi frivoli, alle risate del coccodè di massa, dal pollaio se n’estrae e lotta una guerra già vinta perché “vittoria” di oscurarsi nel Buster Keaton privo di “vita” all’apparenza, quindi il suo simbiotico “cattivo” al contrario di tutto e tutti. Un “comico”, un buffone lontano però dalle corti e dai nasi con le gambe corte. Trasparente, si mostra “mostruoso” per quello ch’è. E non scende a compromessi.

L’estrema urgenza di non star mai fermo, di cambiare perennemente, d’evolversi a battito cardiaco del “getto continuo” sanguigno. Vitrea opacità del collettivo, terrificante rapimento. Di quello che vediamo ma non vediamo, è come se tutti sappiamo ma lui ha il coraggio, anche patetico o senza senso, “scellerato”, di denudare in una “finale” esibizione che, per paradosso e proprio colmo di ribaltamenti “reali”, diviene il gesto sacrificale d’un “eroe” contro la sua (non) volontà.

L’incoscienza di Travis e del suo (in)compreso senziente.

Una perla, Taxi Driver, che ancora sconcerta a distanza d’oltre… un trentennio. Apocalisse di rumori, anche nostri, di fondo, chiarezza lapalissiana del pasto nudo sociale e “luculliano”, ove tutti i lupi mangiano e proprio l’agnello assurge a wolf underground, sotterraneo, eppur presente. Anche troppo. Da brividi a pelle.

Fa male, (si) sente…

Fra ilarità violente, irrispettose e scevre di “Vergine”, Travis “impazzisce” per reazione “sospetta”, per “gastroscopie” al suo ventre che non più sopporta.

Ed esplode.

Non sense. Forse sì. In sen(s)o alla vita delle rincorse, (ri)corrente contromano.

 

Avanti, dici a me?

Avanti, dici a me?

 

Casinò

Casino Scorsese De Niro

di Stefano Falotico

Una magnifica perla che si rinnova a ogni visione…

Illuminandoci ad acuto splendore d’un Martin Scorsese violento, incantevole nei sublimi strazi di una tragedia annunciata, così come l’incipit esplode già nel melò a “bruciapelo”

Dopo il logo fiammante della Universal, “targato” 1995 d’antico nostro evocarci quanto lucenti abbagliavano perfino i naïf marchi delle “superate” major, una zoomata lentissima all’indietro che (a)dora un De Niro in giacca e cravatta sgargianti su impeccabile camminata sua celeberrima. Imponenza attoriale d’immediata presa scenica su gambe “sbilenche”, inguainate in pantaloni aderentissimi di velluto. Pochi passi scanditi dalla sua voce narrante (nel nostro doppiaggio resa in modo perfettamente “roco” da un perfetto Gigi Proietti sfumato, densa subito di malinconico squillarci nell’anima e “bruciarla” di limpidità “peccaminosa”), che c’annuncia quanto (non) vedremo d’allora in poi in un “finto” gangster movie di proporzioni shakespeariane. Ascesa dal nulla di Sam Ace Rothstein e, dall’esplosione in medias res con improvvisi, sfavillanti e al neo(n) titoli di testa di Elaine e Saul Bass, un viaggio dentro Las Vegas, centro nevralgico d’ogni sognatore “ingenuo” che sarà lapidariamente fregato. Fottuto, per dirla come s’esprime il nostro Joe Pesci, a sua volta fulcro centrale su cui un immenso Martin Scorsese fa ruotare i destini di tre “viscidi” scalatori sociali che calcolano tutto d’ambizioni sfrenate ma scordano proprio il nervo vitale della loro esistenza, l’anima.

Dimenticando l’anima, che han venduto al Diavolo, riceveranno in sorte prima l’inganno camuffato dalla ricchezza dei fruscianti soldi e poi, in tragica “serpentina” d’errore enorme, chi la morte atroce e chi, come Sam (spoiler), la sconfinata, inestirpabile e più funeraria amarezza.

La fine di ogni sogno.

Il tanto decantato, attraente, ipnotico e suadente American Dream s’è schiantato di ferocia abissale quanto così veloce salì le “scale”.

Ecco che Martin, dopo aver fatto saltare in aria la macchina lussuosa di Sam/De Niro e dopo gli avvolgenti, enigmatici, “tenebrosi” quanto folgoranti titoli di testa, piazza subito la storia dentro la cornice del 1983. Poco prima che la lancetta dell’orologio decreterà l’ultima, “estrema unzione”, di tre vite che hanno superato ogni confine, per avidità, voglia matta di diventare qualcuno, per aver corrotto la propria integrità morale nel barattarla con lo stesso rischio azzardatissimo su cui loro hanno scommesso, rubando “di nascosto” ai già falsi giocatori (dis)illusi.

Ecco che, all’improvviso, dopo la sibillina detonazione, Martin fa saltar il “pallino” della voce narrante al balzo (a)temporale di quella di Pesci/Santoro. Un mafiosetto di mezza tacca, ammanicato di qua e di là ma senza un piazzamento preciso, soprattutto tanto paranoico, impulsivo e testardo da mettersi inevitabilmente nei guai, trascinando con sé il suo “inseparabile” amico d’infanzia, Sam appunto, e una stratosferica, gran figa Sharon Stone. Bravissima “regina” che ammalia come una strega sua vita a imbruttire nel precipizio della fornace “divina”, la trinità di alcol, sesso e droga dalla quale s’era sganciata, approdando nelle braccia di Sam ma, nella cui stessa avviluppante spirale, “crollerà”.

Un ottimo allibratore che non sbaglia mai un colpo viene notato da qualche “capo” di Kansas City. Così, di “buoni” accordi “legali”, gli “recapitano” la gestione di uno dei più importanti casinò di Las Vegas, lo statuario, “brillante” Tangiers.

Questo allibratore è Sam, il “perfetto” Rothstein. Sam ci sa fare fin da subito. “Regola i conti” a modo suo, con acutezza via via maggiormente sorprendente, coi suoi “metodi”, tanto concisi quanto a muso duro se qualche truffatore pensa di scappare col malloppo estorto in modo baro ma inconsapevole che Sam, le sue videocamere color occhi a cui non sfugge niente e i suoi “bravi” scagnozzi, gli ha(n) già teso la trappola mortuaria. Se freghi, Sam ti vede, anzi (ti) ha già (pre)visto tutto. Chi vince grosse cifre a Las Vegas è sempre, a detta del nostro, uno che l’ha fatta sporca e non può quindi svignarsela di tutta franc(hezz)a.

Sam è un perfezionista, un calibratore d’ogni mossa tua vincente, dunque subitaneamente da perdente se ti va bene, da morto ammazzato se pensi di fuggir via da “vivente”.

Sam s’innamora però (classico colpo di fulmine “irrazionale”, ed è il primo delitto ai suoi raziocinanti calcoli…) di Ginger, prostituta-ballerina incarnata nella gran “falcata” strepitosa d’una Sharon Stone da Oscar. Addirittura, la convince a sposarlo. Promettendole, per l’eternità, una vita da favola paradisiaca. Ginger ci sta, ma è innamorata, non si sa perché, di un figlio di puttana come pochi, un fallito scarto di nome Lester Diamond, la versione ancora più spettrale del James Woods di C’era una volta in America, il suo fantasma forse mai “morto” e “riciclato” da un geniale Scorsese di casting beffardo. Di puro metacinema al di là d’ogni immaginazione.

Una miscela esplosiva, ecco che cos’è questo capolavoro assoluto. Tre protagonisti più un quarto incomodo (il poker), si mescolano poi le voci fuori campo di De Niro e Pesci, l’intreccio c’abbacina e stordisce, il congegno batte il tic tac per la fine che non può essere altra. Non c’interessa sapere come andrà a finire. Sappiamo già, in effetti, che in una maniera o nell’altra andrà malissimo per tutti quanti. Ed è in questo che consiste la magia di Scorsese. Riesce ad appassionarci a una storia vista mille volte ma mai raccontata così. Poi, i protagonisti a chi non starebbero antipatici? Eppure c’emozionano. Perché tanto umani. Altro ribaltamento di prospettive empatiche. Non “tifiamo” per nessuno, anzi, desideriamo in cuor nostro che crepino, proprio “trivellati” dalla sciagura che puoi augurare al tuo peggiore e “odioso” nemico.

Eppure Scorsese ce li “attacca” addosso, il flusso d’immagini è magnetico, apparentemente nulla di nuovo (infatti, in molti lo paragonarono a Goodfellas, dunque copia-“carbone” di “uguale” Martin stesso, che superficialità!), ma è quello che sappiamo di “vedere”, non sapendo come lo vedremo, a meravigliarci. Scorsese depista le vie sue già percorse, reinventa il suo Cinema con una trama “identica” a mille altre.

Unicamente Casinò.

Ed è per questo che Casinò, appunto, è insuperabile. Una delle vette più alte degli ultimi vent’anni della Settima Arte.

 

 

Secondo voi, Batman potrebbe essere Travis Bickle? Parallelismi fra due miti cinematografici

Ih ih ih, denti affilati da pipistrello, ih ih ih

Ih ih ih, denti affilati da pipistrello, ih ih ih

La favola o fava di Batman nel vampiro a sonagli, mai assonnato Travis Bickle lo straniero a mano a(r)mata di malessere


di Stefano Falotico

La più grande favola “nera” di Natale mai raccontata, secondo la versione ancestrale di Batman il balestriere delle emozioni risorte in grembo dalle sepolte sue macerie, qui scagliate a freccia veloce
Scevro da mielose smancerie e sconcezze varie di tal perduta società allo sba(ra)glio perpetuo, immolo il mio corpo in “immonda” santità divina. E, in questo salmo mio scalmanato, scotennerò il Cuore amatissimo dinanzi alla lussuria vostra sempre più ad affannarsi per altro infranger le tempie del Tempo che, sol di rammaricarvi privi oramai d’amore, creperete assonnati di “tanta” oscurità e già vecchio, opaco lindore che mai fu, dunque non foste, neppure quando io nacqui oltre.
Giungo nei pressi di un’abitazione tinta di “fresco”, “rinomata” di tutto punto nel bel mezzo d’una radura nebbiosa, avvolta da frasche appassite che si spezzan di fronte a mia lucida rifrangenza vellutata. Quasi una villa come se ne vedono nelle cartoline delle periferie di Londra. Ove l’aplomb dei londinesi s’appaia in tragicomicità da tè “bollente” a una contemplazione da me adesso ripudiata per sempre sfuggire alle balorde e ottuse ostinazioni dei vostri amarognoli e dolciastri caffè. Perché, nelle mie viscere, è riscoccata la fiamma spellante del ribelle bello e tal mio baldo ardere… ardirà a giammai più adombrarmi tra i forestali alberi. Se i lupi ululano, tu sei urna come i corvi che gracchiano, orinandoti. In tal “loculo”, stagnato nel groviglio di “salivare” piante rampicanti, salgo la scalinata, dopo averne divelto il portone nello scasso ingegnoso su ac(u)me della mia “truffaldina” ma sana mente da unico umano, non menomato, aggrappato ancor alle voci dell’anima in voi già smarrita. Oh, digradaste in valli di lacrime “rabbonite” da una “dolcezza” bugiarda che affila la ruffiana maschera sociale al (de)turp(ar)e, quindi arrotiti siete arrosto di carnaio in vetusti ingranaggi già arrugginiti e non raggianti delle vostre vene avvizzite. Così come il vino invecchia di miglioria in ornato aroma gustoso, io evolvo di stagione in stagione succosa, succhiando le fragoline di bosco tra i vostri loschi affari da teschi. Care esche, io pesco le albicocche e suggo la matura pesca col “duro”. E qui, in quest’autunnale mio vagare vicino a voi gli scheletri, “incornicerò” l’affamato “famoso” a sfamarmene sin al midollo spinale. Ché, con protervia arrogante e ignobile sdegno, mi giudicò a priori prima che (ri)nascessi. Volendomi perfino ficcar in naftalina a ripetuto bloccarmi. Dopo aver (m)assaggiato, di gustativo sorseggiare ogni zampillo frizzante d’effervescenza mia “solitaria” d’una fontana qua adiacente, sgorgherò fulmineo in tal suo nascondiglio. Ottenebrerò il suo credersi arrivato in cima al comando del vigliacco “comandante” che è. Ché, poi, di chissà quale vertice è ambizioso il nostro “ammiraglio?”. Ohibò! Borbotta alla porta, mi riceve, ceniamo e non s’ode per ora nessun trambusto anche se, silenziosamente, riceverà sode botte poco “digerenti”. Glielo rassoderò. Che sederino…
Pare che mi stesse aspettando e ciò mi sorprende, mi piglia alla sprovvista e attenta alle mie (s)palle. Dal di fuori, son entrato con passo felin e felpatissimo, come un pagliaccio gelante di fantoccio a neve appallottolata ma a lui non sarò glassa bianca e neppure galante in quanto menestrello “folle” dalle risate beffarde e in tutti i suoi buchi (s)cavalcanti. Egli apre l’uscio con l’intenzione presto di pisciarmi nel cervello. Vorrebbe ingarbugliarmi nelle sue “dotte” teorie del Mondo, al fine affilante d’infilzar il mio Cuore d’inconcepibili, da bile e fegato marcito, assurde quanto grottesche visioni dell’esistenza più lardosa e laida. Da maiale subito di quanto pen(s)i scannato. Vorrebbe uccidermi con sottigliezza “posata”, scarnire proprio me, che sempre credetti all’arbitrio libero quanto sospiro illeso da libellula danzante e alle farfalle “aperto”, affinché il Mondo sia felice di mille concezioni dentro un arcobaleno intrecciato alle detonazioni intonanti i colori delle soffuse tonalità roventi fra il rosso bruciante del fiero copulare e il fornicante, lavico indaco fulgido in nostre scremature virenti e profonde, non sciovinisticamente infornanti e lontane anni Luce, oh Dio la Luce, per nulla di forbici come il nostro che ama deformare al for(n)o “caldo”. Io che rappresento il lindo non inaridito e l’anima non glaciale da chi ha resistito a duri temporali dalle piogge malinconiche e sferranti colpi per vincermi nell’ingloriosa essiccazione che i cinici desiderarono s’accalcasse, come calcare, a mio sporcarmi in acrilico sbiadire per “voluttà” rivoltante del loro c(l)oro disumano e “unanime” d’aberrazioni infierire in ferite a traumatizzar di più le mie rimarginate cicatrici e a lederle indelebilmente col dolore amaro vicino alle acrimonie odiose dai contorni poco briosi ma da brividi, gli sarò (in)grato. Grattando a raschiar tal asino che subito può scongiurare quel che accadrà ma, già (de)caduto in mia trappola del congelarglielo, è topo nell’avvertire il formicolio d’un tremante in subito “scioglierlo” fra le mutande. Cagarella sciolta e di mia briglia nel sacro abba(gl)iante.
Mi presto al suo “gioco” ed egli incalza, sempre più incazzato, di avvilenti domande.
Mi chiede, di tutti personali con “Grazie” ma non suo ringraziamento eppur “grazioso” di falsità “nuda” in mio occhio indagatore, d’associare tre parole alla parola “Amore”.
Mi dà in mano un foglio, “scarto” la stilografica dai pantaloni e scrivo di getto “simpatico” un inchiostro mio “nero” da finto anatroccolo come Calimero.
Dal calamaio, colan vergate queste mie simbiosi con la Trinità, che io “allieto” di poesiole per abbellire la cartastraccia, cioè…:

amore degli stronzi a me non s’addice del neppur dir un solar dì da quattro soldi se di nettare sarai (s)fortuna a sua margherita triste e non da quadrifogli, amore è bacio di liquore se, della malelingua, nonostante il malincuore, lei non ti fotte di striscio, amore è una canzone di tal ritornello…
i fringuelli scesero a corte per “dorarla” nel permear quel che, imbucato, è sporco panno imburrato poi da lavare dal caramello anche se è un’educanda imbranata eppur che io “imbracai” in lago a barchetta o donnaccia da gastrica lavanda, e trotterellarono a frotte per punire la mignotta butterata e bruttarella.
Fine.

Il tizio urla tosto che mi spaccherà le ossa e il “mio” che sta mobilmente rigido e umorale in mezzo a lei e al tuo culo eppur nella bella donna dietro belante, e quindi non arretro di fronte spaziosa nei retri della mia non celata “bottega” di olio parsimonioso.
Non capisce un cazzo e chiama la polizia perché mi crede matto e pur “volgarmente” ozioso. Acidulo come l’uva passa nelle passerine su mio mai ingravidarle da passeggino ma solitario in quanto pascolo di olive ascolane in ani da passerone.
Passerà? Tu lo sai? Allora, il sale…
Al che, gli ricordo che sua moglie se la fa con un negro, e assomiglia al “cameo” di Martin Scorsese di Taxi Driver nel mio Bickle in fondo in fondo guardante da voyeur e ridente di beffarlo nel “porco” del mio parco rider sotto sotto.
Il tassametro va, il suo cazzo spara di grilletto (dis)armante.
Paga il pedaggio, vai a vivere sotto i ponti, adesso scendi.
In realtà questa non è una fav(ol)a ma un’inculata.
Se tal freddura non hai digerito, ci son le fave di Fuca.
E lascia la fica se ficcante le fui affondandolo.
E Batman?
Batman ordina di battere le mani. Il resto è un gioco. Il Joker è la carta rubamazzo.
Un po’ “schizza”, poi sta buono più del cattivo nel “doppio”.
Il Pinguino è anche un freezer.
Il resto si fotta.
Compresa tua madre da compresse.
Non pressasse, sono stanco del pressing. Io giocavo ala, tu sei pollo e il goal provoca un olè!
Evviva “colui” che nel cu(cu)lo “vola”.
Le (s)ole.

Post scriptum: piacevolmente ti lustrerei le cosce con far (r)affinato, solidamente solidale al seno tuo sporgente, tu chiamala se vuoi infatuazione o in fata di mio affamato.
Detta brevemente, lo allunghi ma sempre Sharon Stone di Casinò rimani. Ti meriti solo Santoro, sia il demagogo e sia Pesci. Via troia! Sei un’italiana media, mangia l’insalata e vai a far spinning nel tappeto rollante u’ caz’ en cul’ de’ mammata santissima per tonificare quando “lo” incrocerai muscoloso. Guarda Neri Parenti e stai comunque accorta al mio serpente.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Maps to the Stars (2014)
  2. Il Cavaliere Oscuro (2008)
  3. Taxi Driver (1976)
  4. A proposito di Davis (2013)
Doppa personalità o la stessa maschera double face? Batman è nudo, la Regina è lupa!

Doppa personalità o la stessa maschera double face? Batman è nudo, la Regina è lupa!

 

Casinò, lo splendore tragico del melò, dalla francese eleganza mélo alla Mela torbida del Peccato in quel di Las Vegas…

Sa(l)m(o)

Sa(l)m(o)

di Stefano Falotico

La Mecca d’un Cinema parsimonioso, doloroso, croce e delizia di martiri annunciati, di angeli bruciati dall’odor ludico del denaro. Che s’azzanneranno dietro falò turbinati, da ricchi lussu(ri)osi della vanità irosa e più diluente in tramontar del rosso che fu splendido. Ma solo per un istante illusorio. Vite già al capolinea del passaggio a livello, della segnaletica semaforica a forarli nella crepa delle loro inestinguibili macchie.

La smania di potere “gravita” in Sam “Asso”, giocatore d’azzardo, scommettitore invincibile che afferra vincite d’intuito “imperscrutabile”. Come un De Niro imponente, pauroso nella sua (non) sempre azzeccante lucentezza d’abiti sgargianti.

Sempre in giacca e cravatta, sarà il primo fottuto “croupier” d’una vita spalancatasi a (non) essere meravigliosa che, per colpa della follia dell’avida moglie-puttana e dell’amico avventato e bastardo, colerà a picco, arsa viva come il luccicante incipit d’un deflagrante Saul Bass.

Dopo il bagliore rotante del logo Universal(e), ecco il piano sequenza sulla camminata fiera di Sam. Che esplode! Cadenza i suoi passi a cronometro dell’esplosivo già Martin incendiante. Gira la chiave e boom! Scoppia in aria.

Fine dell’inizio o siamo solo a metà del viaggio infernale? La costruzione è già Cinema di altissima scuola, di quelle carrozzerie perfette che oggi non si fabbricano più. Respira di nostalgici ’70, crepuscolare narratore De Niro a raccontarci l’antefatto e i prossimi, a nostro vederli rabbrividendo, “bianchi” misfatti.

Dal nulla, una pedina del sistema gangsteristico, uno “qualunque” che non sbaglia mai come allibratore, viene scelto dai capoccia di Kansas City per star a capo, di lor “capi”, d’un casinò “desertico”, il Tangiers.

Sale le scale della gerarchia, s’illude ma sba(di)glia, come si suol dire. Fra gli squali, distrarsi un secondo è letale. Sam azzecca tutte le mosse, un cavallo purosangue… che, fra la violenza, è principe del gioco. Tutti arrivano a Las Vegas pensando di far banco e cassa, invece non lo sanno che schiatteranno. Lui ha calcolato i perdenti ma non la sua possibile, devastante perdita per troppo orgoglio. Ahia, dolore di cui ti pentirai acu(s)t(ic)amente.

Nessuno, in pratica, vince… è già (iper)visto che moriranno dissanguati, sepolti vivi nella “slot machine” delle appunto lor ca(rca)sse da morti viventi. Las Vegas puzza di vecchiaia dietro le paillettes da Elvis Presley.

Premi invece il pulsante che non dovevi spingere e sei finito.

Lo sa Nicholas Pileggi, direttamente dall’evoluzione in salsa melodrammatica dei bravi ragazzi. Qui a miscela pregiata del caffè più amaro, zuccherato di cucchiaino al biscotto di tre vite inghiottite(si).

Le altre tre ore sono Storia del Cinema. Pura mattanza della Bellezza disossata, fulminante è Martin nell’apoteosi della magnificenza che odora di limpida carne nella celluloide perfetta a stamparci lo sguardo distrutto d’un De Niro petroliere…

Re-view again and again, ancora!

 

Il grande match, featurette e personale retroscena di un film a suo modo epico…

Seppur già “imbarazzante” vista la “mole” vecchiotta dei due stagionati suoi interpreti, De Niro e Stallone. Un De Niro però “addominalmente” (ri)temprato in un fisico d’insospettabile quasi asciuttezza con vaghissimo accenno di pancetta “schiacciata”, senza dubbio sfavorito dinanzi al sempre allenato e più tonico Sly.

Ma due icone storiche e immortali si lanciano la sfida duellante d’una “atemporalità” entusiasmante. Gravitan in me i ricordi, dalle nebbie del Passato emerge il brio di due antieroi solitari, De Niro, uno dei più straordinari, impressionanti trasformisti attoriali del Cinema, e Stallone, a suo modo emblema di un’epoca forse oramai dissolta(si).

Alla Warner Bros, arriva una sceneggiatura da “mani nei capelli” che però suscita guilty pleasure e fa gola. “Tratta” di due pugili andati con l’età, anzi d’anagrafe davvero avanzata che voglion tornare sul ring a 30 anni di distanza dal loro ultimo e “definitivo” incontro. Una rivalità che fu… “inoppugnabile”, pugnacissima sfida fra titani della boxe.

Il Tempo arrugginisce la pelle, le rughe appaiono sgualcenti e i muscoli s’indolenziscono nel pianger appunto di rimpianti, nei pugni soprattutto della vita “vera”. Ah, quanti tutti ne incassiamo, li diamo e poi li riceveremo. Così è, un piatto della bilancia che oscilla, come il peso che è in forma poi soffre di pesantezza. Vita dura dunque ove, prima o poi chiunque, almeno una volta, va al tappeto. Alcuni non si rialzano, altri tengon sempre alzata la vittoria!

Ma Kid non ci sta. Adesso è uno stimato ristoratore, eppur qualcosa dentro di lui lo duole. Si chiama profumo rancido di mai assopito rancore, da cui il titolo originale della pellicola di Segal. Prima, fu lui il vincitore, il gran campione che buttò giù l’orso “buono” Razor ma, alla rivincita, perse in modo “ignominioso” con la “clausola”, “firmata” Razor, ritiratosi da allora in poi, che un terzo combattimento per decretare, sancire e (de)finire chi, fra i due, fosse stato the best(ia) forever, mai più avrebbe avuto luogo in questo Mondo. Fine dei giochi, Razor ha deciso.

Lid, per un trentennio appunto, ha provato a dimenticare quell’affronto. Quell’esser stato colpito e dissanguato, “sbucciato” come una pera cotta, a virtù invece innalzata nella carriera di uno troneggiante e considerato perciò più forte nell’averlo buttato giù al secondo match sacramentante, non l’ha digerito. No, assolutamente. Ecco che, quando credi d’aver sedato l’acredine, scoppia la voglia di vincere.

Ha ingoiato il pugno mancino del nostro “Balboa” e, riverso con la mascella slogata e la derisione collettiva, ha dovuto giocoforza attenersi ad attenuare la rabbia di non poterlo più vincere a singolar tenzone. Un fighter umiliato che, oggi, si barcamena col carisma malandato del saper di non essere il primo ma sul podio dello sconfitto. Sigillato nell’applauso di tutti, che gli riconoscono il valore, il coraggio, l’energia che fu ma anche a ritenerlo battuto e a posizionarlo su-giù nel gradino inferiore. Sul piedistallo degli annali, v’è invece l’antologico Razor.

Guadagnante l’amore delle donne, il posto d’onore in bacheca, la medaglia e il “cinturare” Kid, beffato da “buff(ett)o” con tanti sassolini nella scarpa per disossargli il fegato d’impotenza che, volente o nolente, deve ammettere la scon-fitta estrema.

Kid sogna la resa dei conti. E non è mai troppo tardi, sinché fiato hai in gola e sangue nelle mani furenti, per scagliare la provocazione che possa ripristinare il torto.

Una fottuta illusione, però colta al volo da qualche “maniaco” nostalgico. Che, dietro la scusa d’una “pubblicità” internettizzata, coglie i “guantoni” al balzo affinché i due pugili “tremanti”, forse anche di primi accenni di Alzheimer, si riuniscan di nuovo a distanza d’un quarto di secolo.

Questo è Il grande match.

Film stupido ma da non trascurare.

Perché, comunque, non abbiamo mai assistito a Rocky vs Toro scatenato.

L’abbiamo sempre sognato. Forse, per un film drammatico e non autoironico.

Ma è meglio di nulla.

Anche se sarà un plateale (in)successo e fischi degli spettatori, dei critici a bocciarli di “punti”, o d’un De Niro che, sia lodato il suo sforzo ma non ce la può fare di credibilità, in piedi rimarrà.

Aspettando le versioni alternative del già annunciato Dvd, ancora prima che il film sia in sala.

 

(Stefano Falotico)

 

Cinefile 2013 by Miguel Branco, un anno di Cinema!

Ecco uno strepitoso video che raccoglie in circa 7 minuti il meglio della quasi finita stagione cinematografica 2013.

Realizzato da Miguel Branco, un viaggio per immagini di fascino dorato, come il grande Cinema, the best of this year!


In ordine di apparizione, è il caso di dirlo:

00:01:18 (Dialogue) Nebraska
00:02:10 Midnight’s Children
00:03:17 Nebraska
00:06:21 (Dialogue) Frances Ha
00:08:06 The Harder They Come
00:09:11 How I Live Now
00:10:03 Ginger & Rosa
00:10:21 (Dialogue) Dallas Buyers Club
00:11:12 Dallas Buyers Club
00:12:06 (Dialogue) Desperate Acts of Magic
00:12:17 Blue Caprice
00:13:15 Wadjda
00:14:13 Desperate Acts of Magic
00:16:02 (Dialogue) The Company You Keep
00:16:04 The Attack
00:16:17 A Dark Truth
00:17:07 The Company You Keep
00:17:22 Una Noche
00:18:16 Black Nativity
00:18:18 (Dialogue) The Company You Keep
00:20:02 The Company You Keep
00:21:05 The Kitchen
00:21:11 August: Osage County
00:22:08 Ain’t Them Bodies Saints
00:23:12 The Artist and the Model
00:24:09 Not Waving But Drowning
00:24:14 (Dialogue) Copperhead
00:25:06 Copperhead
00:26:01 Therese
00:26:21 Frances Ha
00:27:10 (Dialogue) Le Petit Soldat
00:28:02 Leonie
00:28:18 Like Someone In Love
00:29:21 Newlyweeds
00:30:13 Wish You Were Here
00:30:23 (Dialogue) Don Jon
00:31:06 Don Jon
00:32:01 (Dialogue) Lovelace
00:32:02 Parkland
00:33:17 Big Sur
00:34:07 Concussion
00:35:00 Lovelace
00:35:17 Inside Llewyn Davis
00:36:19 A Hijacking
00:37:12 (Dialogue) Morning
00:37:16 Morning
00:38:14 Things Never Said
00:39:02 (Dialogue) Before Midnight
00:39:17 4some
00:40:16 From Up on Poppy Hill
00:41:22 Before Midnight
00:43:10 How I Live Now
00:44:06 (Dialogue) The Way, Way Back
00:44:16 The Story of Luke
00:45:07 As Cool As I Am
00:48:02 August: Osage County
00:48:19 (Dialogue) Knife Fight
00:49:11 Knife Fight
00:50:01 (Dialogue) Knife Fight
00:50:02 Knife Fight
00:51:05 Arthur Newman
00:51:18 The Lifeguard
00:52:07 (Dialogue) Mr. Pip
00:52:17 Her
00:53:14 Planes
00:54:01 Mr. Pip
00:54:12 The Invisible Woman
00:55:04 To The Wonder
00:55:16 (Dialogue) Short Term 12
00:55:17 Hannah Arendt
00:56:05 The Fifth Estate
00:56:23 Short Term 12
00:58:18 In the House
00:59:09 Filly Brown
00:59:20 (Dialogue) The Place Beyond the Pines
00:59:22 Something in the Air
01:00:18 Pulling Strings
01:01:07 Lee Daniels’ The Butler
01:01:23 Romeo and Juliet
01:02:13 The Place Beyond the Pines
01:03:00 Fading Gigolo
01:03:13 Paradise
01:03:15 (Dialogue) The Monuments Men
01:04:18 One Chance
01:05:12 The Monuments Men
01:06:09 Mandela: Long Walk to Freedom
01:07:10 Out of the Furnace
01:07:15 (Dialogue) Paranoia
01:08:01 Paranoia
01:09:07 Thanks for Sharing
01:09:23 Gimme the Loot
01:10:03 (Dialogue) The Kings of Summer
01:10:23 Charlie Countryman
01:11:20 Generation Um…
01:12:09 Philomena
01:13:04 The Kings of Summer
01:14:14 Populaire
01:15:06 Reality
01:15:18 American Hustle
01:16:14 Patang
01:17:06 Stuck in Love
01:17:20 Great Expectations
01:18:07 Beyond the Hills
01:18:10 (Dialogue) Prince Avalanche
01:18:15 An Oversimplification of Her Beauty
01:19:03 33 Postcards
01:19:15 Prince Avalanche
01:21:02 The Incredible Burt Wonderstone
01:21:16 Caroline and Jackie
01:22:03 The Time Being
01:22:19 Lone Survivor
01:23:17 Struck by Lightning
01:24:08 (Dialogue) Escape From Planet Earth
01:24:15 Escape From Planet Earth
01:26:05 Fruitvale Station
01:26:23 See Girl Run
01:27:10 (Dialogue) Saving Mr. Banks
01:28:11 Saving Mr. Banks
01:30:17 Winnie Mandela
01:31:09 I Do
01:31:21 The Dirties
01:32:16 Sightseers
01:33:11 The Place Beyond the Pines

Part 2:

01:36:06 (Dialogue) American Hustle
01:37:05 American Hustle
01:55:01 The Lone Ranger
01:55:20 (Dialogue) Now You See Me
01:57:07 Now You See Me
01:58:00 R.I.P.D.
02:00:01 (Dialogue) The Wolf Of Wall Street
02:00:14 The Wolf Of Wall Street
02:01:00 Rapture-Palooza
02:01:21 Kick-Ass 2
02:03:02 The Counselor
02:03:06 (Dialogue) Broken City
02:03:17 The Iceman
02:04:06 Dallas Buyers Club
02:04:23 Broken City
02:06:00 (Dialogue) Phantom
02:06:01 White House Down
02:06:13 American Hustle
02:07:19 Redirected
02:08:05 (Dialogue) Phantom
02:08:18 The Counselor
02:09:09 Phantom
02:09:22 Out of the Furnace
02:10:11 (Dialogue) Broken City
02:10:16 Only God Forgives
02:11:14 Oz: The Great and Powerful
02:12:12 Snitch
02:14:12 Rush
02:15:00 Runner Runner
02:15:03 (Dialogue) Gangster Squad
02:15:14 Only God Forgives
02:16:08 Spring Breakers
02:16:17 (Dialogue) Gangster Squad
02:17:00 Gangster Squad
02:19:04 The Lone Ranger
02:19:14 Percy Jackson: Sea of Monsters
02:19:17 (Dialogue) Dallas Buyers Club
02:20:03 G.I. Joe: Retaliation
02:20:15 Dallas Buyers Club
02:21:07 The Tower
02:22:12 The Mortal Instruments: City of Bones
02:23:02 Gangster Squad
02:23:10 (Dialogue) Emperor
02:23:17 Gravity
02:24:10 World War Z
02:24:19 Oblivion
02:25:04 Elysium
02:26:16 Emperor
02:26:01 Now You See Me
02:26:09 Man of Steel
02:26:17 Fast & Furious 6
02:27:05 Battle of the Year
02:27:15 R.I.P.D.
02:27:18 (Dialogue) Machete Kills
02:28:03 Machete Kills
02:28:13 The Frozen Ground
02:28:20 (Dialogue) Jobs
02:28:23 The Lone Ranger
02:29:13 Tomorrow You’re Gone
02:30:02 Homefront
02:30:12 Mission Park
02:31:00 Olympus Has Fallen
02:31:14 Mama
02:32:01 Jobs
02:33:00 Kiss of the Damned
02:33:20 The Wolf Of Wall Street
02:35:05 Man of Tai Chi
02:35:15 The Hobbit: The Desolation of Smaug
02:36:02 White House Down
02:36:22 Insidious Chapter 2
02:37:04 Ender’s Game
02:37:21 World War Z
02:39:00 The Grandmaster
02:39:21 D-Day
02:40:11 Elysium
02:40:16 (Dialogue) Riddick
02:40:22 Riddick
02:41:05 V/H/S/2
02:41:11 Bullet to the Head
02:41:23 Gravity
02:42:11 The Last Stand
02:42:19 (Dialogue) Now You See Me
02:42:20 Cinco de Mayo: La Batalla
02:43:06 The Bling Ring
02:43:19 Texas Chainsaw 3D
02:44:18 Red 2
02:45:05 42
02:45:21 Rush
02:46:15 Iron Man 3
02:47:04 Metallica Through The Never
02:47:13 Now You See Me
02:48:09 I Declare War
02:48:23 Drug War
02:49:11 Ender’s Game
02:49:21 (Dialogue) Only God Forgives
02:50:01 Only God Forgives
02:50:15 The Lone Ranger
02:51:18 Elysium
02:52:02 Vampire Academy
02:52:07 (Dialogue) Pacific Rim
02:52:17 Oz: The Great and Powerful
02:53:02 Oblivion
02:53:11 Pacific Rim
02:53:21 Violet & Daisy
02:54:05 Into the White
02:54:12 Cockneys vs. Zombies
02:54:21 The Great Gatsby
02:55:07 Gangster Squad
02:56:03 47 Ronin
02:56:12 Star Trek Into Darkness
02:56:16 (Dialogue) A Good Day to Die Hard
02:57:00 Getaway
02:57:15 Pain & Gain
02:58:07 Percy Jackson:Sea of Monsters
02:58:23 Rush
03:00:16 Jack Ryan: Shadow Recruit

Part 3:

03:02:21 (Dialogue) Idenity Thief
03:03:10 Identity Thief
03:09:01 I Am Not a Hipster
03:09:05 (Dialogue) I Am Not a Hipster
03:14:16 Hunky Dory
03:15:08 Identity Thief
03:15:22 Grow Up, Tony Phillips
03:16:12 Safe Haven
03:17:03 What Maisie Knew
03:17:22 Drinking Buddies
03:18:06 (Dialogue) Drinking Buddies
03:19:01 Wrong
03:20:06 The World’s End
03:20:11 (Dialogue) The World’s End
03:21:04 Blue Jasmine
03:21:07 (Dialogue) Blue Jasmine
03:22:08 And Now a Word from Our Sponsor
03:22:12 (Dialogue) The Big Wedding
03:23:16 The Big Wedding
03:24:16 Haute Cuisine
03:25:18 Drinking Buddies
03:26:12 A.C.O.D.
03:26:14 (Dialogue) 21 and Over
03:27:04 Dallas Buyers Club
03:27:16 You Will Be My Son
03:28:08 Afternoon Delight
03:29:00 21 and Over
03:30:18 (Dialogue) We’re the Millers
03:30:21 We’re the Millers
03:31:08 Kick-Ass 2
03:32:12 Ways to Live Forever
03:33:03 Baggage Claim
03:33:13 Diana
03:34:07 Divorce Invitation
03:35:06 (Dialogue) The Internship
03:35:15 The Internship
03:38:23 Unfinished Song
03:39:03 (Dialogue) Unfinished Song
03:39:11 The Internship
03:39:17 (Dialogue) Love Is All You Need
03:40:04 Love Is All You Need
03:40:13 Best Man Down
03:40:04 (Dialogue) Kevin Hart: Let Me Explain
03:40:05 Kevin Hart: Let Me Explain
03:44:07 The Hangover Part III
03:44:23 (Dialogue) The Hangover Part III
03:45:12 (Dialogue) Holla II
03:45:14 Holla II
03:46:08 About Time
03:46:13 (Dialogue) About Time
03:48:04 Austenland
03:48:18 Mud
03:50:03 Arthur Newman
03:51:06 (Dialogue) In A World…
03:52:03 Adore
03:52:04 (Dialogue) In A World…
03:53:05 In A World…
03:55:07 (Dialogue) A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III
03:55:10 A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III
03:58:10 Identity Thief
03:58:12 (Dialogue) Identity Thief
03:59:01 Electrick Children
03:59:23 Her
04:00:01 (Dialogue) Before Midnight
04:00:19 American Hustle
04:01:04 Blue is the Warmest Color
04:02:11 Before Midnight
04:02:14 (Dialogue) Before Midnight
04:03:05 Halfway to a Blackout
04:06:17 Drift
04:07:04 Jobs
04:08:00 Crystal Fairy
04:09:05 Kill Your Darlings
04:09:19 InAPPropriate Comedy
04:10:08 The Family
04:11:07 Jackass Presents: Bad Grandpa
04:11:10 (Dialogue) The Heat
04:11:21 CZ12
04:12:17 Grow Up, Tony Phillips
04:13:21 The Heat
04:15:04 The To Do List
04:15:16 Grown Ups 2
04:16:07 (Dialogue) Last Vegas
04:16:09 Girl Most Likely
04:17:09 Break Up at a Wedding
04:18:01 Much Ado About Nothing
04:18:17 The Brass Teapot
04:19:13 Home Run
04:20:03 Last Vegas
04:20:19 Anchorman 2: The Legend Continues
04:21:02 (Dialogue) The Hangover Part III
04:21:21 The Hangover Part III
04:22:16 One Direction: This Is Us
04:23:06 Liars All
04:25:05 Weekender
04:25:00 The Lesser Blessed
04:25:14 (Dialogue) CLONED: The Recreator Chronicles
04:26:18 Despicable Me 2
04:27:07 CLONED: The Recreator Chronicles
04:27:21 Union Square
04:28:07 At Any Price
04:28:19 (Dialogue) This is the End
04:28:21 Frozen
04:29:16 This is the End
04:31:11 Free Birds
04:32:01 Grudge Match
04:32:08 (Dialogue) Ass Backwards
04:32:20 The Sapphires
04:33:11 Ass Backwards
04:34:16 Cloudy With a Chance of Meatballs 2
04:35:03 Mental
04:35:19 Delivery Man
04:37:18 (Dialogue) Monster’s University
04:37:19 Monster’s University
04:38:10 Turbo
04:39:01 It’s A Disaster
04:39:10 The Spectacular Now
04:39:21 Syrup
04:40:09 Enough Said
04:40:20 Movie 43
04:41:04 Warm Bodies

Part 4:

04:44:13 (Dialogue) Trance
04:46:13 Into the Mind
04:47:12 Come Out and Play
04:49:20 Breaking the Girls
04:49:14 The East
04:51:08 (Dialogue) Tiger Eyes
04:51:11 Capital
04:52:46 Upstream Color
04:53:00 Stranded
04:53:13 Ginger & Rosa
04:54:14 Tiger Eyes
04:55:12 Cutie and the Boxer
04:56:04 Bless Me, Ultima
04:56:11(Dialogue) Her
04:57:09 The Wall
04:58:03 The Lords of Salem
04:58:20 Upstream Color
04:59:02(Dialogue) Upstream Color
04:59:18 Into the White
05:00:06 The Silence
05:01:15 Prisoners
05:02:05 (Dialogue) The Frozen
05:02:11 Out in the Dark
05:03:17 Under the Skin
05:04:13 The Call
05:05:14 The Conjuring
05:06:12 (Dialogue) Iron Man 3
05:06:16 Kick-Ass 2
05:07:17 Iron Man 3
05:08:23 Disconnect
05:09:18 Zaytoun
05:10:00 (Dialogue) Oz: The Great and Powerful
05:10:08 Jobs
05:11:09 Oz: The Great and Powerful
05:12:15 Kill Your Darlings
05:13:10 The Secret Life of Walter Mitty
05:14:13 (Dialogue) Beautiful Creatures
05:14:14 Captain Phillips
05:15:09 Dark Skies
05:15:22 Tied
05:16:19 The Secret Life of Walter Mitty
05:17:23 The Croods
05:19:08 A Teacher
05:19:22 (Dialogue) The Hobbit: The Desolation of Smaug
05:20:02 The Hunger Games: Catching Fire
05:20:21 The Hobbit: The Desolation of Smaug
05:22:05 Rush
05:23:23 Man of Steel
05:24:13 Iron Man 3
05:24:21 Rush
05:25:07 Iron Man 3
05:25:19 Man of Steel
05:27:01 (Dialogue) 12 Years A Slave
05:27:06 12 Years A Slave
05:27:21 Captain Phillips
05:28:08 Simon Killer
05:28:18 Blue is the Warmest Color
05:29:09 Kon-Tiki
05:30:04 The Inevitable Defeat of Mister & Pete
05:30:22 The Last Days on Mars
05:31:09 Jug Face
05:31:19 Blue Umbrella
05:32:14 Evil Dead
05:33:07 The Tower
05:34:04 White Elephant
05:34:06 (Dialogue) The Purge
05:34:14 Eden
05:34:23 The Last Exorcism Part II
05:35:18 The Book Thief
05:36:17 The Purge
05:37:13 Oblivion
05:38:15 Iron Man 3
05:39:01 Star Trek Into Darkness
05:39:10 Gravity
05:39:19 G.I. Joe: Retaliation
05:41:01 The Hobbit: The Desolation of Smaug
05:41:10 Lore
05:42:05 All Is Lost
05:42:20 (Dialogue) Star Trek Into Darkness
05:42:21 Dead Man’s Burden
05:43:05 Outside Satan
05:43:20 Prisoners
05:44:11 The Reluctant Fundamentalist
05:45:05 The Citizen
05:45:18 Rigor Mortis
05:46:10 Snap
05:46:22 The Great Gatsby
05:47:08 Rigor Mortis
05:48:01 Star Trek Into Darkness
05:48:10 Under The Skin
05:48:17 Black Rock
05:49:03 Not Today
05:49:11 War Witch
05:49:13 (Dialogue) Stoker
05:49:18 Penthouse North
05:50:01 My Brother the Devil
05:50:07 As I Lay Dying
05:50:21 The Hunt
05:51:07 Stoker
05:51:20 Inescapable
05:52:04 The Prey
05:52:14 World War Z
05:53:00 Epic
05:53:09 (Dialogue) After Earth
05:54:00 Thor: The Dark World
05:54:13 You’re Next
05:55:00 Ain’t Them Bodies Saints
05:55:01 (Dialogue) Oblivion
05:55:11 Oblivion
05:55:19 Carrie
05:56:07 Prisoners
05:56:15 Dead Man’s Burden
05:56:23 Fast & Furious 6
05:58:05 Elysium
06:00:02 The Secret Life of Walter Mitty
06:01:15 Seventh Son
06:02:16 The Wolverine
06:03:13 Iron Man 3
06:04:02 Man of Steel
06:04:16 Charlie Countryman
06:05:23 Thor: The Dark World
06:07:02 Jack the Giant Slayer
06:07:22 The Hunger Games: Catching Fire
06:08:18 Upside Down
06:10:21 Walking with Dinosaurs
06:11:16 Electrik Children
06:13:07 Only God Forgives
06:14:17 (Dialogue) The Iceman
06:15:01 The Host
06:15:17 Byzantium
06:16:06 Jack the Giant Slayer
06:16:19 Oblivion
06:17:19 The Wolverine
06:18:08 Oz: The Great and Powerful
06:21:08 (Dialogue) The Great Gatsby
06:21:14 The Monk
06:23:03 Shanghai Calling
06:24:08 Upstream Color
06:25:15 After Earth
06:26:20 The Great Gatsby
06:31:05 The Silence
06:31:16 Parkland
06:32:04 Antiviral

 

 

Freddie Mercury biopic

Sono Freddie! Nightmare AIDS di mito!

Sono Freddie! Nightmare AIDS di mito!

Dopo anni di gestazione, rimandi, regie di nomi che son saltati, compreso quello di Stephen Frears, finalmente il progetto su Freddie Mercury pare aver trovato il suo direttore di orchestra.
E anche il nome che interpreterà Freddie, dopo il no di Sacha Baron Cohen. Allontanatosi per colpa dei produttori, alla fine a scartarlo perché la cattiva fama di Cohen hanno ritenuto non essere favorevole alla riuscita commerciale del film. Io, personalmente, avrei invece proprio scommesso su Cohen. Secondo me, più somigliante a Mercury e forse in grado di poter conferire al personaggio la giusta aura di maledettismo e sana follia trasgressiva.

Secondo quanto riportato da Deadline, il film, finanziato dalla Tribeca di De Niro e col beneplacito di Johnny Depp, avrà adesso come helmer Dexter Fletcher e come interprete Ben Wishaw.

Rimane invece, in vesti di sceneggiatore, il già designato Peter Morgan, che aveva appunto scritto The Queen del nostro Frears sopra citato. Da non confondere, eh eh, con la band nostra omonima.

Allora, in culo alla balena e in bocca al lupo!

We will rock you!

 

Martin Scorsese e il senso della paura o incubo a occhi aperti

Ahahahah!

Ahahahah!

di Stefano Falotico

 

Intermezzo parsimonioso, “lagunare” di gioie intiepidite nel vulcanico boato d’un trascendere mesto e, dai repentini schizzi, nei fragori dei “carburanti” tuoni, a spaccare il muro degli “occhi aperti” e dei miei incubi… travolgenti

Mistico, asciugo le palpebre di questa Luna irriverente, ché m’ha stuzzicato il tramonto nell’impeto solitario d’un malessere soffrente fagocitate pulsioni represse, rannicchiate, le iridi tendon sempre a una serenità (in)cauta, irraggiungibile che, sfrenatamente altera e incastonata a (in)canto del lupo latente-latrante, anzi proprio alterandomi come brezze rubescenti del mio manto tensivo, “crollano” dentro il mio Cuore già arrochito. Il mordente della mia grinta trascorsa… ecco che non più mi “riverisce” di quelle suggestioni magiche che “sbranavano” la mia mente ad acutizzar il pensiero, far sì che volasse e s’inabissasse, rosso “mungesse”, a calor del mio seno d’ingegni sporgenti, la bianca abside della limpidità. Estenuato, cado a letto, con le membra intirizzite, quel gioviale torpore creativo è stanotte mutato al “maledirmi”. A incagliarmi d’incubo che, placido e corrosivo, lesto bacia la bocca della mia anima infernale. Rendendo il sonno incerto. Penzolo in questo spettro dalla bramosia avvolgente. Mi mastica intorno, mi ruba l’anima, sopravvivo a stento nella stretta spirale dei suoi feroci tendini. Con propulsioni accendenti, asperse poi nello spegnimento improvviso, una lagrima, color gioconda chioma mia sudata, “dimena” l’incubo nel risveglio più pauroso.

Una detonazione. E scorgo, cogli occhi sbarrati, adesso maschere furfanti, ché vorrebbero ancor rabbuiarmi, stanno zitte, non parlano, tacciono ma par che mi taccino per sigillare il mio corpo nella pallida, cruenta bara dei morti. Sabbie mobile, paura e palude!

Urlo, prima di urlare… tremo con forza, scalcio e, dalla riunita gente bieca senza volto a me ronzante attorno, “ravvedo” Max Cady, Babau spaventoso, dai denti “affilati” in un tatuaggio “benefico”. Sì, è l’unico uomo “nero”, dallo sguardo “effimero”, bruciacchiato e quindi più vivo degli altri, a non additarmi per ardermi vivo.

Sta lì, in un cantuccio, pressoché invisibile a tutta la “compagnia” di morti ridenti. Ridacchia in modo beffardo. Ah ah ah! Con un “accenno” di baffetti, come gli sparvieri nei giorni del vero più atroce. “Scodinzola” i suoi lunghi capelli, con le mani li stropiccia come fossero uova “impazzite”, poi scoppia proprio mattamente a ridere. Senz’alcun freno inibitorio nello stupore generale.

Tutti allibiti, tranne me. Quell’uomo fa bene a ridere. Vede giusto.

Quest’incubo non ha senso. Voi forse conoscete, vi chiedo davvero, un incubo puro che sia un bel sogno?

Anche i sogni dell’infanzia sono eterna adolescenza.

Martin Scorsese non lecca neppure un secondo, sputa, vomita spermatico brio in far impazzire la cinepresa, la (surri)scalda, non la tace mai.

La spara a morbidi morsi, via via sorprendentemente incantatori nella violenza dirompente. Squaglia il suo intuito, d’istinto azzecca sempre l’inquadratura giusta a letale maestria del coglierci meravigliati, bacianti la Luna fosca in punta di piedi “caprini”. Perché gli uomini dal gran valore conoscono l’intelaiatura delle emozioni.

Le emozioni non sono materia futile, sono l’emblema delle nostre mille vite. L’acuminato fantasma delle nostre tante identità (non) confessate, “cattoliche” con pizzico di malvagità mai disancorata(ci), un bagliore e tristi languori, rimpianti e udire anche come, sì amiamo, però molto odiamo e mai lo diciamo.

Per paura profumo promontorio che il nostro stile di vita, da noi stessi imbastito di letture, background, esperienze fasulle pensanti donne penanti per un pen di grosso fallo, per finte virtù che abbiamo “appurato” e spesso non riguardato, sia minato e la paura nascosta(ci), scostata, abbagli di verità quel timido conservarla in frigo, congelata e celata.

Come la refurtiva dei ladri, della borghesia assassina, degli scheletri dentro le an(a)t(r)e.

 

Un poco di buono?

Un poco di buono?

 
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