SEDUZIONE PERICOLOSA (Sea of Love), recensione

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Ebbene, oggi recensiremo un film straordinario, purtroppo, ai più pressoché misconosciuto. Ovvero Seduzione pericolosa, pellicola della consistente e soprattutto appassionante, in ogni senso, durata robusta di un’ora e cinquantatré minuti netti, scandita da un’interpretazione magistrale d’un Al Pacino, come sempre, d’antologia. Firmata dal veterano Harold Becker (Malice – Il sospettoCodice Mercury).

Regista di sapido mestiere, potremmo dire, artisticamente talvolta capace di sfoderare film sensazionali, ipnotici e tremendamente originali come tale acclamato Seduzione pericolosa. La cui media recensoria, a tutt’oggi, su metacritic.com, è dell’ottimo 66% di pareri estremamente soddisfacenti. Aggiungiamo, noi, giusti e pertinenti.

Seduzione pericolosa, il cui titolo originale, molto più seducente e ammaliante, è Sea of Love. In quanto la canzone che fa da soave e seduttiva colonna sonora, a mo’ di femme fatale pericolosa eppur al contempo conturbante, altresì letalmente perturbante, è l’indimenticabile e bellissima, omonima canzone degli anni cinquanta di Phil Phillips, naturalmente da non confondere con Phil Collins. Sebbene, il suo tipo di musicalità, melodica e profondamente armonica, possa ricordarlo fortemente. Seduzione pericolosa è un film dell’89 che, come detto, ahinoi è ora abbastanza ignoto alle nuove generazioni.

Pensate, perfino i fan apparentemente più preparati sull’attoriale carriera del grandissimo Al Pacino, rarissimamente lo citano o, addirittura, non son a conoscenza della sua esistenza.

Harold Becker, classe 1928, assente sul grande schermo dall’oramai abbastanza lontano 2001, anno nel quale fu distribuito nei cinema mondiali la sua ultima opus in termini di lungometraggio, vale a dire Unico testimone con John Travolta, diresse Seduzione pericolosathriller romance d’alta scuola cineastica assai raffinata e sottilissima, basandosi su un soggetto e una sceneggiatura originale di uno dei più talentuosi, inventivi e sofisticati scrittori attualmente viventi, cioè l’immane Richard Price.

Writer di capolavori letterari come Balene bianche, per l’appunto sceneggiatore della superba e magnifica serie televisiva The Night Of, di Ransom con Mel Gibson, di Clockers di Spike, dell’episodio con Nick Nolte del trittico New York Stories e Il colore dei soldi di Martin Scorsese, del sottovalutato La notte e la città e de Lo sbirro, il boss e la bionda di John McNaughton. Secondo il buon Dizionario dei film Morandini, questa a grandissime linee la trama…

Mentre indaga su una catena di omicidi legati fra loro (tutti i defunti, uccisi con un colpo alla nuca, hanno appena avuto un incontro con una donna trovata attraverso una rubrica per cuori solitari), un poliziotto di New York in crisi esistenziale diventa l’appassionato amante di una donna inquisita, in un groviglio di sentimenti contraddittori. Soluzione a sorpresa. H. Becker è al servizio del sapiente istrionismo di A. Pacino che fa un bel ritratto di poliziotto stanco, sconfortato, esasperato. Ma il meglio di questo poliziesco ad alta tensione è nei particolari di contorno: la routine poliziesca, l’ambientazione, la malinconia che si legge sul volto dei personaggi femminili in cerca di compagnia attraverso le inserzioni. Scene di sesso a elevate temperature.

Il personaggio di Al Pacino è Frank Keller mentre la donna “misteriosa”, forse dalla doppia personalità ambigua e tenebrosa, seriale omicida letale e dunque altamente criminosa o forse no, si chiama Helen ed è incarnata da Ellen Barkn. Nel variegato e affascinante cast, il mitico John Goodman, Richard Jenkins e Michael Rooker. Sopra, abbiamo citato John McNaughton. Director, per l’appunto, del nominatovi e notevole Lo sbirro, il boss e la bionda con Robert De Niro, Uma Thurman e Bill Murray, sua seconda prova dietro la macchina da presa dopo il suo folgorante e strepitoso Henry – Pioggia di sangue.

Che, ovviamente, fu interpretato nientepopodimeno che dallo stesso Michael Rooker in veste da protagonista, cioè il terribile serial killer Henry Lee Lucas, solamente qualche anno prima il suo centrale ma minore ruolo in Seduzione pericolosa.

Progenitore di Basic InstinctSeduzione pericolosa, giocando di parallelismi meta-cinematografici, potremmo interpretarlo, dal punto di vista del character interpretato da Pacino, come una sorta di versione sessualmente meno ambigua del suo gigantesco detective Steve Burns di Cruising.

Musiche di Trevor Jones (L’ultimo dei MohicaniDark City), fotografia tipicamente da eighties di Ronnie Taylor, premio Oscar per Gandhi.

Nomination ai Golden Globe per Al Pacino.

Pacino avrebbe poi nuovamente lavorato con Becker per il meno riuscito City Hall.

di Stefano Falotico

 

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