tick, tick… Boom!, recensione

tick tick boom poster

Ebbene, oggi recensiamo il film tick, tick… Boom! (attenzione, non ci siamo sbagliati a scrivere il titolo, la dicitura infatti esatta è questa così come da noi riportatavi, cioè con l’iniziale, in forma desueta, in minuscolo), film Netflix, visionabile mondialmente perciò su tale rilevante, oramai imprescindibile e planetaria piattaforma di streaming, a partire da metà novembre dello scorso anno.

tick, tick… Boom! dura la bellezza (e che bellezza, data la notevole qualità abbacinante del film, appassionante e giammai annoiante) di un’ora e cinquantacinque minuti ed è un’opus firmata egregiamente e con ottimo stile, retorico e melodrammatico, sì, ma emozionante a mille, da un assai ispirato Lin-Manuel Miranda (Il ritorno di Mary Poppins) e interpretata, in un tour de force recitativo straordinario, in un one man show coinvolgente e magnetico, da un Andrew Garfield (SilenceThe Amazing Spider-ManLa battaglia di Jacksaw Ridge) in forma strepitosa. Tant’è che, per la sua interpretazione, assai acclamata, parimenti alle sperticate lodi ricevute al film stesso dall’intellighenzia critica d’oltreoceano che a tick, tick… Boom! ha assegnato, infatti, voti in pagella veramente lusinghieri, subissandolo entusiasticamente di plausi ed elogi a non finire, Garfield ha da poco vinto un meritatissimo Golden Globe e, senz’ombra di dubbio alcuno, entrerà nella cinquina dei contendenti all’ambitissima statuetta dorata degli Oscar. Noi azzardiamo perfino a scommettere che, con tale sua performance eccellente, vivacissima, superlativa, grintosamente potente e sorprendente magicamente, Garfield potrebbe addirittura vincere l’Academy Award, scalzando da grande outsider, per l’appunto, inaspettatamente vincente all’ultimo momento, quelli che fino a qualche settimana fa parsero a tutti i pretendenti più inattaccabili, ovvero Benedict Cumberbatch de Il potere del cane e soprattutto il favoritissimo Will Smith di Una famiglia vincente – King Richard. Quest’ultimo dato dagli allibratori e dai cosiddetti esperti di previsioni sui vincitori, per l’appunto riguardanti gli Oscar, come incontestabile vincitore difficilissimamente battibile. Invece, ripetiamo, pare proprio che le certezze inizialmente date per assodate e i sicuri pronostici inappellabili siano stati ultimamente messi in discussione, totalmente. Innanzitutto, le quotazioni di Cumberbatch per il trionfo finale sono decisamente in ascesa, inoltre, Garfield, a detta giustappunto di coloro che amano le predictions concernenti gli Academy Awards, sembra che nel rush finale potrebbe avere non poche possibilità di farcela davvero, smentendo chiunque e compiendo l’apparentemente incredibile. Ora, stando alla generalista e in tal caso molto approssimativa e sbrigativa Wikipedia, la trama di tick, tick… Boom! è solamente e sostanzialmente questa, cioè la seguente: Un aspirante compositore di musical entra in crisi quando sulla soglia dei trent’anni si accorge di non essere prossimo a realizzare i propri sogni.

Be’, detta così, appare come una vicenda abbastanza anomala e alquanto, per di più, già vista e risaputa, addirittura banale. Non fosse che il compositore altri non fu che Jonathan Larson (impersonato da Garfield), vale a dire il creatore del celeberrimo musical Rent e di quello omonimo che dà il titolo al film. E non solo…

Tick, tick… Boom! n’è infatti una sorta di adattamento, anzi, reportage sulla genesi, largamente sui generis, diciamo un biopic romanzato e particolare, sceneggiato da Steven Levenson, molto bello, creativamente spigliato e rinomato, funambolicamente colorato e del tutto azzeccato, da non confondere invece assolutamente col Rent, inteso in forma di lungometraggio, piuttosto fallimentare, realizzato da Chris Columbus alcuni anni addietro.

Con le musiche a opera, chiaramente, dello stesso defunto e compianto Jonathan Larson, perfettamente montato da Andrew Weisblum, habitué, anzi, collaboratore fisso di Darren Aronofsky da The Wrestler in poi, tick, tick… Boom! è un film magnifico che, malgrado in alcuni punti paia furbescamente studiato per piacere in modo ruffiano, a dispetto di qualche eccesso e cedimento nella parte centrale, commuove parecchio e può fregiarsi, evidenziamolo nuovamente, d’un Andrew Garfiled che dimostra al mondo intero di essere uno dei più grandi giovani attori viventi. È lui che vincerà, a mio avviso, l’Oscar 2022 come Best Actor e se lo merita ampiamente.

La sua è una prova recitativa impressionante, gigantesca. Immane e monumentale. Titanica e colossale, ogni altro aggettivo, per inquadrarla e omaggiarla, sarebbe imbarazzante.

Anche gli altri attori del cast non gli sono però da meno. Bravissima e sempre bellissima, infatti, Vanessa Hudgens, simpatica Alexandra Shipp, superbo e toccante Robin de Jesus.

In conclusione: la magica e sognante, romantica storia di un uomo che non ha mai rinunciato ai propri sogni, andando giustamente contro tutto e tutti. Citando un altro genio della musica morto troppo presto, cioè Jim Morrison, a volte il vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato.

E ha vinto, senza se e senza ma. Così come vincerà Garfield!

di Stefano Falotico

 

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