Intervista ad Andrea Roncato, uno dei grandi e immancabili, carismatici volti del Cinema italiano

Don Tonino Roncato

Ebbene, in concomitanza con l’uscita di Diabolik – Ginko all’attacco!, abbiamo avuto il privilegio e l’enorme onore d’intervistare Andrea Roncato, presente nel ricco e variegato cast del film, targato Manetti Bros., appena succitato e da noi recentemente recensito.

Andrea Roncato, concittadino di chi ivi lo intervista, ovvero l’autore del seguente articolo. Entrambi infatti, sia io che Andrea, siamo bolognesi. Anzi, per l’esattezza, Andrea è nato, nel giorno del 7 marzo del ’47, in quel di San Lazzaro di Savena, amena cittadina pittoresca e ammaliante, assai limitrofa al felsineo capoluogo dell’Emilia-Romagna.

Emiliano di origine controllata, Andrea da tempo vive a Roma ma, naturalmente, spesso e volentieri fa ritorno, giustappunto, nella città che gli diede i natali. Chissà se ne recherà anche prossimamente, cioè a Natale, eh eh. A parte gli scherzi, Andrea Roncato, come poc’anzi dettovi, spicca nel parterre di Diabolik – Ginko all’attacco!, mentre il prossimo anno lo vedremo nella serie tv di Sky intitolata Un amore di Francesco Lagi con Stefano Accorsi (ça va sans dire, anch’egli figlio di tale amata città dotta e florida) e Micaela Ramazzotti, e sarà fra i principali protagonisti di molte pellicole importanti e a venire delle quali lui stesso, nelle righe a seguire, ci parlerà più dettagliatamente, fornendoci ed esponendovi in esclusiva delle succose anticipazioni veramente imperdibili.

1) Buongiorno, Andrea. Instancabile, sin dai primissimi anni ottanta, a tutt’oggi con più di 80 credits (perlomeno, stando sol ad IMDb, invero sono molti di più) all’attivo e un carnet filmografico, in veste d’attore, di tutto rispetto e soprattutto eterogeneo, ha recitato, sia per il grande schermo che per la televisione, in tantissimi, sterminati film e sceneggiati, in ruoli dei più diversificati e più o meno corposi/e o consistenti. Alternandosi, con forte versatilità e riconoscibile personalità, fra pellicole d’autore dirette da famosi registi di risma, quali per esempio Pupi Avati (Il cuore grande delle ragazze, Il signor Diavolo), Gabriele Muccino (Ricordati di me) e Paolo Virzì (Notti magiche), al contempo giammai disdegnando film più disimpegnati e comunque pregevoli, passando con disinvoltura da ruoli prettamente drammatici ad altri più leggeri, burleschi, goliardici e perfino guasconi e trasgressivi.

Nell’immaginario collettivo di molti di noi, è iconico per il suo ruolo di Loris Batacchi in Fantozzi subisce ancora con Paolo Villaggio, per il mitico Bergonzoni de L’allenatore nel pallone (1984) con Lino Banfi di Sergio Martino e, naturalmente, per il suo storico affiatamento, anche a livello professionale, col suo eterno amico Gigi Sammarchi con cui ha duettato dai tempi de I camionisti e Acapulco, prima spiaggia… a sinistra (sempre per la regia di Martino e dell’83, cioè antecedente sol di un anno a L’allenatore nel pallone), proseguendo con Mezzo destro mezzo sinistro, Il lupo di mare e tante altre pellicole successive.

Nel corso degli anni, altresì ha sviluppato un suo attoriale percorso unico e camaleontico. Adesso, è in sala con Diabolik 2… Ci vuole parlare del suo ruolo in questo film?

– Sinceramente, mi innervosisce molto, Stefano, il tuo approccio in quanto, stimandoti, penso seriamente che le tue domande coincidano esattamente e banalmente con quelle che mi pongono quasi tutti, cioè vertenti unicamente sui miei esordi e inerenti un periodo, in verità, assai circoscritto e solamente iniziale della mia carriera ché è, come ben sai e sei perfettamente a conoscenza, molto più ampia e stratificata. Dunque, da te, pretendo maggiore originalità. Comunque, in Diabolik – Ginko all’attacco!, subito dopo l’incipit, appaio in un bar di periferia nei panni di un arzillo signore che stravede per le donne e viene scambiato per un boomer affetto da allucinazione visiva quando, di punto in bianco, appaiono, nel bel mezzo d’una notte apparentemente identica alle altre e assai noiose, delle ballerine sensualissime e arrapanti.

– Hai ragione e non posso darti torto. Vediamo allora un po’, utilizzando un tono colloquiale, di parlare di tuoi ruoli importanti, forse misconosciuti alle nuove generazioni di Instagram e dei social. Per esempio, io mi ricordo assai bene della serie tv Don Tonino che fu trasmessa su Italia 1 sul finire degli anni ottanta e, ancora oggi, viene riproposta, su alcune emittenti televisive, di repliche che riscontrano buona audience.

– In Don Tonino, girata assieme al mio amico Gigi Sammarchi, interpretavo un parroco che, in ogni episodio, indagava su più o meno rilevanti casi da risolvere. Il mio personaggio era abbastanza serio, in controtendenza rispetto alle mie interpretazioni del passato, più farsesche e comiche, e fu un piacere e una sfida decisamente vinta l’aver sperimentato toni più drammatici, perfino noir. Sono felice che Don Tonino, all’epoca e ancora adesso, piacque e piace molto.

2) Tornando invece or brevemente agli eighties, cioè a quella mitica, forse mitizzata decade che la vide protagonista di molti film e commedie scanzonate delle più svariate, fra cui molte pellicole in cui condivise il set con capisaldi della purissima comicità, diciamo, all’italiana, cosa ricorda con più piacere di quel periodo?

Andrea, ti posso dare del tu? Cosa ricordi di quel tempo e delle tue amicizie col compianto, grande Villaggio, con Gigi e con Lino?

Di ognuno di questi amici-attori e colleghi, ci racconteresti qualche aneddoto curioso, eccentrico oppure inedito e singolarmente li potresti gentilmente definire con tre aggettivi? Sì, tre aggettivi per ciascuno di loro.

– Stefano, no. Perdonami, comprendo la tua curiosità ma, ripeto, ho già parlato fin troppo dei carissimi Gigi, Villaggio e Banfi. Dei grandissimi per cui spendere ulteriori parole sarebbe superfluo. Propenderei per qualcosa di più interessante e meno scontato.

3) Ok, capisco. Fra la miriade di film e fiction da te interpretati, in veste di protagonista, comprimario e non, qual ì il titolo di cui vai più fiero e di quali tue interpretazioni sei più orgoglioso?

– Ho interpretato, dici esattamente, tantissimi film e serie tv di spicco e, in enorme franchezza, con spudorata schiettezza, ovviamente non tutto ciò a cui ho preso parte m’inorgoglisce, anzi. Detto ciò, al di là dei miei notevoli lavori con Avati, il quale instancabilmente, dopo Dante, ha già iniziato le riprese d’un film al momento “top secret” e, verso primavera, darà per di più il via ai ciak d’un thriller vero e proprio, dissimile dalla atmosfere orrifiche de La casa dalle finestre che ridono e invece totalmente improntato alla detection più cristallina, con forte fierezza, voglio a sorpresa menzionare I carabinieri. Miniserie tv, a mio avviso, bellissima e constante di sette stagioni e circa venticinque episodi ciascuna per cui recitai con impegno assoluto. Il mio personaggio era centrale e caratterizzato al massimo.

4) Oltre a Diabolik 2, attualmente in sala, e alla sopra menzionata serie tv con Accorsi, ti abbiamo visto di recente, ribadiamolo ancora, in molti lungometraggi fra cui Vecchie canaglie di Chiara Sani in cui, per di più, sei tornato a lavorare con Lino Banfi.

Dopo il suo passaggio, molto applaudito, all’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma, prossimamente ti ammireremo ne La California di Cinzia Bomoli con la compianta Piera Degli Esposti in veste di voce narrante.

Ce li vorresti, cortesemente, illustrare meglio? Inoltre, hai altre “preview(s)” da confidarci?

– Be’, Vecchie canaglie è oramai già uscito da un nel po’. Ivi interpreto un piccolo ruolo, quello del Professor Palazzo. La mia partecipazione è puramente amicale mentre ben più corposa e consistente è la mia performance nello stupendo La california. Un filmone elettrizzante con attrici meravigliose come Eleonora Giovanardi, Silvia e Giulia Provvedi, Paola Lavini, la cantante Nina Zilli ed attori quali Lodo Guenzi, Stefano Pesce ed Alfredo Castro. Una storia di coraggio e volitiva determinazione, una storia potente di rinascita in cui io sono Abner.

Presto, inoltre, mi vedrete con Violante Placido in Evelyn tra le nuvole per la regia di Anna Di Francisca. Un altro film, a mio avviso, da non perdere.

Tornando invece alla serie tv, attualmente in lavorazione, con Stefano Accorsi e Micaela Ramazzotti, cioè Un amore, trattasi di un progetto pensato da Stefano, da lui proposto con esiti straordinariamente, immediatamente positivi, in cui incarno il personaggio del miglior amico di quello interpretato da Stefano. Nel cast, anche la grande Ottavia Piccolo. È una storia romantica, molto delicata e diretta con garbo e sobrietà. Il mio ruolo è scritto con gusto e sono onorato di esserne fra i protagonisti.

Grazie per quest’intervista, Andrea, e per questa piacevolissima chiacchierata.

Naturalmente, ci rivedremo presto e soprattutto ti vedremo con estremo piacere, quanto prima, in nuove e mirabolanti, sorprendenti avventure cinematografiche.

In bocca al lupo, stavolta non di mare, eh eh, caro Andrea.Carabinieri Andrea Roncato

di Stefano Falotico

 

Lascia un commento

Home Andrea Roncato Intervista ad Andrea Roncato, uno dei grandi e immancabili, carismatici volti del Cinema italiano
credit