“Taxi Driver”, la visione ascetica e scettica di Travis Bickle, un matto lucido e ambiguo, ambizioso a modo suo

Il lupo notturno e il suo unicum di tribù

Il lupo notturno e il suo unicum di tribù

 

di Stefano Falotico

Delirio, De Niro in molteplici sguardi onirici, ne(r)i cangianti…

Affievolito su una riva bagnata dal sudore solitario, distillati aromatici di palpebre assonnate infil(z)ate a suo vagabondo, gaudenti ad “arrider” un Mondo che, tronfio, persevera in batter selvaggio nei suoi “colmi stronzi”, rompendo gli “scheletri” proprio di un armadio bellico, bello per niente, d’armamentario che abusa della parola amore con sconcezza immonda, uno strano cerbiatto (non) gode come un bastardo ammattito. Distinguendosi nel suo “pagliaccio”.

Al che, da una tenebra “birichina”, soffiante arsura di un’anima giammai corrosa nel casino frivolo generale, dei (tele)comand(ant)i col “diritto d’ordinanza” a spingere il pulsante “rosso” della flebilità falsa, dunque questa sì farsesca, il “fatuo” menestrello gironzola per strada, (non) a testa alta. Sempre rapito dal suo spettro, horror congenito d’un DNA che non vuol cambiare, né vi(t)a né traiettoria, “accelerando” anzi su un pugnace “infrangersi”, tendersi dentro, avviluppare il fantasma che lo percuote d’ansimi e, “asmatico” in tal esistenza vacua e soffocante, manda all’aria sé stesso d’apparenza vana come un aut(istic)o erotismo da umiliarsi “giullare” non cu(o)cendosi e non scusandosi, morde il suo scottato Don Chisciotte de la Mancha, guida da tassista “ignoto” che nessun vede e al quale non danno neppur tre spiccioli di mance, ignorandolo fra altro lor prostituirsi a un sistema “meccanico” e di manica “buona”, mica tanto, che appaia la reputazione profumata, si fa per (ar)dire bruciandosi nel Cuore sincero, alla bieca putrescenza di chi s’è adattato all’andazzo che gioca di furbetti rubamazzi.

Travis se ne sta solo, da cigno, lirica arp(i)a rapace nei suoi can(t)i arcigni, osserva il bicchierino schizzante la “rabbrividente” aspirina che s’incastona a sue iridi febbricitanti, guida celandosi, esce dal suo abitacolo, e invita una bionda, forse sopravvalutata e quindi da (non) strapazzare, a pranzo in tal social ritualità da fredde, nude cene del pasto animalesco e di gran porca oscenità.

Spera di chimere ché mai rinnegherà il suo spirito avventuriero ma è, di mosse troppo sincere, avventato a mai raccontare alla (sua) maschera di cera le consolatorie bugie da vecchiette megere. Dunque, in tal vetusta società di delinquenti bugiardi, proprio lui per paradosso vien scambiato per Pinocchio. Quello che sembra infantile e meno tosto, forse invece un duro osso.

Perché non si deve, sia mai, andar da un angelo biondo, regalarle un disco malinconico di Kris Kristofferson e poi invitarla, con poca discrezione, a guardar assieme un porno. A lei potrebbero venire false idee e potrebbe, di contro e senza sconti, “donarti” in faccia tante “assassinanti” sberle, spaccanti la tua purezza come il suo lungo abito bianco con lo strascico da spacco(na).

Ti tocca vivere così, Travis. Non sei nato per compromessi da chi sa nascondere le verità dietro le vanitose parvenze.

Non sei un tipo “scaltro” da Domenica in chiesa e lunedì all’inferno. Anche se questi altri vedon le mean streets solo al cinema per un po’, dalla lor monotonia, distrarsi. A te spetta appunto “toccarti”.

Ancor reiteratamente nelle tue “luci rosse” (ar)recarti di onanistico (d)an(n)o. Passan i mesi e gli anni, la musica del tuo “spaventapassere” non muta eppur stai ritto e composto nel tuo soliloquio davanti allo specchio… di teschio e sempre ad abboccar nelle loro esche.

Recitando un classico… quanto, da masochista, riferirti sempre a te stesso come un finto tonto testardo.

Non so se avete notato… Eravamo negli anni ’70, ed era comunque meglio. S’accennava al Peccato con classe e non “mostrando”. Travis, di scherno suo piatto, soprattutto di onesto Sguardo, guarda lo schermo, ove noi possiam solo immaginare corpi sudati avvoltolarsi e scopare come pazzi, ma la macchina da presa non inquadra un bel nulla, neppure un cazzo. Solo “macchie”, frammenti, “lucciole” forse da salvare, oh mio Travis il “cucciolino”.

In quella nerezza, ad attimi “invisibili” di lisergico (non) vedere oltre i veli, consiste la grandezza di Scorsese Martin e del suo braccio destro Paul Schrader più mancino e dunque luciferino.

Un bringing out the dead già avvi(t)atosi nel triste ma giustissimo cammino.

Buonanotte… con Travis Bickle, una visione ascetica e scettica della vita. Travis, un matto lucido e ambiguo, ambizioso a modo suo… Buonanotte…

Bang bang, mir(in)o, cari adulti-bambini

Bang bang, mir(in)o, cari adulti-bambini

 

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