Samuel L.Jackson vs il suo versetto Pulp/Goodfellas

di Stefano Falotico

Samuel L. Jackson/Jules Winnfield, “direttamente” da Pulp Fiction di bau-bau-Babau-le, ha paura eh?-bang, intervista ferocemente Frank Whaley/Brett in merito a Martin Scorsese

Se la panza è piena, il cazzo inflaccidito non più si scatena. Ché, se t’adatti al bacon di McDonald’s, non c’è più salsa nel far sangue alle donne

Versetto di Geronimo alla Walter Hill, 13, 79, data di nascita del Falotico nella “Holy Bible” della sua evangelizzazione

La celeberrima (s)cena, in cui il gangster Jackson va a casa del “fringuello” Brett, con tanto di passo “biblico”, reinventato e rielaborato da Tarantino, è storico, pezzo di Cinema da puro hamburger. Perché Quentin non è un pollo che mira solo alle “patatine” fritte, non è un cazzone qualsiasi. Egli, prima d’avventurarsi a Hollywood, studiò a memoria Scorsese. Solo dopo averlo “digerito”, incapsulato nelle sue ottiche personali, masticato con calma e averne assunto le proteine da colazione dei campioni, solo allora con “sfrontatezza” coraggiosa ebbe appunto l’ardire d’ardere il Cinema americano di nuova e rinnovante Luce.

Tanto d’affidare a Samuel ciò che proprio Scorsese accennò nel suo “negro” di Goodfellas. Quei bravi ragazzi finisce coi titoli di coda “sparati” in primo piano turbolentissimo, glaciale d’un Joe Pesci “buffo” da Oscar. Lo stesso criminale bassotto e arrogantello, presuntuoso come pochi, tanto da chiuder subito la bocca a chi lo manda a fanculo, Spider docet nell’essere ucciso nel ventre… Joe è colui che ammazza a sangue freddo Stacks Edwards/Jackson. Eh già.

Tommy, da non confondere con il quasi identico tarchiatello Danny DeVito.

Il cognome è uguale, la statura somigliante. Entrambi commedianti per “piccole” parti di proporzioni cinematografiche epocali.

Ebbene sì. Chi non ama Scorsese, da me può andare a farselo dare.

Da che mi ricordi… è il primo film di Martin che parte, già in quinta su macchina sfrecciante colori sanguigni di Saul Bass hitchcockiano, con il “fuori onda” d’una frequenza chiamata voce narrante. Chi parla è lo stesso protagonista, Ray Liotta. Quello che sta seduto nel sedile accanto a Jimmy Conway.

Il film inizia così, febbricitante, accelera d’onda d’urto in medias res, è fabula nera mutante marcia fra marcissimi, strepitosa d’un intreccio con tanti lupus. Nelle notti buie, gli scagnozzi han scannato uno stronzone, questo l’apprenderemo dopo, a metà appunto della narrazione.

Quando Joe e “combriccola” sosterranno a casa della su’ mamma, la genitrice proprio di Martin. Prima han fracassato il cranio di Vincent Frank, poi si van a pappare le polpette.

Insomma, prima giù di accoltellamento, pestaggio e sbatterlo nel “posteriore”, poi la “pausa” rilassante. Anche umoristica, con Pesci che continua a raccontar balle alla madre, a cui confida soltanto “implicitamente” di andar a puttane. Come la loro vita, andata sin dalla nascita.

Sì, Henry è incasinato fin dapprincipio. Cazzo, il suo mentore è Sam “Asso” Rothstein di Casinò. Cosa poteva aspettarsi se non un suo pentito e il giornale dell’assistenza “sociale” della protezione testimoni? Insomma, roba da Luc Besson nostalgico di Malavita…

Ed è per questo e mille altri motivi che Quei bravi ragazzi è un assoluto, untouchable capolavoro eterno. Guai a chi lo tocca con rivalutazioni da gran testa di cazzo dell’ultima ora.

Sapete… è sempre la prima visione quel che conta. Se qualcuno vorrà persuadervi che il film fu sopravvalutato (in realtà affatto, tanto da vincere solo il “secondo posto” al Festival di Venezia), be’, figli di puttana, questo lurido porcello si chiama Brett.

Ed è uno che voleva fottere Marsellus Wallace…

Cazzo, proprio il mitico Ving Rhames “scoperto” da Tarantino e reso ancor più spettrale-resuscitato da Scorsese Martin in Marcus di Bringing Out the Dead.

– Ora, stammi ben a sentire Frank Whaley. Tu pensi davvero che nella vita Tutto può accadere?

– Era solo finzione. Magari aver potuto passare tutto il “plenilunio” con Jennifer Connelly…

Bravo… questa è l’unica risposta che potevi dare, mio bugiardo.
Mi stai simpatico. Per questo, non ti sparo.

Qui, bello mio cocco, sono oggi davvero cazzi.

Il pre-finale di Goodfellas, con Ray/Henry che prova a districarsi fra Lorraine Bracco, i ricatti dei “rigatoni” e delle amanti che ha trombato di corna, Paul Sorvino e gli elicotteri, i giudici forse corrotti, il sugo, gli amici bastardi e tutto il resto dei Rolling Stones, al confronto di questa storia è uno da pastasciutta.

(S)fortunatamente, non lo sono. Siamo nella merda, fratello.

Posso “spizzicarti” un bocconcino… di quel buon panin(ar)o?

Dai, mica sarai a dieta, no? Allora, dammi almeno l’insalata.

 

Ezechiele 25:17. “Il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te”.

Ezechiele 25:17. “Il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che, nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te”.

 

 

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