I migliori auguri di Natale? Forse siamo solo il meglio non sdolcinato del Cinema poetico

A Christmas Carol

di Stefano Falotico

Nessun piagnisteo o bestemmie, non è il caso di occasione ma non lo so. Io son il sapere e dunque non saprò a ieri e mai a nulla malinconico serale, buono forse sì, pensierino no, filastrocca sempre birbante d’un gioioso Natale in sua vigilia a me avvenente nell’addivenir perenne, anche se qua non nevica, mi “sciolgo” della presto “addivenente” Notte da Messia di Betlemme. A sua “signoria”, non sempre elargisco bacini perché d’irriverenza patii molto più suo crocifiggermi e, ricattato re(g)almente varie volte, non “venni” nella ricotta. Mi scottai carbonizzato. Ah, vagine e vaticinare, il Vangelo. Ma se vien l’anno nuovo, si fa… l’albero e la mia “stellina” verrà in ac(u)me, forse di rabbia alla Pasolini in tal gregge di addormentati da paesello coi soliti presepi e la retorica “messalina” d’una massa lanosa, noiosa, cinica e barbosa come Maddalena gran viziosa e poi ipocrita in pudiche Ave Maria nel mieloso quando c’è da “tirar” acqua al proprio mulino e ove va il vento degli “educati” vanti. Se educanda è, che sia coerenza e non toccatina. A tal brecce da Porta Pia, io do un “caloroso” abbraccio, qui sotto tali mie gelide brezze, e non mi sbriciolo in tal falsa prosapia.

 

Credo che l’unico regalo che valga la pena di viver fra tal volgo è la potente va(la)nga del Cinema.

E questi sono film imperdibili non di buonismi ma di giusta e commovente poesia.

 

Tutti i finti doni volan via, la vita cos’è se non meravigliosa?

Questa è fiaba e non falsità.

 

La bellezza delle immagini.

 

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