“Man on Fire – Il fuoco della vendetta”, recensione focosa

Man on Fire

di Stefano Falotico

 

My name is Crease, orso grizzly, and my art is a history of violence…

… acuminata, balistica di strategia profumo revenge calibrata in ogni minimo (det)taglio, oculato ti spio, ti stano e, quando ti trovo, gemi in una pozza fragorosa di sangue, oh mio brillante in fontane laviche zampillanti, modellate dal plasma virulente d’un focoso silenziatore ficcato a tua anima deflagrata, mio impotente, in mille pezzi da comporre un puzzle per farti ancor più impazzire, nel dedalo del tuo crudele labirinto, orco hai visto comparire dinanzi a te lo spietato demonio. Chi è stronzo?

Simpathy for the devil, il Diavolo è simpatico, sì, quanto può esserlo un nero sputo divino e punitivo in tuo occhio volgare di vetro, qui dirimpetto a me affievolito, teneramente supplicante un madornale perdono di tuo orrore, un pugno che ti sloga il cuore di pietra e l’arrostisce in fiamme gridanti la tua viltà da bestia, flagellante vendetta esemplare tatuata in tuo viscerale marchio di lento terrore… ausculta come, acuito, in tue vene evaporanti, ti stai smaltando, già macellandoti, cannibale, nella cenere del tuo calvario, ticchetta il cronometro, la paura fa novanta, fuggi a gambe levate e altri specchi rompi, linciando da lontano d’altro bastardo turpe carnale che incarni, ma l’orso è in guerra, sta brandendo la tua pelle laida e ci concimerà il suo esplosivo pasto nudo. Esecrabile, ferente d’arder sadico, non ascoltando, insistetti pervicace, illuso di poter scappar da scaltro. Ma la tua furbizia s’è scontrata con un adamantino duellante e la sua ferocità udirai entrarti pian piano come lama a mugolarti in singhiozzi patetici di tuoi slabbrati spasmi. Sono il tuo d(i)ur(etic)o, la morale al di sopra d’ogni etica.

Ora, prova a sparare. Ti treman le gambe, un vago squittio delirante ti costringe a depositar le tue vanagloriose armi. Oh mio carino cane, che tanto azzannasti di canini, dove hai smarrito, adesso, la trappola tentacolare delle tue tenaglie? Non mi dire che, piangendo, dentro stai crepitando. Da te non sarebbe, forte e coriaceo qual sei, resistente a ogni attacco e qui, rapitore, or a rattrappirti, mia cornacchia, da spaventapasseri?

Nuda è la tua boria, invece la mia calma è pacifica, implacabile, diabolica e non ambigua, ubiqua ti penetra, di tuo presto feretro dopo altri tuoi amici già sotterrati in funebre corteo.

Cimiteri a me, riunisco i fantasmi di chi volesti seppellire, giovane e innocente, nel tuo giogo mostruoso in mio invece assassinarti furioso. Sei pallido, ossa e senza pelo, qui c’è il lupo morso nell’orgoglio che, rapido come un affilato rasoio, sta fendendo con imprendibili fendenti. Accanisciti, urla e sgolati, presto decollato in giugulare recisa con nostalgia dell’aver tu immondamente peccato, sarai piacevolmente sbudellato, bucherellato e sbranato.

Inchinati alla maestria, è d’uopo al mio adesso lupone, e poi verrò il dolore di totale tuo svolazzar per aria prima del vuoto. Non sono un poverino né un paperino, semplicemente ti polverizzo, mio ricco idiota damerino.

Ciao. Chi sono io? Colui che appare, durante la festa in maschera nella discoteca dei matti, e da dietro t’afferra con stessa forza tua rivoltante. Prima ti getta a terra e poi sotto, anche se implori.

Ciao. Chi sono io? Un missionario per conto di Dio.

Ciao. Chi sono io? Ora, te lo dico.

Dopo, non sentirai più nulla.

Alla prossima.

 

 

 

Lascia un commento

Home Another bullshit night in suck city “Man on Fire – Il fuoco della vendetta”, recensione focosa
credit