La grande fuga, la fifa e la (s)figa di oggi, il mondo è paese

Il buscadero

Il buscadero

di Stefano Falotico

The Wolf of Wall Street non è un capolavoro, funziona ottimamente perché il mondo odierno, deluso da tutto, perso e svuotato di ogni valore, l’ha buttata al nichilismo…
E la gente vede nell’iconico Belfort tutto ciò che ha sempre sognato (non) essere…, purtroppo o per (s)fortuna.
La verità è una e una soltanto, inconfutabile. Il mondo è formato perlopiù da stronzi e, anche se li combatti, perdi già la guerra in partenza. Puoi dannarti ma le mentalità fasciste non cambieranno neanche sotto tortura. Al che, deve partire il piano b, fottersene. Solo in questo modo potremo sopravvivere. Il resto è retorica.
Mi guardo attorno, la gente se ne frega. Sì, perché alla fin fine adotta la stessa mia tattica. Ieri è stata tradita e non vuole più credere a nulla. Al che, dopo tanto aprirsi ed esser stati chiusi poi da persone povere di apertura mentale, molti maschi pen(s)ano solo alle cosce aperte e le donne, perfino le più erudite, così presumevo, amano soltanto adesso un sano cazzo che non arrechi loro, come dico io, gatte da pelare. La vita è difficile, allora perché non mandar a culo tutto?
Io sono realista.
Io so.
– Sa, la vedo giù, mi stia su, mi sta simpatico
– Ah, almeno lei mi vede. Gli altri non mi vedono, per questo e per questi non esisto, e per di più sto loro sul cazzo.
– La posso capire. Anche lei mi vede, nessun altro oltre a lei me lo dà.
– Io non le do nulla. A che vuole alludere?
– Me lo dia.
– No, grazie, prego, preferisco un porno.
– Vede? Anche lei preferisce non vedere… e farsele, non tanto.
– Ma io lo vedo, lei è qui in carne e ossa.
– La vedo, semmai. Io sono una donna.
– Ah, sì, è vero. L’avevo scambiata per un uomo. Sono un po’ maschilista.
– Spero che sia etero però.
– A lei che cazzo frega?
– Era per sapere i suoi gusti sessuali.
– Se ne fotta.
Ciao.

Scrivo una poesia a una donna, e un suo spasimante invidioso, infastidito, mi minaccia di morte e castrazione.
Con classe da signor si nasce, replico a tal att(r)acco, “sentitamente”, di buon augurio di condoglianze…
Per te, Francesco, dedico questo verso “altissimo”, leopardiano: sempre caro mi fu quest’erto maschio, che da tanta parte dell’ultimo degli ultimi, nel suo orizzonte limitato, il guardo esclude, ma sedendo e non ammirando, terminati spazi di là da “quella” e finiti silenzi neanche nel pensier fingi, in quanto falso, persin nella Silvia da te sognata e giammai avuta. Ove la frustrazione è alta, la vita piange. Ti piace Francesco? La dedico a te, se vuoi te la firmo e ti do un bacino sulla fronte da “Buongiorno, notte”. Ciao!

Ancora irritato, incazzato un pochino a morte, eccolo che prende le sue “palle da toro” al balzo e mi “spara”: io sarò un verme ma non inciampo, perché da viscido striscio, e mi vanto di essere un rigetto. Se non ti va bene, ti sputo in faccia.

Sempre con signorilità, eludo il suo “pugno” allo stomaco, ah ah, e lo riverisco di “fioretto”:
Ah, senza dubbio, chi striscia deve però stare attento al verme solitario del mal di fegato. A forza di rosicar di fame, in senso al(a)to, il vomito si può (s)posar a volto da solito ignoto.
Passa mezz’ora, e annuncia il suicidio.
Passa un’altra mezz’ora ed è ancora collegato.
Arriverà domani e starà sempre a cazzeggiare. Sì, fa bene, non val la pena morire quando ci sono merde peggio di lui.

  1. L’ultimo buscadero (1972)
  2. Wall Street. Il denaro non dorme mai (2010)
  3. Shutter Island (2009)
  4. I soliti ignoti (1958)
 

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