E perché mai “The Deer Hunter” dovrebbe esser inferiore ad “Apocalypse Now?”

Adoro le nuotate deliranti, apocalittiche, atemporali e mistiche di Coppola, ma il film di Cimino abita in un ambito di notevole impatto, forse senza dubbio meno visionario, ma visivamente emozionale in modo ancor più radicale, e a incubo della guerra purtroppo imbattibile della follia umana.

Lo spettro agghiacciante della roulette russa, giochetto assai pericoloso e da point of no return. Assolutamente.

Uccidere un cervo è come scorticare le anime dei puri. E assassinarle in modo letale, cerebrale. Di freddezza mortifera.

Hunter!

Hunter!

Cinema di ghiaccio magnifico.

Il cacciatore, Apocalypse Now e Full Metal Jacket: quale di questi è il vero assoluto capolavoro sulla sporca guerra?

So che, travolti dalla fotografia rosseggiante d’un Vittorio Storaro nell’immaginifica “contemplazione” cosmica di Coppola, tinta d’ombre foschissime, in auge elevate il suo imprescindibile a totem.

Ogni cameretta della mia generazione, non può dichiararsi “cinefila” se qualche locandina o manifesto non avete affisso su qualche parete, non so se dietro lo schermo del PC a “scrutarvi”, o nel fronte-retro dell’inabissarvene nei momenti di triste euforia umorale.

Lo so, siete fatti così. E appena la giungla viene “bombardata” dalla scossa di Jim Morrison, vi prefigurate quel ch’avverrà nichilista. Succhiandovi i “polpastrelli” oculari dell’asmatico respiro a polmoni di “pazzia” inconscia issata allo stremo del credervi combattenti d’un Mondo “color” orrore.

Così, “caricati” epicamente, come una cavalcata afferrate i neuroni sovreccitati e li “spruzzate” a raffica su qualche “valchiria” ch’assecondi le vostre foglie “decadute”.

Ah birbanti. Solito solipsismo. Rapportate perfino Francis al vostro “ambiguo” San Francesco frustrato.

Ma, sinceramente, eccezion fatta per i singhiozzi stupefacenti del mio Cuore fulminato da tanta Bellezza, angosciosa, dolorosa e posseduta a incapsulate perfezioni formali diluite nell’energia dei suoi eroi distrutti, “ficco” il Dvd del Kubrick…

A rivederlo, lo sminuisco, e non intendo cambiar idea.

Apprezzo la retorica dei “pestaggi” psicologi (e non solo) sulle palle di lardo che, da innocui buffoncelli ingenui, vengon trasformati in robotiche macchine da guerra “levigate” come i fucili stuprati nel proprio corpo percettivo spappolato.

La seconda parte…, un ribaltamento di prospettiva, ove finalmente i vietcong sono come gli indiani sterminati.

Ed è per questo che il Joker “ama” John Ford, perché è un pagliaccio della verità “a stelle e strisce”.

Dunque, tanto di cappello a Stanley. Programmatico a scoprire l’acqua calda ch’era stata gelata dai luoghi comuni “a cazzo duro” dell’America senza scheletri.

Poi, mi capitan “a tiro” le immagini lagrimose di Michael Cimino. E ogni scena del suo film è superiore a ogni minimo frame degli altri due capisaldi e contendenti.

Perché vive di più di poesia.

 

In poche parole, Cimino sta sopra, essendo gli altri due capolavori troppo diversi e non paragonabili.

 

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