Oggi è il mio compleanno, ho battuto Dracula, pigliandolo più di lui in cu(cu)lo, al lupo al lupo, il castello è ululì, sono Frankenstein Junior

Oggi compio 35 anni e tutti mi fanno gli auguri di compleanno, paragonandomi agli attori che mi piacciono, ma io non mi piaccio in questa recita (dis)umana

di Stefano Falotico

Dracula Oldman

Sì, oggi taglio questo traguardo, trentacinque anni ma è come se fosse ieri, come se il tempo non m’avesse mai sfiorato e, languidamente sovrano d’una immensità acuta, psichicamente indolenzita, incrinante sulle tempie, sia carezzandomi addolcente che indolenzendomi ferino, mi spronasse a ricordi abissali come un leviatano riemerso, meditante del suo navigar con tanto di falotico mutar della vita, che è un pezzo di Montale. Meglio un felpino, ho freddo.

Un leviatano schiumoso, alle volte zampillante come un delfino presto fra le mutande sciogliente se una donna si(gnor)a mi “sbarba” l’acne, sì, mi “schiaccia” di for(uncol)o ancor comparente in mio volto adolescenziale perennemente ficcato, sia mi depila ad acme di mandarla a fanculo su apici insostenibili della mia malinconia regressiva lontana dalle carnalità di queste ossesse. Oh, ti spolpan sin all’osso.

Sono un uomo erogeno a (t)ratti miei simili, tutti i miei (a)mici migliori son dei cani dai lineamenti lupeschi e lombrosiani ma, a differenza di me, son già “infognati” con delle zoccole. Uno s’è sposato, ad esempio, con tale Romina, una ch’era una bambina e adesso è una cagna da competizione per tanti (ele)fantini.

Io so’ Romeo, er gatto più bello der Colosseo. Sì, di notte gironzolo per i “for(n)i” romani, poi a Trastevere raccatto un barbone e gli do da leccare una “banana”, ricordandogli che la vita è sempre da me(n)dicare. In tanti ti leccheranno anche se non hai un soldo bucato, eh sì, ci son gli sciacalli. Non indossano lo scialle ma devon rifarsi un “paio” di uomini coi “calli” per poi buttarli nel Canal Grande. “Contenti” che sono della porcata incontenibile, vanno a sciare. Insomma, passano da Venezia a Bolzano con una facilità allucinante. Puoi essere anche un dottore ma rimane pur sempre, per tutti, un’Arancia meccanica. Ricordatevelo, figli di puttana. Ogni mondo è paese e tu sei un (in)continente.

Andando avanti, lo prendi sempre più nel didietro. Menomale che hanno inventato il bidet.

Al giorno del tuo compleanno, ti regalano le pastine e i bignè. Di mio, preferisco rimanere “mignon” e non andar alle mignotte di “voi”, uomini di “crema”. Sì, poi ci son anche le tigri di Cremona… Ho sempre preferito Winona Ryder/Mina alla cantante delle mille bolle blu.

Con la vera Mina di Bram Stoker, si ulula di più e l’ugola spinge più su, stai attento però non al lupo, ma al dirupo. Se si suicida, diventi Dracula alla Oldman di Coppola, addio “cappelle” in ogni sen(s)o, hai perso il mondo senza più religione e pure la fede nuziale. Basta che mi diate la torta con la “ciliegina” e abbiam finto la f(r)itta(ta). Rimani un “dolcino”, incazzato a morte, e devi pure ospitar a casa quel “bello e dannato” di Keanu Reeves, un bisessuale ché, allo spegner delle luc(c)i(ole), secondo me, vuol mettermelo nel cul’.

Altro che Monica Bellucci, nella mia città di “castello”, ho perso pure la “voglia matta” di farmi le seghe sulla sua Malèna. Vado a mangiarmi un “limoncino”, meglio di queste sicule di “agrumi”. Sì, troppo sfogliar i suoi album(i), sebbene stimoli l’“appetito”, a lungo andar…, rischia di farti ma(ia)le. Comunque, appena scende il tramonto, lei (s)monta Keanu pian piano, senza far rumore, e io vado a letto.

Rosico? No, getto il rospo. Sono un principe e non ho bisogno di involuzioni. Con quella mula, si perde sia il sale che il sapone.

Sfatiamo questa fata(lità) che Dracula dorme di giorno. È una grande stronza(ta). Quella non mi fa chiudere occhio e neppure malocchio. Sì, la maledico, sta sempre con qualche cazzone a farselo dare, lui la p(l)ag(i)a di danari e a me resta la “bara”. Pure i pianti e le piaghe. Andiamo a innaffiare la piantina, dai, piantala. Sì, come bara lei, neanche i baresi del Mezzogiorno. Fidatevi, meglio la mezzanotte a questa (bag)ascia che mi spezza il cuore coi suoi peli, no, paletti d’(av)or(i)o. Ieri, un commendatore di Milano, domani sarà il toro, no, il turno di un “cornetto” di Napoli.

Ah, evviva San Gennaro. Se ne sta nella sua “reliquia” e si scioglie solo per la gente ingenua che crede nei “miracoli”. Io non credo né all’amore né alle more. Credo solo agli arachidi. Li mangio perché i medici sostengono che aiutano a “digerire”.

A parte gli scherzi, come mi butta? Ah, te l’ho detto. Nell’altra stanza, c’è quella bottana bona della Madonna dell’Incoronet’. Che fa un po’ Lino Banfi ma soprattutto se li fa sotto i lor “baffi”.

I miei an(n)i trascorrono “lievi”, qui, in Transilvania fra le nevi. Datemi una nave e andremo a Londra.

Al momento, non ho soldi per far f(r)onte ai debiti e mi affiderò alla mafia russa.

Ora, me la russo.

Stai attento, sono un comunista e te lo faccio nero. Si dice rosso? Si dice anche vita (Peres)troi(k)a.

Salutami sorrata!

In poche parole, (s)fortunatamente, Mina si è ammazzata. Sì, la delusione fu enorme.

Almeno, non ho prole.

Già di mio, sono un figlio maledetto.

Figuratevi se nascevano maschi. Altri cazzi…

Se nascevano femmine, altre gatte da pelare.

Ho detto tutto.

 

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