Le folli notti del dottor Faloticus-William Munny, “Mariano” alla Guzzanti di “Boris”, richiesto da “tutte” e (re)spinto ero(t)icamente per la gloria, anche giù dalla “gola” del mio stronzo Jerry Lewis

di Stefano Falotico

Guzzanti boris

La mia metamorfosi è impressionante, un tempo… ero malinconico, quasi da manicomio, e il mio fegato stava andando in “Cancro”, no, cancrena, di Vergine ascendente poco di “pesce” ma ariete d’inculate, insomma, una vita di merda, da “cesso”, da cagata vivente, da metastasi, da bestemmie alla Madonna “impestata”, di pestaggi alla mia dignità a danno, anche ad ano “sfondato”, dei teppisti più inchiappettanti, picconanti, sì, di “botte” spappolanti, non tanto nelle donne “penetranti” quanto loro a “spupazzarsele” e io a “menarmelo”…, che menate pazzesche, a mano mia auto-erotica a(r)mata. Insomma, un uomo picchiato, “piccante” eppur sempre “intatto” al “borotalco” su aroma “caffè” d’addolcir con dello zucchero, previo diarrea da calcolare dei renali calcoli in testicoli strizzati.

Ieri, una topa, non una zoccola, sia (in)teso, mi contatta e mi dice:

– Bello di mamma, ho mostrato il tuo video alle mie amiche.

– Ah sì? Vuoi rendermi partecipe, di cosc(ienz)e pettegole, delle mie (non) prese per il culo?

– No, tutt’altro. Ti stimano. Ti considerano un uomo “alto”. Nonostante abbiano ammesso che sei medio di altezza, non bassotto.

– Sì, i Bassotti non mi piacciono. Sono Paperino.

– Per le mie amiche, sei Topolino.

– Meglio Pietro Gambadilegno. A queste “fighe” di mogano, delle finte mon(a)che, occorre l’uomo “rude”, peloso, ambiguo ché non ho mai capito se è un cane o un gatto. È il personaggio più assurdo della Disney. Spacca!

– Pietro ha la voce sexy, come la tua.

– La mia voce sarebbe sensuale? Mah, secondo me fa senso.

– Molto sensuale, “caro”. Attizza i sen(s)i. La mia amica si è sciolta, “sentendoti”.

– Capisco. E se “lo” sentiva davvero, sarebbe invece “venuta?”.

– Sei da svenimento. Sei un “duro”.

– Sì, come no. Più che altro, mi serve un’endovena. Non ho soldi. Mi dan da mangiar con la flebo.

– Non sei Zio Paperone?

– No, non navigo nell’oro. Talvolta, però nell’ozio.

– Quindi, non puoi invitare me e le mie amiche a cena? Allora, almeno sbottonati…

– Da me, care (s)c(i)ocche, riceverete solo del tè “caldissimo”. E nessuna “cerniera”.

– Da “bagnare” col “biscotto?”.

– No, da versare sulle galline. Detta anche pisciata in faccia alle cretine.

– Che maleducato. Che schifo! Che porco!

– Sì, via dal cazzo!

 

Ora, che c’entra questo con Boris?

E che ne so?

Questa però non è male, è uguale a me.

Da quando ho deciso di tornare, non ci son stati cazzi.

Ma solo il bianco cavallo.

Eastwood Gli spietati

 

 

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