Clint Eastwood, ghiaccio arcano di romantici occhi


Stefano Falotico ha pubblicato “Clint Eastwood, ghiaccio arcano di romantici occhi”, un’analisi “spietata” a incantevole danzare sulle nervature coriacee del grande Biondo!

Affiancato dal mio fido scudiero, Davide Viganò, anch’Egli rinomato fantino a cavalcare lungo le sponde western del Cinema senza frontiere di Clint, a suo onorarlo d’omaggio nell’immortalarne lo splendore, Stefano Falotico, il qui sottoscritto e presente-assente(in)giustificato, “perviene” alla lucentezza d’alcuni capolavori del Maestro. Ne celebra, sottilissimo, la biblica “artigianalità” immarcescibile, e innalza il nostro Credo a suo cavaliere pallido.

Il Falotico, d’indagine “notturna”, vive nei fotogrammi eastwoodiani, più vivi della spazzatura “moderna”. E, nel classicismo del Clint…, ritrova se stesso riesumato.
Rediviva è la vita in adorazione anche altrui ché la mia anima si svegliò dalla letargia grazie a dinamiche mentali d’empatia attrattiva.

Un libro scolpito negli occhi di Clint, saggio “eremita” in questo Mondo di folli sempre a schiamazzare, a dannarsi per schifezze, a “prodigarsi” al danaro delle “vittorie” spicciole d’ostentare in viso a chi lor reputano invisi.
Ma noi siam prodi(gi).

Falotico, così come Davide, è oltre la sconcia umanità pettegola, nonostante le “tegole” Lui è fiero guerriero, cowboy nella valle di lagrime. Esistenzialista a chi una regala (im)pone e quindi cambia bandiera ad opportunismo di maniera.
Fra tant’amarezza stantia, Falotico porge il suo beffardo sorriso, che si bea di tal ipocrisia da mentecatti e venduti.

L’esistenza è strana, una fantasticheria. Molta gente s’affanna per “successi” da quattro sold(at)i, abbaia di baionette e vien turlupinata dal consumismo innanzitutto ai propri cuori oramai di marmo. Forse anche molto di merda.

Apri l’uscio delicatamente, t’approcci a un nuovo Giorno, ma soliti balordi attentano luridi alle vergini su “voglie”, davvero “volenterose”-violentissime, dello storpiarle all’immagine di “piaceri” davvero “palestrati”.
Eh sì, allenati all’educazione fascista di massa, si son svegliati con la “lunetta” di traverso. Ah, che invertiti.

Il Falotico, cauto e d’acume “ignoto”, d’innata forza ieratica, pacata e pacifista, sfodera il suo Walt Kowalski e punta loro “pistole ad acqua”. “Pistole” sta per l’appellativo di “coglioni” che io affibbio a questi vigliacchi, “acqua” sta per sono già sprofondati ma, “a galla”, fanno… i galletti.
Sì, alzan la cresta ma devo disincrostarli. Cessi d’acquedotto. Nessuna “crostatina”, miei “tosti”. Solo pugni dal mio alto alla vostra bassezza di testa.
Io non picchio mai ma spicco, la mia signorilità accresce gli odi coi quali vorrebbero assalire anche me. Ne son incubo peggiore in quanto Sogno…
Ma i negligenti otterranno solo un “diligente” mio “gentilissimo” orpello alle loro palline. Le imbriglio ché lor son in sellino da asinelli, mentre io sprono il purosangue blu a non farsi infangare e affondare poi nella melma.

Il poeta è a questi un “posteriore”. In quanto avanti mille anni Luce di fronte a tali (o)scuri.

Ah, di marmellate si stroppiccian il visetto, ma “offro” loro un “vasetto”. Ché cagassero tutta la verità se non vorran esser “imbiancati” dalla loro stessa sporca coscienza allo specchietto.
Eh già. I criminali impuniti s’impuntarono a farmi la guerra, logorroica loro “ira” da cani appunto rabbiosi.
Ma il Falotico (non) de-morse, è qui cacciatore di taglie di pari “reazionaria” Legge del Taglione. Se la fai, aspettati la contromossa. E, se gli sparerai, almeno devi essere sicuro che gli oculari testimoni non abbiano visto il “fallo”.
Altrimenti, bulletti sarete in gattabuia a mo’ di Gran Torino. E lì i vostri cazzetti, di cazziatone, coleranno a picco come i volatili per diabetici del Commissario Auricchio. Molto “piccante”, molto “Ela Weber”, molto amari “marroni”.

Fratelli della congrega, sono ortodosso se mi vuoi rompere le ossa, mio “orsacchiotto”, tu che a tutte vuoi saltar addosso, contieniti o sedato nel sederino vedrai che… “bagnato” pelettino.

Sì, Clint è come me. Come Davide. Noi rispettiamo le libertà, ma non tolleriamo le ingiustizie, c’accaniamo perché i nodi vengano al pettine, tutti tutti sputtaniamo se per “virili” pantaloni vollero le granate “piantare”.
E non la piantarono. Piangeranno, però.

Insomma, comprate questo libro, volo libero.

Nella vita, se incontri degli avvoltoi, prima devi cacciarli, poi spulciarli, come quaglie bollirli e lasciar che affoghino nella lorda bordaglia.

Quindi, pagina voltar’.

Essere appunto Voltaire, famoso e giusto scettico contro gli ottusi.

Per farla breve, recatevi nel mio Cuore e vi regalerò altro amore.

Applauso!

 

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