Leonardo DiCaprio, i miei primi quarant’anni e il mio perenne “ano”, bravo!

Un attore che merita il suo culo, per voi, invece, solo pene!

Che faccia da sberle!

DiCaprio

Buon compleanno, Leo(ne). Anche tu, non mi par vero, hai tagliato il “traguardo vegliardo” degli anta…

Mi sembra incredibile, sì, non me ne capacito. Soprattutto per vi(st)a del fatto che, guardandoti nelle ultime foto, esibisci ancora un aspetto giovanissimo. Sì, certo, il tuo viso non è più efebico e “infantile-adolescenziale-senz’età”, da cherubino biondo come in Titanic, e questa tua barbona, che ti sei fatto crescere per esigenze di copione del “tuo” nuovo film, The Revenant, t’invecchia. Ma solo leggermente.

O meglio… è soltanto un “trucco”, diciamo “posticcio”, fatt’apposta e “apposto” perché nel film dovrai apparire più “vecchio” di come, appunto, appariresti senza peluria. Sei tosto! Allorché, per “incanutirti”, hai fatto sì che i peli del mento e delle guanci(ott)e, “aggrovigliando” il tuo volto liscissimo come seta orientale delicata e vellutatissima, eter(e)o senz’alcune rughe ancora, t’incorniciassero in una parvenza un po’ più da “duro”, da uomo vissuto. Non da “gaio”.

Eppur, a ben veder(ti), con tutto il “male” che uno può volerti, alla facciaccia dei detrattori invidiosissimi che, la scorsa estate, t’han paparazzato nel “beccar” il tuo faccion’ e la tua “panzé” oltre il peso forma in quel d’una caraibica spiaggia “sabbatica” nel torso-“orso”-semi-nudo-“costumone scostumato” che tanto “sguazzava” con la tua nuova modella magrissima, è “asciuttamente” inconfutabile che fai sempre e comunque la tua porca… figura. Non dar retta a chi ancora ti dà del fighetto, la malalingua che, gelosa del tuo s(ucc)esso, ti ricorda crudel-mente dei tuoi esordi da “bamboccio” coi genitori in blue jeans. E non sarà certo per il tuo “criceto” in Critters 3 che ti giudicheremo la nostra peggiore “amica”…

Perché, solo un anno dopo, “ammiccavi” al tuo mentore Bob De Niro. This Boy’s Life, sì, cancelliamo queste tue prime pellicole, con tua abnegazione talentuosa, ecco che, di Voglia di ricominciare, potesti sfoderare un “handicappato” di tutto “rispetto”, da “toccato”, (d)a star is born “intoccabile” e prima strameritata nomination nello stupendo, commovente, intimista e già insuperabile trasformista… Buon compleanno Mr. Grape. E chi s’è visto… va (ri)visto.

Hollywood t’adocchia immediatamente, e come poteva essere altrimenti?

Ma, come spesso accade, t’utilizza in ruoli inizialmente “teenageristici” per sfruttar il tuo visino tanto carino. Sei già una “celebrity” del tuo Romeogrande Gatsby da Baz Luhrmann. Né carne né pesce, uno “Shakespeare” incarnato nella tragedia iper-romantica di James Cameron. Da quel film, “camionate” di donne ed ecco che, estemporaneamente, vi “ricaschi”. Fai il cascamorto tra una donnetta e l’altra, cresce la panzetta ma ti “affina” il tuo salvatore Scorsese Martin. Regalandoti un Amsterdam in Gangs of New York di prima collaborazione davvero autoriale e coi fiocchi. Infatti, nella prima scena, porti il fiocchettino. Allorché, “sbarchi” a Cinecittà con dei chili di troppo. T’attira il profumino dei bucatini ma devi “scioperar” di fame se vuoi interpretare un ruolo sto(r)ico che ti regalerà vitale linfa attoriale, poche amatriciane se vorrai batter il Butcher di pareggiamenti dei conti alla “romana”. Eppur quella Diaz Cameron è bona e “ladrona”…, vi scappò, fra un ciak e l’altro, una trombatella nella gattina appunto da “gattone” Romeo meio der Colosseo?Eh sì, ti presentasti sul set del kolossal da “grande”, molto “sviluppato” anche, eppur “grosso”, non tanto di fisico da colosso, insomma, eri grasso. Ma colò e la pancia, grazie a una dieta ferrea, calò. Il fisco salì. Questione di da(na)r(i) e calor(i)e. Le tue brache sempre calarono ma non perdesti il “vizio” delle mutande femminili nel “colante” a “scrollartelo”, togliendo un altro collant e st(r)appandotelo da Re Sole. Forse con Cameron le fosti “spada” di “Camelot”, non interpretasti Excalibur ma fosti a Versailles di mask(io) of iron, e quindi volasti ancor Aviator, rischiando di “scottarti” da (I)caro oltre tutti gli avversari. Cari miei, vi (s)fotte! Sfidando le (s)fighe, le fate, qualche tuo “fallo” da troppo caricar acerbo d’istrionismi non del tutto calibrati e in sordina “cal(z)anti”, ma tu urlasti “Prova a prendermi!” e, tra il bene e il male, fra le mele, il quasi montato, un’altra che (s)montasti, ecco The Departed. Alcuni Scorsese di fila posson far partir’ la testa e renderti troppo figo, sempre più donne, con quella fisarmonica, te lo firmano, che fisima, (ti) vogliono e rischiasti la pazzia, da cui Shutter Island e non c’è 3 senza quattro? Facciamo anche 5, moltiplichiamo i “guadagni” da broker d’ogni regola in formissima del lupo di Wall Street.

Lascia(mo) i rimpianti a Sam Mendes. Se uno segue la sua Revolutionary Road, finirà più depresso di J. Edgar.

Clint Eastwood non si discute ma nella vita (non) bisogna avere Nessuna verità. Altrimenti, poi “becchi” il peggior film di Ridley Scott.

No, basta coi sogni, Inception è sopravvalutato.

Django?

Ah, sta unchained, tu, Leo, stai bene?

Sta(i) da Dio.

Ah ah, e l’H non è muta.

Buon compleanno. Buona torta, tu mangi tutte le femmine, le fett(uccin)e, e vai di (s)cena.

Questa fa schifo? Dobbiamo rifarla? E rifacciamola.

Tanto, tonto/i, con una faccia così, sempre ve/te lo/a fa.

Insomma, Leo è come Falotico.

 

di Stefano Falotico

 

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