Buon Natale in anticipo, rinascenza di Scrooge in un mio racconto alla A Christmas Carol alla Tom Cruise, detto il topo per le topoline, evviva Topolino e le fav(ol)e Rock and Roll

Risky Business

 

 

Strofa uno

 

La morte

Beviamo qualcosa…

Mi dica…, ha paura di morire?

No, ormai no. No, non ho paura di morire. Considero la morte come una sorta di necessaria metamorfosi.

E forse più la morte è dolorosa più… ecco, la cosa è molto sottile.

Vede all’inizio, quando veniamo al mondo, c’è il dolore ed è perciò giusto che ci sia dolore alla fine.

Una sorta di trasfigurazione, la soluzione… la soluzione dell’equazione.

Ha mai visto una donna partorire?

No, be’, il suo viso è stravolto, è pieno di sudore, di angoscia, ma stranamente segnato e intriso di… gioia.
(Marlon Brando, The Brave)

 

Non molti della mia generazione, conoscono il mitico Charles Dickens.

Ma io, essendo eastwoodiano, spirito Hereafter, da infante eterno, d’adolescente perenne, da Nosferatu, non morto, sempre vivo e fiammeggiante, naturalmente non solo lo conosco, lo sono-non ho mai sonno, bensì gli stringo la mano nei miei fantasmatici viaggi fuori da ogni tempo.

E, tirandomi il culo (s)fondato, come si suol dire, ho voluto recitare il suo immor(t) Canto… di Natale e me ne fiondo di fiocchettino. Cancan, vai di ca(g)ne!

Celeberrimo per noi, figli della Luna, naviganti in una circense, eterica euforia, sì, siam magmatici come castelli elevati a un Dio san(t)o solo ai nostri cazzi, in sparato “bombardarci” (s)fumati nel (Mangia)fuoco, come quella figa spaziale di Diane Lane, che Josh Brolin s’è acchiappato anche ora che, anziché sfiorire, te lo fa sbocc(i)are di più. Sin City del macho, non mi state sul frocio, come (“lo”) sosteneva il grande James Remar nel volteggio geniale, combattivo, mai domo, giammai fatiscente dei warriorsoh, miei fet(ent)i…

Sempre più in alto, spinge di brutto, cari bruttoni alla Bobby Peru di Cuore selvaggio.

Che “Dafoe” vuoi? Ahò, non so’ mica un Cristo, dammi un’ultima tentazione, no, Maddalena?

Madonna, che bono/a.

Salve, sono Sailor, fottuto mattocchio, immerso fra una visione lynchiana e il mio guerriero della notte alla Walter Hill, un po’ piacione alla Michael Paré nei momenti in cui il bulbo cresce e “qualcos’altro” per il gentil sesso “vien” di sasso da bellissimo, molto più “crescente”, ché non scorderò mai, miei (s)bull(onat)i, molto “accor(d)ati”, l’accavallare di Stone Sharon nel mio Basi Instinct di ca(va)llo.

Cari Rick Moranis, non mi si son ristretti i ragazzi… e ora so’ cazzi.

Sono da “piccola bottega degli orrori” per i moralisti, che non sanno mai scherzare. Cari “giganti”, il mio (o)nanismo è alla Carmelo Bene di “pene” ché non mi deste… ascolto eppur mentii splendidamente da Pinocchio. Che mente, miei dementi!

Vi dissi che ero da tener d’occhio ma mi spruzzaste tanti “malocchi”. Malelingue, la mia lingua ha avuto buona sorca, abbasso i sortilegi.

Vivacchio!

Cacchio, se non mi cachi, mangiati un caco. Aiuta la cacata.

“Mieloso”, sprona la “sciolta”. (S)pompa! E allora di sciogliesse quella “diarreica” di tua sorella, son fo(r)c(hett)a in cui, in cul’, di pel, devo farmela in foca-bocca, “fiocca” e rompo le (g)nocche, no, scusate, mi piglia “mela” di foga col bocchino, mio psichiatra vai imboccato, non è un’ottima fica ma non copritemi con foglie di “fico”. Tre civette sul comò!

Non son un fighetto, non avvelenatemi con dei funghetti. Io tiro… fuori le unghie. (S)tira…, tonna, donna, evviva i tonni!

Questo è un (Abatan)tuono!

Baccalà, non fatemi la fine di Jerry Calà! Qui, abbasso i bauscia ed evviva i terrun’!

Accanto alle (ter)ragne, di accento alla Lino Banfi e, se mi va, mi mangio pure il sapun’, basta con le la(sa)gne, mie be(sciame)lle, non sono un sapiente, eppur il “mio” è sal(i)ente. Di “stuzzicadenti”.

Si chiama sale in zucconi, caro coglione, e tante mie zucche, che cocco, che noce di capocollo!

“Lievita” di burro… cacao. Non sbavare, “asciugatela” col (fazzo)letto!

Te “la” spezzo, dammi un po’ di spezie ed ecco l’uomo speciale.

Allora, vecchietti, non aspettiamo Capodanno per bruciar il vecchione.

Buon an(n)i subito ed evviva esser forever giovani! Il passato è passato, non passerà ma(i), se ci son le passere, tutto è passerino di uva.

Gnam gnam!

Tonight Is What It Means To Be Young…

Amici, voglio ubriacarvi di follia e sensualità!

Nowhere Fast!

Sì, sono Tom Cruise!

Colpo di (s)cena. So che eravate in trepidazione per la mia “mission impossible”.

Invece, Jerry Maguire ora “ulula” che è stato un Risky Business.

Vaffanculo agli stronzi ed evviva il Genius!

A proposito, “duro”, come mai ascolti sempre metallo pesante e non hai capito ancora, faccia da culo, come si (s)fonda “leggera?”. Guarda il mio p(l)ett(r)o e, da carino, le (o)carine ti suono.

Ora, posso toglierti gli occhiali da “solo” e farti vedere la Luce, mia donna “sola?”.

Sai, sono molto solo, tendente al solido e me le lavoro tutto il giorno, lavoratori!

Eh sì, sono “cieco”, non vedo un cazzo.

Basta che lo vedano le donne e me ne sbatto…

Abito nelle streets of “fire”, secondo angolo del “sinistro” in mio “dritto” vincente.

Se non ti piaccio, bello, ti getto subito nel cesso.

Mi sbatterete ove il Diavolo è pari a me di stronzo infermo, di verissimo, bruciante inferno. Abbasso ogni (in)ver(n)o!

Sempre meglio che finir da fessi, ipocriti e miei da fossette.

Vi ho affossato.

Volevate farmi fesso e invece son io che io vi ho scavato la fossa.

Ora, donna, apri la fess(ur)a e sbattimela di palle degli occhi(olini).

 

Nessuna strofa due, solo la scrofa di tua madre messa nelle mie strofe alla Boccaccio in presa per il culo di boccaccia. Se non le sta bene, una p(r)osa e se lo pigliasse imboccato.

 

di Stefano Falotico

 

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