“Open Range”, Review

Sfreccia nobile l’epopea da unforgiven

Open

Kevin Costner dormicchiò dopo Balla coi lupi, indubitabile spartiacque e capolavoro “purificatore”, annacquando in un poltrir bolso.

Ma, dopo la parentesi del suo Postman…, torna alla grande dietro la macchina da presa. Aspira le praterie, le inarca in afflato davvero epico con una dolcezza commovente.
Fin a scendere a mezzogiorno di fuoco per un pareggiamento di conti da western grandioso. Tra le valli felici, i banditi appaiono mascherati, ruban il gregge, scannano l’amico e lo “impalano”, nel disonore più sfregiante.

Dei quattro compagni di notti e bevute, i due cavalli da novanta Costner e Duvall si spalleggiano col ragazzino acerbo. L’erba dei sogni è stata deturpata, bisogna tornare in città, scovare il crimine, stanare i mostri che l’han perpetrato.
Ma, nell’intermezzo, c’è l’amore anche per una Donna. Sì, Costner stupisce con romanticismo anacronistico e si toglie anche il bellissimo sfizio di concedersi proprio una parentesi d’altri tempi selvaggi, quando i cuori si lubrificavano nel tatuarsi “Love” a via col vento delle emozioni a pelle, contamina il genere ed è doppia faccia pulita con una barbetta sdrucitissima, però elegante e signorile. Un Principe follemente perso per la sua bella, ma con un’ossessione ancora più fatale e truce, la vendetta sacrosanta a “scoccargli” di “bruti”, ad apparirgli allucinatamente “vivi”, puoi toccare la paura, efferati son spuntati al buio, come ladri…

Depuri le iridi, abbagliato da una Lei imperiosa, dolcissima e titubante. Vedova allegra ma non troppo… malinconica ma d’asciugarle i pianti in strazianti baci, giurandole eternità e purpuree anime.

A rischio di perdere tutto per colpa dell’ostinazione. Latente, non dà scampo, devi uccidere chi ha ucciso. La Notte si tinge di pioggia e sangue, fradici tu e Duvall a muso duro nel saloon tetro, mentre il Cielo è squarciato d’avidi tuoni, violentissimi.
Profetici a messianico furore delle lancette calde da scandire. Spunta l’alba, passi delicati ma pericolosi, attenti all’agguato, guardami le spalle, amico.

Spunteranno dappertutto. Voleranno spari incendianti. Fucili “frastagliati” in pistole su teste di cuoio velocissime. I riflessi potrebbero giocarti un cattivissimo scherzo.
Basta non esser all’erta nel grilletto premere di scatti, e saremo spremuti da una raffica devastante di morte delle più malvagie. Senz’anestesia, ci “sgozzeranno” con del piombo freddo, lentissimo, a combustione infernale.
Bruceremo angelici, come bestie ingannate da un Dio dei giusti che forse, qui, non abita. Domina la Legge spietata. Non guarda in faccia nessuno.

Abbiamo ragione, ma non sempre i torti pagano…

Una ferita, qualche “sangue” letale, salvami, sei svelto? Mi hanno beccato. Forse morirò.
No, c’è dalla tua il veccho Bob Duvall. “Dormi” tranquillo, me la sbrigo io.
O forse ce la facciamo entrambi? Sì, sono morti.

Adesso, puoi amarla.

(Stefano Falotico)

 

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