Cafe Society

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Mattina baldanzosa, di umore (sovr)eccitato, “altisonante” seppur vivacchi sempre nello sperante. Da un po’ di notti, prima di (non) prender sonno, sono ossessionato dall’umorismo di Woody Allen, secco, fatto di freddure incalzanti, “dinoccolato” e brutto, come lui, a seconda dei punti di vista. Al che, immaginandomi (in) Woody, la mia mente sfarfalla e, afasica, inventa aforismi da (non) riderci su, mentre il mondo è sempre in (av)aria e non tutti gli avi vengon per nave.

Direi di partire, prendendola al “largo, poiché se lei le allarga si allaga…, qualche volta, causa impotenza, si restringe e, reprimendosi, “lì” non (s)preme, eiaculando di sua onanistica spremuta, “pen” che ti vada…

Insomma, nella vi(s)ta (r)esistono donne pazzerelle e altre (da) passerelle.
Ho detto tutto. Anzi no, nev(v)e(ro? Evviva Arcimboldi, pittore delle fighe morte, no, dei fichi d’india con la banana del suo dittatore libero… Iago della Bilancia pende a favore, oggi, delle vergini, evviva Otello!

Per “chiuderla”, oserei dire, ardente… Il casino non è essere ripudiati ma, sul podio, esser troppo amati, è da qui che sorgono e non “sgorgano”. Sì, per molto tempo venni, dunque nelle mutande non “venne”, ripudiato, osteggiato, (re)spinto, dalle donne umiliato e ammaccato. Oggi, alcune mi amano, o per meglio dire mi corteggiano. Ma lo stress di queste si fa sentire di morte sentore. Non (r)esito a tutte queste scosciate, a queste femminili (de)menti. Se fosse per loro, e per l’“orlo”, dovrei (s)battermi sempre per essere il migliore, per piacere a ogni albeggiar del dì spronante la “carica” del numero uno. Invece, rimango un primo, solo, dalla depressione avvolto, pensando che Hannah e le sue sorelle è un ottimo film. Beviamoci sopra un caffè. E sotto si bagna.

di Stefano Falotico

 

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