“La leggenda del re pescatore”, recensendo

Siamo tutti principi, tutti re per una vanità o un ideale come cavalieri e dame medioevali nel ball(ett)o
Alcuni lo definiscono un eroe. Altri lo definiscono l’uomo più pericoloso d’America

LaGravenese conia questa massima ad aforisma sociale, incisa nell’eternità, la tal s’abbevera sempre di (s)concerti e pecca a pelo nell’uovo a ricercar martiri, eroi, santi e forse una chimera in tal vite da Calimero.

La gioia dura un battito di ciglia, l’oscurità tetra t’assottiglierà nel sottil di tutti (auto)inganni.
Basta una mossa “falsa”, una frase insana al posto non giusto, e si scatena la tragedia. All’improvviso, detonante, indietro non puoi tornare.
Circolin vizioso ché come un cane t’arrabbi, abbaierai ma nessun fa la coda per ascoltarti. Inutile sviarla di tornanti!
Se sei stato scottato, la misera consolazione di un amico che ha causato il danno può salvarti dall’esser visto come sciagurato?
Ah, poveraccio… illuso, che ti balocchi nel “mito” di Pinocchio, spettinato e barbone, chi t’ha trascinato a non raschiar neanche più il fondo del barile?
Risorgere? Ah, tante risorse possiedi, ex professore. Ma il trauma è una follia che, insinuandosi traditrice all’amor puro tuo rubato, insiste, sei scalfito nell’anima e l’hai cucita sol nei sogni “incoscienti”.
Nel sonno letargico a chiuder prima gli occhietti, appunto, al punirti nel sigillarti. Che celato sei?! Gelatissimo dopo che quel pazzo ha ucciso tua moglie. Non esiste più nulla se non esserci altrove. Per dimenticare, forse.
Ma guarda un po’ che disastro quel deejay “montato” ti ha combinato… proprio senza più feste e dai deliri infestato. Ti tormentano, stai dormendo e rifioccano in fila battagliera nei demoni che tanto occludi eppur sboccan sempre paurosi.
T’urlano che sei solo un vigliacco, la vita deve andare avanti anche se il dolore non si potrà rimarginare.
Cos’è la pazzia se non uno splendido burattino di legno in mano a Mangiafoco? Dragone che appare e inferocisce le tue cicatrici vulnerabilissime.
Spettro che scacci, gli gridi bestemmie e t’infuochi tu stesso. Perdendo un’altra volta il “senno”.
La furia di un’allucinante ingiustizia. Sei sotto le sue grinfie, ti divora e graffia a dardeggiante… bruciarti.
La Notte è parsimoniosa di stelle a Central Park.

Due vite che, assurdamente, si sfiorano per fatuità, caso bastardo e gran figlio di puttana.
Tu, Jack Lucas coi tuoi cazzi. Un tizio incazzato col Mondo telefona in diretta alla radio. “Fuori programma” inaspettato. Non lo prendi sul serio, anzi, non sai che dire per frenarlo e distruggi una vita.
Lo psicopatico, che ha telefonato, prende alla lettera le tue parole, si “ribella” compiendo una strage.
Ammazza la moglie del dottore.
Il dottore va fuori di testa, Lei è morta, e ora chi risolve la faccenda?

A te non va benissimo, Jack. Per colpa di quell’avventata tua “sparata”, nel “consigliare” al maniaco di far piazza pulita, ti hanno licenziato.
Te ne stai solo soletto in casina. Per fortuna, c’è l’amante, rossa e atipica peperina.
Ti tira su nei momenti di depressione e stanca. Anche tu stanchissimo di tutto. Arranchi e piangi sotto la pioggia…

Altra strana coincidenza e incontri la “vittima”, il professore. A vostro modo, diventate amici. Ti senti in colpa, ardi nel rimorso incurabile e ne vuoi sanare la sua ferita. Gliel’hai involontariamente inflitta tu.
Il professore è innamorato di un’altra senza “rotelle”. Due di quelle teste, oramai, non ne fan una dritta.
Che storpiati, che pastrocchi!
Sono imbarazzanti! Sembran dei bambini sporchi. Ci vuole il bavaglio, il grembiulino…
Ah, devon riniziar daccapo a piedi. Avresti voglia Jack di tirargli un malrovescio. Ma hai già rivoltato la sua esistenza! Un’altra frittata…?

No, (non) vi salverete entrambi. Siete sbagliati per questo Mondo. Gli altri, gli stronzi furfanti, “fortunati” ridono e scherzano su tutto. Anche sulle cose gravi.
Tanto a chi importa delle sfighe altrui? Basta che coltivino le loro pance e basta che magnino.

Così, finisce in una “bolla di sapone”.

E cantate nudi, a squarciagola, belli come mamma v’ha fatto, perché scoppia la vita in voi.
Pirotecnica e stellare!

Il resto è solo questione di culo… all’aria.

(Stefano Falotico)

 

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