Il trailer di IT mi scatena riflessioni, non so se profonde o sprofondanti, sull’esistenza

ittrailer

 

Il Pennywise. Chi è tal pagliaccio dalle smorfie “deformi” che terrorizza una cittadina e, in particolar modo, si accanisce sulle purezze illibate, assediandole con la sua presenza minacciosa e oltremodo malvagia, spalancando le “fauci” con rara ferocia? È il babau “nightmare” degl’incubi più nascosti di una società omertosa, ipocrita, l’incarnazione dei timori ancestrali, lo scoperchiamento vivente dei tabù moralistici di un mondo che si “regge” sulle bugie e le ignominiose menzogne. Raccapricciante, striscia nelle fogne, apparendo di notte “con le scarpe tutte rotte”. E la sua ira erutta con vorace fame. Ma i bambini, gli spiriti liberi gli “amputeranno” la cattiveria, dissotterrando le lor angosce in un grido vivace di forza catartica. Ammanettandolo al suo orrore. Allorché, allo spu(n)tar delle mie ansie, rimembro tempi “infausti” o forse solo illuminatamente fatui e fatati della mia infanzia, e mi addent(r)o poi nell’adolescenza mia turbolenta, giustamente impaurita di una società allo sbando che voleva “imbavagliarmi”, nel tentativo fortunatamente fallace di volermi castigare in una dimensione “responsabilizzante” del mio io nato libero. Scorrazzo di pensieri che si frastagliano nel nubifragio candido della mia (in)sanità, giovandomi delle mie savie, salvatrici “follie”, lontano come sempre son stato dalla folla di massa, che la coscienza ammazza, giocando di verace e pugnace voglia di gaia euforia, di freschezza d’animo che non si contamina nel liquame inquinante di una società spesso portatrice, arrecatrice di malessere. Queste regole opprimenti, che “obliterano” il cuore in tetre opalescenze del suo mot(t)o giovanile, annientando, come avviene per molti, l’indole ludica del bel ridere armonioso. E, tra flessioni ginniche del mio cor(po) senza tali abiette iniquità, di svago vago nell’ilare contentezza, tormentandomi talvolta di reminiscenze che ancor purtroppo mi schiavizzano in vedermi triste e “annebbiato”, ma mi chiarisco le idee e viaggio a tutta velocità con pimpante, frizzante fantasia nell’elegante venustà non macchiata dall’orrida vetustà.

E mi raccomando: sono lo Stephen King italiano, comprate i miei libri. E non ve ne pentirete. Scoprirete la vita nel suo (dis)farsi mutevole di bellezza. Al di là degli orchi e di chi vorrebbe “punirti” negli obblighi coercitivi della sua visione oscena del mo(n)do di vivere. E voi, bambini, sognate, finché i sogni vi saranno lieti. E innalzatevi a levità!

E ieri, da un amico, ho ricevuto tal foto. Grazie.

17629932_10208754626083314_6236241902451413457_n

di Stefano Falotico

 

Lascia un commento

Home IT Il trailer di IT mi scatena riflessioni, non so se profonde o sprofondanti, sull’esistenza
credit