Racconti di Cinema – The Score di Frank Oz con Robert De Niro, Edward Norton e Marlon Brando

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È oggi il turno di The Score, film considerato da molti un filmetto. No, vi sbagliate. Non l’avete visto attentamente e siete stati assai precipitosi, affrettatissimi nel giudizio vostro perentorio e sbadato.

The Score è un gran bel film. Credetemi.

Film del 2001 della durata, abbastanza consistente, di due ore e quattro minuti, diretto dal veterano Frank Oz. Sì, un uomo diventato famoso nell’ambiente per essere stato uno dei padri, diciamo così, di quelle sublimi creature chiamate Muppets, assieme al loro creatore Jim Henson.

Regista talentuoso e sofisticato di commedie nient’affatto trascurabili, divertentissime e molto intelligenti come La piccola bottega degli orroriTutte le manie di Bob con Richard Dreyfuss e Bill Murray, In & Out con uno strepitoso Kevin Kline e il bellissimo Bowfinger con Steve Martin e Eddie Murphy.

Che, con questo formidabile The Score, cambia totalmente genere, spiazzandoci davvero e girando magistralmente un ottimo caper movie, sì, il classico film di rapina da “colpo grosso”, assoldando nel suo cast tre attori di razza pregiatissima, tre campioni imbattili del miglior Metodo, modelli recitativi altissimi appartenenti a differenti generazioni, accomunati però dall’identica forza espressiva, dalla stessa poderosa versatilità, dalla pari poliedrica classe mimetica e dall’eguale, ipnotico carisma, ovvero Robert De Niro, Edward Norton e Marlon Brando, qui purtroppo alla sua ultimissima apparizione cinematografica.

E già basterebbe ciò per reputare The Score un film importante.

Trama…

Siamo a Montréal. Nick Wells (Robert De Niro) è un attempato ladro, una vecchia volpe ritiratasi dalla scena che gestisce un elegante bistrot. Trascorre le sue giornate a leggere il giornale, a scrutare nell’enigmatico turbinio della sua vita or acchetatasi nella mesta, paciosa calma borghese e a incontrare la sua fiamma, l’hostess Diane (la stupenda Angela Bassett).

Durante una bella mattinata plumbea, Nick viene avvicinato loscamente da uno strano figuro che, a prima vista, pare disabile e minorato mentale, Jack Teller (Edward Norton).

Costui gli sussurra mellifluo che qualcuno l’ha richiamato in servizio per un affare lucroso e miliardario, e lo sta aspettando per un appuntamento speciale.

Così, Nick e Jack incontrano Max (un debordante Brando), vecchio socio in affari di Nick, e i tre arditamente, nonostante le mille, iniziali titubanze di Nick, restio a farsi coinvolgere in altri piani criminosi, progettano il furto di un inestimabile scettro prezioso, custodito gelosamente e in momentanea giacenza presso la cantina della dogana cittadina.

Jack si fa assumere, sotto mentite spoglie da persona handicappata, come umile, apparentemente innocuo uomo delle pulizie, al fine di poter carpire meglio e da vicino la situazione all’interno della dogana e imparare a studiare il metodo di sorveglianza dei poliziotti addetti al controllo dello scettro. Al fine di poter eluderli al momento del colpo che sarà effettuato per mano di Nick.

Qualcuno tradirà però spericolatamente gli accordi, romperà rovinosamente i patti e vorrà incoscientemente agire di testa propria. Rischiando di mandar a monte l’intera operazione soltanto per appropriarsi della refurtiva e poi darsela a gambe levate, fuggendo col malloppo.

Ma forse non ha fatto i conti con la scafata esperienza di chi è più saggio e temporeggiatore di lui.

Che film, ragazzi. Chi l’ha detto che i film heist debbano essere per forza dei capolavori assoluti come Heat?

Esistono le raffinate sfumature e The Score n’è un brillante, riuscitissimo esempio.

Certo, vedere i troneggianti nomi in locandina di De Niro, Norton e Brando e poi trovarsi dinanzi a una semplice, lineare pellicola di puro intrattenimento, ha scontentato parecchie persone. E fatto infuriare i critici più esigenti.

Come dire… la montagna ha partorito solo un topolino?

Macché. The Score è un film considerevole, ottimamente orchestrato, godibilissimo. E, per avallare la mia decisa affermazione orgogliosa, cito a tal proposito la recensione, dal suo Dizionario, di Paolo Mereghetti, un critico non sempre simpaticissimo a causa delle sue fin troppo severe vedute ma che spesso c’azzecca…

Fedele al tema della menzogna che attraversa tutta la sua filmografia, Oz confeziona la sua pellicola più matura e incompresa: una variazione sorridente sui cliché del poliziesco crepuscolare e un thriller sui generis a combustione lenta, che divampa in un finale frenetico. La gara di bravura dei protagonisti (tre generazioni dell’Actor’s Studio a confronto, e non a caso il grisbi è rappresentato da un prezioso scettro) sembra quasi uno studio sull’evoluzione dell’arte della recitazione. E il ritmo impresso dalla partitura jazz di Howard Shore avvicina il film a una jam session che sovente si spezza in assoli e duetti…

Superba fotografia funzionale di Rob Hahn.

The Score è il solo film in cui De Niro e Brando hanno recitato assieme. Proprio loro che son stati gli unici due attori diversi a vincere l’Oscar per aver interpretato lo stesso personaggio, Vito Corleone, nella saga coppoliana de Il padrino.

E Norton, sin dai suoi primissimi esordi, è stato subito visto come il loro erede.

Ho detto tutto…

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di Stefano Falotico

 

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