In attesa del Blu-ray di Scanners, la teoretica di Cronenberg e la mia visione eremitica ed eretica

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Sono qui, nel mormorio d’un mattino col respiro angusto del suo intimo borbottio. E ausculto dal mio cuore un candore irreprimibile che balla con le aurore più ermetiche del mio interminabile crepuscolarismo antieroico.

E odo il mio cuore che sventola nell’etere infinita del mondo, planando a volo d’aquila sul tempo delle mie acquiescenze, delle mie ire contro ogni maligna scienza, in quanto io non sono l’esperimento di nessuno, tantomeno di me stesso. E non voglio più violentare la mia carne per compiacere il materialismo di massa, l’edonismo volgare che, giorno dopo giorno, si perpetua mefitico e mefistofelico.

E d’ora in poi danzerò ancor più orgoglioso nella cascina e nel casino dei miei ricordi come uomo Spider e non più come Peter Parker… Annodandomi e arrotolandomi al tempo involuto, io, così evoluto da essere da pochi voluto, ritornante e rimbombante nel cicaleccio insopportabile di tutte queste vanità ciarliere. Perso e penso voluttuosamente nel marasma delle mie ansie, sullo scoglio alto dell’insormontabile illuminazione assoluta. Io via son volato come un gabbiano dopo essere stato violato. Oh, miei baggiani.

So che ancora una volta mi prenderete per tonto, ma così va il mondo. E io non più me ne dolgo.

In quanto la vita è perenne dolenza, gioia alternata a straordinaria sofferenza. E chi rifiuta quest’assunto non è certamente uomo di gran intuito e, secondo me, neanche di fiato lungo. Perché è dura e lui durerà? No, non tanto.

A volte succede che osservi il pasto nudo della nudezza e delle tue ebrezze. E ti accorgi che ogni sovrastruttura è solo un’illusione mortifera. Solo stolta rudezza.

Amo la gioviale freschezza contro ogni micidiale putrescenza.

Io muto nella forma, anche nelle mie formalità, spirito libero e adamantino, metafisico, mistico ma non so se mitico di quello che vedo, sento e mastico. In tal sociale mastice in cui è tutto un elastico.

Ove devi sempre saltellare per non cascare nella fossa e non inciampare nel pugno di un uomo più grosso.

Io sono questo, cerbiatto imprendibile di mie emozioni sotterranee, immerso nel dormiveglia di un’apatia oggi e di un’enorme euforia domani o nell’aldilà di altre ilarità, oggi sto ove ero ieri e fra un mese nel futuro di un’altra era.

Contro di me non ha funzionato nessun semplicistico, facilone dangerous method. Le violenze psicologiche, farmacologiche, quindi anche fisiche, rendono un uomo davvero brutto come in A History of Violence. Perché dalle segrete delle proprie rabbie represse per quieto vivere civile, segregate giustamente nella bontà e nell’altruismo, può, se si azzarda troppo, risvegliarsi un guerriero indomito.

E dal sarcofago, no, non esce un pio monaco e neppure un monco. Oh, miei mongoli.

Dinanzi ai vili affronti, devi far capire a tutti chi hanno di fronte. Non sei certamente un russo granitico come ne La promessa dell’assassino ma nemmeno un bambagione sognatore, un americano a Roma. Nel tuo profondo vibrano pensieri, no, non pericolosi, in una parola profondi. E il contatto con la superficialità quotidiana della gente bigotta, oh sì, diviene un Crash ove il tuo corpo, cozzando contro le lamiere dell’ottusità tagliente, contro gli scherni contundenti, contro gli asfittici schemi sociali così repulsivamente deficienti, preferisce ancora una volta, testarda-mente, la sua eXistenZ. Ho capito di essere la sofisticata incarnazione di un body horror, come una mosca or che può far molto col suo Scanner. Ed è Shining… che Cronenberg non ama in toto.

È un nuovo, rivoluzionario concepimento concettuale della realtà. Forse del tempo, dell’io sto ancora qua.

Questo è quanto, forse un uomo dalla mente bionica, dalla velocità di pensiero quantistica.

E non è retorica romantica, solo realismo carnale e aderente alla mia metafisica teoretica.

Questo è ancora niente.

Dopo il pezzo super poetico, il pezzo pregiato è arrivato e, devastato da tanta bellezza, ho smarrito ogni freno inibitorio.

Reazione con convulsioni, sturbo, alterazioni mentali, delirium tremens, ipertensione, sudore freddo, palpitazioni, stati irrefrenabili di agitazione, imprecazioni di giubilo da Lino Banfi e Diego Abatantuono, pallore eccitato da Christian Bale di American Psycho.

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di Stefano Falotico

 

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