La leggenda del monachicchio

La leggenda del Monachiccio
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Ebbene, questa è la strabiliante, magica e sognante, incredibile storia stramba e strampalata, di un fantasma funambolico, sì, d’un uomo evanescente e innocente, smarritosi stranamente e inspiegabilmente nella nera notte più funerea del suo sopravvenuto, terribile e mortifero disincanto apparentemente irreversibile ed immutabile.
Perso come fu, costui, nel suo voraginoso marasma, dissipatosi nell’asmatico e spettrale pallore della sua personalissima luna cinerea e smorta. Parimenti al tetro e grigio eppur candido colore sobrio della luna durante le notti più chiare in cui la si può osservare nitidamente galleggiare, opalescente e poi di nuovo assai linda, nello spazio profondo più misterioso, abbagliandoci col suo marmoreo candore, ora quest’ectoplasma, di cui vi narreremo la storia ipnotica, inebriandovi con immagini delicate, incorniciate alla scultorea rinomanza della sua esplosiva rinascenza inaspettata, languido passeggia ombroso e poi radioso lungo il lungomare poetico e crepuscolare del suo essere riapparso come per miracolo grandioso.
Egli è il monachicchio. Incarnazione vera e tangibile, come vedrete, presto assai visibile, d’una favola folcloristica reputata irreale e fantasiosamente ridicola, eppur invece pittorescamente veritiera e dunque vivissima. Un uomo, un fantasma, un notturno spettro e un fulgido diamante cristallino dalle sembianze umane, or resuscitatosi nell’abbacinarvi di soave letizia pura come il colore immacolato dell’alabastro più sublime da ammirare in maniera estatica.
Rimanendo tramortiti dinanzi alla beltà accecante, persino imponderabile, della sua realtà allucinante, mescolata alla più favolistica visione surreale di tale nostro mondo caotico e forse distopico.
Il monachicchio.
E che questa storia abbia or inizio!
Il supplizio dei martiri, gli uomini e le donne malati di tanti, incurabili vizi indicibili, l’ozio e l’orifizio del buco del culo di tale mondo lercio e porco.
Il monachicchio viaggiò nella notte più cupa e ora vive bellamente rifulgente nel ventre meandrico e oscuro, quindi solare, di questa nostra terra maledetta e impura. Oserei dire… satura di cinismo meschino.
Il suo cuore respira in modo feroce, la sua anima rivive con gaudio lucente.
Eh sì, bella gente.

di Stefano Falotico

 

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