Paterson di Jim Jarmusch, recensione

Jarmusch non è solo un regista, è un artista con la a maiuscola, un sopraffino cantore del tempo. E in Paterson questo autore unico e geniale il tempo lo congela, lo dilata, lo accarezza, lo disperde meravigliosamente tra versi in sovrimpressione e dissolvenze incrociate, dando vita a irripetibili, meravigliosi istanti irrilevanti sottratti al fluire della…

 

Vizio di forma, recensione

Madonna santissima, che film enorme che è Vizio di forma. Praticamente un détournement surrealista applicato al Cinema (sembra di stare nell’inconscio di qualcuno, non scherzo), che prende il romanzo di Thomas Pynchon come un venerabile oggetto di partenza da rispettare con la massima fedeltà (in quanto a spirito di fondo, grana d’epoca, cromie), ma allo…

 

American Hustle

By Davide Stanzione American Hustle rappresenta in gran parte il compimento del climax apparentemente inarrestabile della carriera David O. Russell: dopo l’ottimo The fighter e il bello anche se smaliziatissimo Il lato positivo, ecco arrivare un film che trasporta su delle corde ancora più elevate lo stile robusto e classicissimo di un regista che parla…

 

“The Immigrant” di James Gray, review

Un film che vi diranno essere noioso e manierista ma che per me è stata un’infatuazione. L’ho visto, l’ho ripensato e digerito per paura di santificarmelo troppo e innalzarlo ben al di là dei suoi meriti e invece son giunto alla conclusione che è proprio bello: pastoso e caldo, nitido nella sua compostezza retrò ma…

 

“Il cacciatore” by Davide Stanzione

Uno di quei capi d’opera che, quando ti ci affianchi per scriverne, la penna prima ti tremola e poi viene spazzata via dall’impeto di grandezza. Il Cacciatore di Michael Cimino è quel Cinema più grande della vita e più grande di tutto, che non aveva paura del rischio e del gigantismo, del lirismo spensierato che si…

 

“La grande bellezza”, recensione

La grande bellezza è un film enorme e grandioso anche solo per la maniera suadente e meravigliosa con cui sfugge allo sguardo di chi lo guarda, proprio come una donna così avvenente da togliere il fiato ma con addosso un’aura di segretissima ritrosità. Per il modo in cui si sottrae, mellifluo e sornione, alle globali…

 

“Zero Dark Thirty”, recensione di Davide Stanzione

Forse è più comodo e agevole sparare a zero facendosi scudo con posizioni rigide e spartane, piuttosto che accettare la problematicità di uno sguardo, la schiettezza di una visione che delega gli interrogativi a chi guarda e non cerca certo le risposte nel tessuto intimo e interno delle proprie immagini. La Bigelow, nel suo ultimo film,…

 

“Holy Motors”: il fetore di morte, il barocchismo funereo. Recensione del film di Leos Carax

Giusto perché ci piacciono molto i paradossi e i cortocircuiti antinomici, nel recensire il sublime delirio di Leos Carax, Davide Stanzione ha particolarmente sottolineato certi momenti di Holy Motors anche da un punto di vista inerente la grammatica cinematografica e le sue forme. Perché c’è del metodo nella follia, come sempre. E perché Leos Carax…

 

“Il sospetto”, recensione

Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Il lupo in questione, anche se forse sarebbe meglio dire la vecchia volpe, è Thomas Vinterberg che, 14 anni dopo Festen – Festa in famiglia, torna al controverso tema della pedofilia proponendolo in forma diversa rispetto al caso cinematografico che ne decretò la fama ma non…

 

“Moonrise Kingdom”, recensione di Davide Stanzione

     L’ottavo film di Wes Anderson, presentato nei giorni scorsi in anteprima a Lucca e già film d’apertura dello scorso festival di Cannes, è un ulteriore tassello di un quadro d’autore che riscopriamo ogni volta sempre dolente e sempre originale, che non può non trovare la sua ragion d’essere nell’ostinata ma mai estenuata ripetizione…

 
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