“City by the Sea”, Review

Le ceneri dei ricordi, sopendosi ermetiche, giacciono in una coltre sospesa d’errori imperdonabili, complessi “paternalistici” che s’ereditano in geni “fuorvia(n)ti”.
La gioiosa giovinezza s’amputa e lagrima in brezze gelide vicino a una baia che proprio sta abbaiando il suo morso selvatico urlante.
Rapporti genitore-figlio divelti, indifferenza, il Male più grave ché incide di non sentire. Nessuna empatia, lontananza, ognuno per la propria strada.
Onde marine in burrascoso frangere le speranze. Ci sono ancora o è un turbinio di “circostanziato” sbaglio?
Forse sì, sbadigliasti, travolto dall’impetuosità d’impulsi autodistruttivi che non hai dominato quando dovevi calmarti…
Come il mare, è oceanica delizia la contemplazione del vuoto o, meste, le profondità dei tuoi abissi ti spaventano.
Ti divori, il livore ti succhia l’anima, guaisci e piangi da solo, spizzichi le corde d’una chitarra “muta”.
Ascolti il rumore tiepido del nero e del non senso. Rapito, incantato o per sempre negli incastri dei tuoi arrugginiti spasmi dilaniati?
Quando azzardasti, troppo ferirono. Quando liberasti l’urlo, violacei apparvero fantasmi omicidi.
Genealogie che non estirperai, DNA radicato in te, via fosca, sempre più buia.
Rimpianto od ossuta immolazione dell’issarsi finalmente in una visione che non sia demistificato tuo essere nel sembrar perennemente chi non sei mai stato?

Michael Caton-Jones e la sua voglia di ricominciare, dopo una vita che forse non lo è stata davvero, o come la si voleva.
James Franco, James Dean, eccolo a “sostituire” DiCaprio. Il padre è ancora una volta Robert De Niro.
Lì era un padre manesco, qui invece irresponsabile o semplicemente problematico, incasinato tanto da non potersi più occupare del sangue del suo sangue.

Alcune straordinarie, magiche e luminescenti riprese di New York evocano Taxi Driver. E il fotografo Karl Walter Lindenlaub sfoca le tenebre in plumbee malinconie lievi.

Film che, apposta, sbanda fra il poliziesco, il melodramma, meraviglioso racconto sui generis di formazione, sottovalutatissimo. Intrecciandosi in suggestioni di forte impatto emotivo.

Indimenticabile colonna sonora tetra, ossessiva, quel campanellino che “ronza” in riva al tramonto ci tormenta. Che fischietta del Passato, che rinasce fra le nebbie e la tragedia sfiorata.

Un film straordinario.

(Stefano Falotico)

 

 

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