BASTARDI SENZA GLORIA, recensione

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Ebbene oggi, dopo la nostra recentissima recensione di Django Unchained, c’avventureremo spericolatamente nella disamina di un’altra assai acclamata e al contempo contestata opera di Quentin Tarantino. Ovvero Bastardi senza gloria (Inglourious Basterds). Poiché, come sappiamo, i film di Tarantino dividono gli spettatori, sempre e puntualmente, inevitabilmente.

Bastardi senza gloria è un film della durata di due ore e trentatré minuti, distribuito nei cinema nell’anno 2009. Naturalmente, come sempre avviene d’altronde per lo stesso Tarantino, penna sottilissima che crea e plasma le sue storie in maniera tipicamente originale, fantasiosamente mirabolante. Per i suoi aficionado in modo fantastico, straordinariamente inventivo e creativamente innovativo, per i suoi haters in maniera antiteticamente insopportabile e non poco discutibile. Premesso ciò, Bastardi senza gloria è in effetti la pellicola di Tarantino con una delle medie recensorie, riscontrabile sul sito aggregatore metacritic.com, più relativamente basse della sua carriera. Avendo difatti ottenuto una valutazione complessiva dell’ottima eppur non del tutto eccellente percentuale del 69%.

Media naturalmente alta che però, paradossalmente, sfigura rispetto alle altre, decisamente più vertiginose, riguardanti le recensioni ottenute dai suoi film a livello planetario e soprattutto ricevute dalla Critica nordamericana.

Per la prima volta in vita sua e per il suo excursus da writer-regista, Tarantino si cimenta con un film storico, sebbene sia ascrivibile a questa categorizzazione e a tale definizione sommaria in modo molto approssimativo e poco esatto. In quanto, Bastardi senza gloria è, come tutte le pellicole di Tarantino, un intelligentissimo intruglio a base di molteplici generi e sottogeneri centrifugati e da lui rielaborati in variegate forme diegetico-(re)interpretative figlie d’una purissima contaminazione di matrice pulp e grottesca, un film cioè annettibile, in maniera generalista ed enciclopedica a questa succitata, tipologica classificazione, in verità è un film immensamente stratificato e unicamente, giustamente inclassificabile in qualsivoglia compartimento

Sintetizzeremo la trama, arzigogolata e ricolma, come appena suggeritovi, d’incredibili snodi e risvolti filmico-narrativi impossibili da catalogare, in poche righe. Speriamo esaustive, esemplari e nettamente, lapidariamente chiare: nella Francia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, un impavido e sanamente folle gruppo di scagnozzi, gaglioffi ribelli spregiudicati e paracadutisti non poco smidollati, capeggiati dallo stoico tenente Aldo Raine (Brad Pitt), nient’affatto intimoriti da Adolf Hitler (Martin Wuttke) e dai suoi terroristici, aberranti esecutori rigidissimi delle sue immonde, antisemitiche malefatte mostruose e agghiaccianti, fra cui spicca mefistofelicamente il terribile colonnello Hans Landa (Christoph Waltz), denominato in modo terrificante come il cacciatore di ebrei, tenteranno di sovvertire l’ordine malefico e glacialmente assassino istituito nefastamente dal più tristemente famoso Führer dell’umanità.

Verranno genialmente ribaltati gli eventi realmente accaduti così come noi stessi li apprendemmo e studiammo nei libri, per l’appunto, di Storia?

Hitler morì davvero in quel celeberrimo bunker? Chissà. Se non avete mai visto Bastardi senza gloria, starete a vedere, forse rimanendovi stupefatti dirimpetto, sarete al cospetto di tante inaspettate sorprese a cui assisterete forse increduli e meravigliati. Poiché dovrete fronteggiare una miriade di trovate pregne di satirico umorismo nero spiazzante e probabilmente vi troverete impreparati. Quale film avrete, insomma, a voi dinanzi?Eli Roth

Chiariamoci, innanzitutto Bastardi senza gloria è un divertissement tarantiniano dei più giocosi e burleschi. Come tale va preso e amato. Dunque, si astengano dalla visione, da ogni forma di purismo filologico severissimo, gli anti-revisionisti di natura dittatoriale delle più bellicosamente ottuse, vale a dire i fanatici dello sterile e insulso, belligerante polemizzare contro le fantasie lontane dalla realtà, dunque scevre d’ogni savia immaginazione visionaria.

Cast altisonante con l’uomo venuto dal nulla, il sorprendente Waltz, in maniera sacrosanta premiato con l’Oscar (poi bisserà con Django…) come miglior attore non protagonista, una spanna sopra tutti, un Pitt bravissimo, Eli Roth, la stupenda e fotogenica Diane Kruger, Mélanie Laurent, Mike Myers, Julie Dreyfus, Til Schweiger, Daniel Brühl e Michael Fassbender.

Fotografia superba di Robert Richardson, specialmente nell’incipit folgorante e nell’inarrivabile scena della taverna…

Perciò, a conti fatti, forse Bastardi senza gloria non è un capolavoro e qua e là pecca di alcune grosse ingenuità. Inoltre, l’utilizzo della colonna sonora, dagli echi da Cinema di Sergio Leone e morriconiani, cioè alla Ennio Morricone pre-The Hateful Eight, risulta stranamente mal sincronizzata con l’epicità che Tarantino avrebbe voluto infondervi, invece fallendo e risuonando (perdonate il gioco di parole) stonata e, rispetto al contesto in cui è stata inserita, velleitaria ed esagerata.

Nonostante questo, Bastardi senza gloria è un bel film, anzi un grande film, un filmone.

Cammei “invisibili” di Harvey Keitel e Samuel L. Jackson.

di Stefano Falotico

 

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