- 25 dicembre 2023
- No Comments
- Lynchiano Faloticante
- Jennifer Connelly, Joseph Kosinski, Miles Teller, Recensioni, Tom Cruise
- cameratismo, edonismo reaganiano, Eyes Wide Shut, Glen Powell, guerrafondaio, Hold My Hand, Jennifer Connelly, Jon Hamm, Joseph Kosinski, Lady Gaga, maschilismo, Miles Teller, Monica Barbaro, Tom Cruise, Tony Scott, Top Gun: Maverick, Val Kilmer, War
TOP GUN: MAVERICK, recensione
- 25 dicembre 2023
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- Lynchiano Faloticante
- Jennifer Connelly, Joseph Kosinski, Miles Teller, Recensioni, Tom Cruise
- cameratismo, edonismo reaganiano, Eyes Wide Shut, Glen Powell, guerrafondaio, Hold My Hand, Jennifer Connelly, Jon Hamm, Joseph Kosinski, Lady Gaga, maschilismo, Miles Teller, Monica Barbaro, Tom Cruise, Tony Scott, Top Gun: Maverick, Val Kilmer, War
Recensione dissacrante, ironica, perfino anti-ero(t)ica alla purissimo, forse non tanto, Falò scatenato.
Ebbene, perdonatemi per il tono confidenziale dell’ebbene che, secondo il galateo della buona scrittura non sta bene e non sa di bon ton, e dovete scusarmi se tale film schifai, distinguendomi, perciò, a ragion veduta, forse solo giusta, rispetto alla maggior parte della gente e a differenza della pressoché unanimità dell’intellighenzia critica, entrambe lodanti infatti inspiegabilmente tale pellicola inguardabile, osannata oltre il dovuto e ingiustificabilmente subissata di apprezzamenti sperticati, sommersa di applausi scroscianti e à gogo. Top Gun: Maverick, in verità, è un concentrato di luoghi comuni in uniforme, no, in (uni)formato mainstream per la massa becera e caciarona ove perfino le donne avvenenti giocano in battaglia, con la bottiglia in mano e la battuta fulminea a mo’ di presa pel culo che fa woman maschiaccio.
Una storia a base d’un gruppo di aviatori dell’aeronautica anale, no, aero-navale, forse portuale, con annessi e connessi cameratismi di teste di c… o coi “testicoli” e dunque simili a gigolò (non) tutti attempati, alcuni stempiati, altri con gli addominali più piatti dell’encefalogramma del teschio ambulante incarnato da Ed Harris. Qui, stronzo e al contempo idiota come non mai, probabilmente uno che ha fatto carriera da figlio di puttana, motherfucker irredento, specializzato in produzioni Jerry Bruckheimer tra un film d’autore e il suo porco di Snowpiercer. Inoltre, abbiamo una sfilata in passerella di gran passere, no, una marcia funebre di figoni omoni col surriscaldato ormone perennemente pronto all’uso, men USA e getta. Uomini in marcetta, no, tutti muscolosi col muscolo principale, fra le gambe, sempre in tiro come una divisa in ghingheri più bianca d’una arancia spermatica, uomini marcescenti dal boccale facile che però non si sciacquano mai la bocca, sognando un altro boc… ino d’una bona bambolina. Sono anche buone forchette in mezzo alle porchette. Carne di maiale vera, nuda più del prosciutto crudo! Una marcia tetrissima di zombi viventi veramente deprimenti, per voi, invece divertenti e più allegri degli ubriachi del maschilista disco-pub(e) I Monelli di Ozzano dell’Emilia, ubicato in via Fratelli Cervi, ove potrete “gustare” battute sessiste e tamarri che si credono Maverick in quanto sono “cestisti” che infilano le palle in buca come i giocatori di basket che, là vicino, nel palazzetto sportivo limitrofo, si esibiscono più dello stesso esibizionista Cruise, il quale, immediatamente, in apertura di film, ci tiene a mostrarci il suo torace scolpito. Ma torniamo ai duri in cerca di topa, no, di Top Gun… che, fra una lezione di volo e l’altra, “sborrano” di cameratismi militareschi per allentare la noia o la naja sui generis. Dei degenerati, molto debosciati con le palle, no, pelle più depilata d’una pornoattrice di Naughty America. Tracannando birra servita loro dalla bella barista ammiccante Penny Benjamin, alias Jennifer Connelly, dimagrita, un po’ sciupata ma sempre pronta… e disponibile d’occhiolino invogliante il testosterone del coglione arrapato, super allupato e del maschio che deve chiedergliela subito nel suo locale simile a Gigi il troione, non pagandole il coito ma a cui non tornano i conti, parimenti a Tom Cruise che, nell’incipit, accetta di scendere di grado, no, vede eccome di buon grado, forse gradazione sballata da occhi sgranati fuori dalle orbite, le regole della serva serve, per dirla alla Totò. Al che, dopo la porcata edonista reaganiana di Tony Scott a cui tale film è dedicato (forse resusciterà perché disonorato, oltre che defunto e sopravvalutato), Tom riuscì ad aprire le sue pupille alla Jerry Maguire, no, per Tom & Jerry, no, Jenny/Connelly, no, a convincere il suo pupillo Joseph Kosinski a dirigere quest’opus della min… hia, con in più l’altro suo leccaculo Christopher McQuarrie in cabina di volo, no, di produzione per tale nuova avventura incentrata sulle erezioni, no, sull’aviazione del capitano-comandante di vascello, di uccelli… Pete Mitchell! Questa la trama riportataci da Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Top_Gun:_Maverick
Abbiamo anche Jon Hamm che non sa, al solito, recitare ma è un bel vedere per il gentil sesso di donne più semen, no, più sceme di Olivia Wilde in Richard Jewell. Capito l’eccitazione, no, non poco allusiva citazione? Si fa notare (dagli uomini?) anche la peperina Monica Barbaro che, quest’anno, abbiamo visto, perfino seminuda, nella serie tv Fubar con Arnold Schwarzenegger, celeberrimo ex di lei, no, Conan the Barbarian.
Tom Cruise, a sessant’anni suonati, anche se le riprese, più volte interrotte a causa della pandemia Covid-19, si svolsero quando ne aveva 59, fa ancora il piacione con sguardo da… ehi tu, donna, voglio subito leccartela, levandoti la Connelly, no, la gonna. Scegli tu se preferisci un preliminare di 69 o passiamo subito a metterti a novanta. Sai, sono un uomo da eighties, sì, divenuto formoso, non solo famoso, negli ottanta. Sono stagionato eppur bellamente palestrato, son vecchio… stampo e voglio francobollarti tosto.
D’altronde, me lo posso e me la posso permettere, posso ancora non solo sognarti ma averti e, non solamente in cartolina, come si suol dire, vederti. Sono franco. Bollo? Dai, dammela, tu sei bonissima, anche io (non) schizzo, no, non scherzo.
E lei lo guarda da burina carina che fa “finta” (è frigida e simula l’orgasmo come Meg Ryan del capostipite o di Harry ti presento Sally?): – Ah, bono! Stamm’ buono! Non scaldarti troppo, più della mia… contemporaneamente bagnata alla pari del Mar Nero. Non sei un negro e forse non sei molto dotato ma chi se ne fotte. Hai però un bel faccino da culo. Ah sì, fai lo strafottente? Fottiti! No, che aspetti a fottermi? Fottiamoci e fottiamocene. Fuck the World!
Poi alza il dito medio ai cosiddetti… sfigati e, assieme al suo “uomo”, urla loro contro:
– Prendetevelo in quel posto, merdacce! Noi, sì, che abbiamo sedere. Fra l’altro, il mio Tom/Mitchell… visto che lato b risaltato dai jeans attillati? Sembra quasi grosso e sodo come il mio. Noi siamo uomini e donne da orgia di Eyes Wide Shut, mica un medichino del film stesso di Kubrick. Oppure un impiegatino alla Fantozzi! Ca… zo! Abbasso le casalinghe, no, “casalingue!”.
Attenzione, orsù e orsi, miei proci, porci e orsi, al Falò. Posso distruggervi più di come posso far saltare in aria un missile? No, tale film che non è affatto una bomba. Sexy? Eh eh.
Sono trascorsi trentasei anni dall’uscita nelle sale del primo… e oggi, mentre sto vergando tale pezzo, è Natale. Giornata buonista in cui ogni persona fake festeggia la nascita dell’uomo che morì a trentatré primavere, ah, che poveri cristi farisaici. Ah, i farisei. Anzi, i filistei. In questo periodo, peraltro, la gente “buona” gioca a tombola e riguarda il film 47 morto che parla con Totò. Rilegge alcuni passi della Bibbia e adora Sansone, oltre a Dalila(h) Di Lazzaro… alzati e cammina? No, al boomer, da sempre segreto spasimante di Dalila, falso mito erotico degli anni settanta, ancora si alza? A stento riesce a camminare, costui, sì, deambula e chiama regolarmente l’ambulanza a sirene… dell’Odissea, no, a luci rosse di pene… sue patite e continui attacchi cardiaci dinanzi alle ragazzine discinte di Instagram, no, d’acciacchi perpetui, momentaneamente curati eppur ritornanti puntualmente più lacrimosi dell’Immacolata addolorata, dai giudeo-cristiani venerata però meno di Louise Veronica Ciccone, in “arte” Madonna!
Ecco, la dovremmo finire, alle soglie del 2024, con questa finta san(t)ità (mentale o da dementi abissali?), no, con questa cazzata del Natale, festa pagana, altro che cristiana, protesa soltanto a far sì che la gente, più povera dei pastorelli di Betlemme, possa sputtanare i pochissimi soldi che ha in regali da elargire a chi è ancor meno regale di loro. Che persone perbene. Poveretti! E la propaganda promozionale ancora funziona! Cosicché, assistiamo a un Esodo, no, a un’esosa, no, penosa gente che, per tutto l’anno, si lamenta di non arrivare a fine mese ma, come per miracolo (della moltiplicazione del pane e dei pesci?), non si sa perché, secondo quale mistero di Fatima, all’improvviso trova il “money” da sputtanare, no, per festeggiare di congratulazioni, no, reciproche felicitazioni. Per di più, paga regolarmente l’abbonamento Netflix, non versione Basic (Instinct?), bensì Premium HD, ove in questi giorni, giustappunto, è stato immesso, a distanza di quasi Soldati – 365 all’alba, no, soltanto 365 giorni (sì, il 2023 non è stato bisestile, eh eh), l’idolatrato Top Gun: Maverick, da me ivi disaminato, più che altro sanamente sputtanato. La gente parla della guerra in Ucraina e considera Putin più “troia” di Juliette Binoche di Mary. Eppur combatte sol in trincea.
Di contraltare, no, d’altro canto, va morbosamente, perversamente matta per il sangue a fiotti de La passione… di Mel Gibson ma per l’eterna Malèna/Maddalena Scordia, solamente Maddalena nell’appena citato film di Gibson, pur di averla, venderebbe l’anima al diavolo di The Last Temptation of Christ!
Lady Gaga non è una prostituta, in fondo… ha una gran voce di gola profonda! Hold My Hand! Che la pace sia con te e con il tuo spirito. Scambiatevi un segno di pace. Sì, anche voi, scambisti che tradite le mogli con una birra, no, bionda parruccona, da parrocchia o con la parrucca?
La Bellucci ha la sua età ma ancora ci può stare… non è la Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare. Si può, eccome, ancora godibilissimamente scopare.
Ma torniamo al torello… Tom Cruise. Anche lui, ripeto, ha il suo perché. Ecco, perché… girare questa cagata pazzesca?
Perché Tom, ribadisco, è un uomo pasquale. Lui vuole sempre risorgere e dimostrarci che è un dio anche col lifting. La Connelly, invece, fu ed è una goddess? Adesso serve al bancone del bar, lavora di straccio e ramazza, non è affatto una stracciona, neppure una stangona ma, tutto sommato, rimane una figona! E fa la sua porca… fig(ur)a, appunto!
Ma andate tutti quanti a darlo sulla Salaria, salami e donnette in cerca del salame…
Ancora con ‘sta roba di Top Gun? In cui, anche il bravo Miles Teller ha il mustacchio e cammina come una bella statuina del presepe dei fessi che riempiono di lodi e soldi Cruise.
Morale della fav(ol)a: tutto è pene, no, bene quel che finisce bene. Tom/Mitchell se l’inchiappettò, i cattivi da fumetti vennero… inchiappettati e auguri e figli, naturalmente, maschi!
In buona sostanza, Mitchell “Maverick” è un brav’uomo, è un guerrafondaio ma se le bomba tutte. Lui, sì, che ha i coglioni… come voi.
Eppure la retorica, pomposa più delle musiche indigeste di Hans Zimmer, a loro volta più indigeribili di un Tartufone Motta, fa sempre scuola… da Full Metal Jacket?
Tom Cruise/Maverick non è un pezzo di merda. Nooo! È culturista, belloccio, gli piacciono le femminili bocce, non è mai stato bocciato e l’amore, per modo di dire, con Penny/Connelly (come direbbero a Bologna, una gran “penna”) è risbocciato. Tom, sei un lupo di mare e terra, gli uomini e le donne ti applaudono dagli Appennini alle Ande, hai lo sguardo languido e allo stesso tempo da marpione molto volpone, credi nei valori… Sei un grande, Tom! Ma vai, ma vieni, MAVERICK! Buon Natale!
Il Falò, cari Giuda che non siete altro. Il Falò, un uovo di Pasqua, no, un “uomo” vero.
Un puro, anche se si dà agli atti impuri, che vale il prezzo del biglietto. Sì, per il treno alla Destinazione Paradiso di Gianluca Grignani. E ho detto tutto. Sul vagone, a mo’ di Carlo Verdone/Pasquale Amitrano di Bianco, rosso e verdone, canterà la mitica hit immarcescibile di Claudio Villa, cioè Binario…
Triste e solitario,
Tu che portasti via col treno dell’amore
La giovinezza mia
Odo ancora lo stringere del freno
Ora vedo allontanarsi il treno
Con lei che se ne va
Binario, fredde parallele della vita
Per me è finita!
A proposito, hanno ancora bloccato i voli per Mosca? Pensavo di trasferirmi lì.
Ora, a parte le esagerazioni e i voli pindarici della mia scrittura supersonica, entriamo nel vivo, alla fine, della recensione. Joseph Kosinski recupera Val Kilmer/Ice e lo uccide di cancro prima del tempo, della serie, l’immaginazione supera la realtà. Cattiva questa. Eh già. Kilmer accettò (mal)volentieri. Così, se presto morirà, vuole essere ricordato come un eroe-“ammiraglio”. Aggiungo io, mirabile, che coraggio, ha gli attributi! Peraltro, è l’unico uomo col cancro da una vita, oramai, a non essere guarito come Michael Douglas, quest’ultimo suo “amico” che fu il primo a rendere pubblico, di gaffe incredibile, il male impietoso che colpì lui stesso e Val. Le malelingue sostennero che Douglas fu affetto dal tumore alla gola perché leccò troppe topoline. Dunque, Kilmer, famoso sciupafemmine, lo prese in quel posto, metaforicamente parlando, non davvero in quel foro “sacro”, in quanto non omosessuale passivo e anche lui amante, chissà se bilingue, di Cindy Crawford quando ancora ufficialmente stava con Richard Gere?!
Ah, resuscitate Mia Martini, morta a soli 47 anni per un tumore al seno? No, stando alla biografia, no, all’autopsia, morì d’attacco cardiaco per overdose, sì, d’infarto perché, di crepacuore causato dalla gelosia tremenda, vide sua sorella, Loredana Bertè a letto con Björn Borg, da lei cornificato a iosa, no, con una moltitudine d’uomini simili allo stesso Borg, cioè simili d’aspetto fi(si)co a Glen Powell. Uomini biondi con gli occhi azzurri e non da gomito del tennista… Ah ah. In quanto, il principe “azzurro” è l’uomo alfa che non canterà mai la canzone… Gli uomini non cambiano.
Forse io sono l’incarnazione, in senso lato, non b, del ritornello… tu, tu che sei diverso, almeno tu nell’universo e quindi non posso amare Tom Cruise poiché non sono “gaio”, non sono uno alla Tom Cruise, cazzuto, e neppure posso adorare universalmente Top Gun: Maverick poiché ho gusti differenti dagli uomini e donne alla Maria De Filippi. Tony Scott viene imitato da Kosinski in quanto ivi il direttore della fotografia è l’ex tecnico delle luci dello stesso Tony, ovverosia Claudio Miranda. Il rapporto paternalistico fra il personaggio di Cruise e quello di Teller è in zona L’ultimo boy scout – Missione: sopravvivere. In attesa del nuovo Mission: Impossible del McQuarrie, in questo Maverick, però abbiamo anche il negrone Charles Parnell, sì, capo NERO, no, NRO, di Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno. Probabilmente, Tom & Charles se lo danno nel c… lo.
La Connelly inoltre emula Madeleine Stowe di Revenge, fuori tempo massimo, pur non indossando mai la minigonna e Lewis Pullman non è di certo Kevin Costner dei tempi d’oro, ah ah. Le riprese aeree sono “fantascientifiche”, roba di un altro pianeta da Oblivion. Ma stiamo coi piedi per terra, suvvia. Stiamo parlando, comunque sia, d’un film ove, ripeto, Tom Cruise deve dimostrare di avere ancora un fisico statuario come un ragazzo di trent’anni. E dunque ha preteso di essere ripreso in spiaggia, mezzo ignudo, assieme ai suoi ragazzi spogliati in quanto è il “team leader”. Allucinante però che un film così macho e patriarcale, maschilista da vomitare, non presenti una sola scena in cui Monica Barbaro, anche lei invece presente in riva al mare nella scene della partitella di rugby, ci offra il suo bikini d’una certa topa, no, certo tipo. La Critica mondiale l’ha definito un quasi capolavoro. Il mondo sta volando molto basso, a bassissima quota. Ah, su Netflix hanno inserito un “film” sul comico “volgare” Ricky Gervais. Be’, gli assomiglio molto. Io sono camaleontico, in passato assomigliai, pensate, anche a Roberto Gervaso. Mi piacevano anche le recensioni di Mauro Gervasini. Per tutta la vita, infine, debbo esservi onesto, i ragazzi e le ragazze mi chiavavano, no, chiamavano Stefanino a mo’ di presa per il culino. Come per dirmi… sei piccolino, devi crescere. Se avessero saputo cosa pensavano di me i miei coetanei quando insieme a loro, allora, facevo la doccia ai tempi in cui giocai a Calcio, avrebbero pensato:
– Se avessi una roba così, come il Falò, fra le gambe, non mi tirerei seghe, in ogni senso, sui film.
Sono stato (s)fortunato. Le donne desiderano l’uomo alla Jon Hamm, gli uomini stupidi vogliono dunque essere Jon Hamm. Hamm è un “cazzone” che non mi (ri)guarda.
di Stefano Falotico