Hi, I am The Wolf of Wall Street!

di Stefano Falotico

The Wolf of Wall Street

Il frenetico, falotico attimo spaventoso e lupesco di travolgente lucidità “agghiacciante”

Ivi, in uno spazio-tempo altrove, celebriamo, fratelli della congrega, uno dei capolavori sorprendenti dell’anno.

Perché io amo Scorsese e lo servo, riverisco con sfacciata adempienza alla mia superbia “umile” di servitù grande quanto lui, se non superiore, essendo (pre)destinato a glorie potenti quanto Martin, nel farmi gioir esultante d’intuizioni esorbitanti, strabiliante mi condusse in tal Paese dei Balocchi, ove scorsi donne “teutoniche” dalla biondezza immane come il luppolo più prelibato della birra sborrante in Margor Robbie, “rifatta” dalla “tetta” ai piedi, eppur lo stesso, a lei (s)teso, la leccherei “(dis)onorandoglielo” di lupus in “fragolina” e ciliegia di me, lupone-volponissimo, che tutta la sua torta si mangia!

Che donna di “fabula”, e io l’affabulerei d’affamato, scodinzolando nella sua cagnolina per poi ulular orgasmico di vitale vulcanicità senza freni inibitori, “espandendolo” e spendendo con altre troie, affinché il mio wolf perda il pelo ma non il vizio d’esser stronzissimo! Altre milf!

Che DiCaprio magnifico/a in tal enorme figa(ta)! Ché da solo “sorregge” un film che talvolta sbanda, si dà lussu(ri)osamente in una fotografia vi(b)rante al giallo-oc(r)a d’un figlio di puttana storico, cioè il ritratto della mia “Gioconda”, della mia birbante “anaconda” e ora la mia vita, qui, in tutta gloria vi racconto.

Di come, educato, dal mio “tutor personale”, nel metter a frutt(et)o il mio (o)nanismo, pensai in “glande”, scopandomele tutte. Di come le “aspirai”…, dapprima rifiutato e quindi, da gran furbo e fiuto, drogandomene di “ano” in cannuccia succhiante il vero “midollo spinale” del sublime piacere più edonista.

Sì, da metafisico puro, a porco “schifoso” ché compresi quanto la vostra ipocrisia può allev(i)ar soltanto mostri a immagine e somiglianza d’un sistema falsamente conforme alle regole create (d)ai privilegi dei ricattatori ricchi.

(Ri)cotte, basta coi ricatti, bolliti, (s)bollitevi (dirim)petto in f(u)ori su mio “bollente!”.
Ardentemente, con ardimentoso fervore e ferocia tremenda, stringiamo i denti e non vi resterà niente!

Allor, levai le ancore e salpai, sì, da “esaltato” saltai, mi montai la testa e, di testicoli da toro, come quello sullo sfondo dell’incipit in “borse”… sotto agli occhi, “montante”, infilai colpi sp(r)ezzanti e infilzanti ogni vostra pecorina… fottendovi col vostro palmo di naso pinocchiesco come quel gran coglione, da du’ coglioni, dell’esattore delle tasse dell’FBI.

E me le spalmai sotto le palme di mie palle, patate e a voi palate!

“Abbronzandomelo” di (l)or(d)o!

Lo avvertii che (non) avrebbe potuto (in)castrarmi, ma non volle darmi retta e, nella sua vitarella, glielo piazzai bellamente nel retto. Sì, m’arrestò ma lui sa che, scontata che io ebbi la pena, ancor “giullare” me ne freg(h)erò di “pene” alla facciaccia sua da uomo “onesto” che, sull’autobus, rimpiangerà… d’avermi voluto sfidare, pigliandolo in culo ben lesto!

Che momenti, miei dementi!

Di quando credettero tutti che avessi mollato, fu una recita pazzesca!

Da “folle” qual sono nato clown della (s)cena. Gnam gnam!

Sì, già, tutti disperati con la lacrimuccia a darmi della femminuccia. Ammetto che ho un aspetto da effeminato ma questo mio uomo, ambiguo e (stra)fottente, è un beffardo efebico fetente che se la (ar)ride sotto i baffetti, nonostante la rasatura “impiegatizia” da piegato a novanta e invece frustante voi, frustati che mi reggete il “giogo”.

Siamo a Sodoma, somari, e McConaughey me lo sussurrò nell’orecchio, da “anoressico” (s)pompato.

Miei imbroglioni che, auto-ingannandovi, pen(s)ando che la ricchezza interiore possa salvarvi, spos(s)ati, dal “porcellino” che, nella vostra coscienza finta al “salvadanaio” e al “profilattico”, paraculi, vi preserverà dallo scannamento, siete soltanto, io vi dico, macell(a)i della fin(zion)e incarnata.

Siete alieni? No, siete (dis)umani e, come tali, non m’ingannate! Vi scanno.

Finitela con le canne! Siate sinceri ed eroi(na)!

Guardatevi allo specchio e scagliate la prima pietra.

A te (mis)credente, già (s)cremato, invero ateo, che ogni domenica vai a messa, preghi da “dimesso” e poi sbirci sotto la gonna del chierichetto, sognando di (o)metterglielo!

Non far l’ometto, sei un guardone pervertito pedofilo, almeno recita il rosario del tuo “Pater Noster!”.

Sii coerente col tuo libera nos a malo. Altrimenti, ti taglio la mano!

E non ti “masturberai” più!

Ecco, cretinetti, cosa succede a non dire la verità!

Succede che io vi/ti punisco!

E sbatto al freddo e in “cella!”.

Forza, mie (an)celle, datemi ancor più “botte”.

Che immane tortura!

Ma mi piace da morire!

Che (ver)gogna!?

Togliti la gonnella! E dondola!

Guarda questo grasso che (de)col(l)a!

 

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