The Lion King

di Stefano Falotico

The Lion King

Imprese sovrumane, cioè editare un libro è più complicato del dirigere o “montare” un film, e non sono un montato ma rimango additato, sebbene sia un falotico factotum!

Ebbene, amici e (ne)mici, cagnacci, cagne, lupi, volpi, uomini dello zoo oppure studiosi entomologi, paleontologi, trogloditi, “clave” di “chiave”, oscurantisti da cinture di castità medioevali, chirurghi, plastici o non, donne di plastica o “rifatte” da un “gorilla” glabro, (s)posate a un “architetto” dei “peli” della “luce rossa”, “vengo” io… “lampeggiante” con questa mia… nuova opera sia a incupirvi come le scimmie più tristi della giungla metropolitana, quelle… che rimangono con la “banana” in bocca nel (traf)fico d’india(no) da Un giorno di ordinaria follia, sia a intenerirvi come Jane quando lecca Tarzan e fa un po’ la Cita, slacciandogli il “leopard(at)o” di sesso-“sasso” leonino nell’esser dom(in)ata dalla cintola in giù con tanto di l(i)ane della sua “pian(t)a rampicante” su grappoli d’uva del frutto dell’amor prelibato, poi a cul’… (s)turata per l’erba del vicino ch’è sempre più verde. Sì, un’animalesca drogata.

Meglio me, scrittore di razz(i)a, creatura unica e rara, anelata anche dai più regrediti cacciatori della mia purezza “mineraria”, essendo una mente d’oro di min(ier)a vulcanica, amato dalle donne ignude ed “esplosive”, più “umide” da “trivellare”, e parimenti odiato a morte dai dementi “rappresentanti” sia le lor (s)c(i)ocche “in car(rier)a” che la lor noce bacata di cocco. Ecco la “cer(nier)a”. Selezione (in)naturale di “ceretta” alle vostre gambe e di mio cervo favolista alla Bambi in “cerbiatte” da me scelte di gustosa cernita.

Sì, però nessuna m’inanella, perché sono un single free, ma vogliono “impal(m)armi” i “golosi” gelosi primitivi, essendo io l’invidiatissimo anello di (congi)unzione alla loro ottusità da “pal(l)e” a mio (di)letto roteante in prese per il culo spaziali. Questi sono coglioni… incredibili, ambiscono a fartele… girare e, puntualmente, vengon ficcati nel posteriore da un’altra bandiera d’avamposto mio superiore in lor vuoti, (ir)riempibili, uh, quanta bile che c(r)ol(l)a, c(r)ani “craterici” su mio scatenato “scriteriato” in stellare creatività a lor orbita nerissima negli strapazzati occhi annichiliti, abbattuti, distrutti, spappolati, (esterre)fatti, strabuzzati d’allibito ancor (non) “prenderlo” sul/dal personale, imbattibilissimo volar alto, circumnavigante la lor storica, epocale inculata “bestiale”.

Eh sì, cari animali, io sono un trascendente animistico e vi sto disarmando in an(s)imata produzione (proli)fica più della tua fighetta già da un altro spolpata…

Ora, vado a bermi un altro succ(hiott)o alla faccia vostra, uomini che vorreste combinarmi una frittata e invece vi ritrovaste sia coi cervelli fritti che con gli “uccelli” da me serenamente, di sereno mio (non) variabile, “precipita(n)ti” da rane della mia pun(i)zione biblica. Ah, che pesca! Miei orsi, ecco il salmo(ne) che ha mangiato i vostri squal(lid)i.

Gnam gnam, dai, donna, dammi un po(mpel)mo, Adamo vuole la mela di Eva succinta, mai in cinta, sii s(tr)uggente, sì, sì, sì, ancora…, e ti sarà ruggito col serpente di giubbotto nella “botta” piena e moglie tua frust(r)ata dal moralismo (f)rigido, essendo io il Diavolo che la “ubriaca” e tu, (s)fottuto, rimani (in)castrato. Ma quali crist(ianesim)i!? Basta coi crisantemi!

Ah ah!

Ma “veniamo” a noi, donne! Uomini, non “venite” alle mani! Vi restan le seghe, non potete disboscarmelo, però. Ma sol, senza Sole, “inalberarvi” perché io so’ fusto che frust(r)a “tagliente” il vostro fis(i)co a pera.

Ed è mio purè di patate, miei bolliti!

Ebbene, ogni volta che pubblico, miei pubi, c’è da “incazzarsi”. È un lavoro “duro” ma qualcuno deve “fartelo”…

Ecco qui, creato ad hoc, il mio nuovo capolavoro! Voglio il Nobel ma anche l’or(t)o.

Partorito in circa una settimana mia metafi(si)ca, generato contro ogni stolto degenerato, qui presento “La pallida ipocondria della Luna”. Attualmente, mie amazzoni, soltanto in Kindle-Amazon. Prestissimo, anche in cartaceo ed eBook of the Jungle da Rudyard Kipling…

Eh sì, in molti vollero ammazzarmi, che stronzi, ammazza…, ma stramazzarono perché il mio leone non si è addormentato… Sarete cornuti e mazz(i)ati!

Allora, di buone ore, miei cor(t)i, cattivi buo(n)i, figli di Annibale, tutti con me…

Auimbaue Auimbaue Auimbaue!

Be’, per essere the lion king, comunque, non è facile.

Scrivi un altro libro, parte l’editing… Ecco il (re)fuso di “testa”, salta la virgola, tre puntini di sospensione non “accorciati”, una dilatazione regressiva, togli quel “pezzo di merda”, stona, metti l’accento, intona la f(r)ase calante, ora “spingi” interruzione di pagina, cazzo, è un libro da pollice su ma, minchia, manca l’indice digitale. I numeri romani fanno più romantico, l’incipit è aulico, la prima parte però è aleatoria. Sarà stampato “opaco” o “lucidamente plastificato?”. Uhm, quel tipo di carta è per topi da biblioteca. Tipi “igienici”. Di saliva, sfoglian le pagine nei loro “ang(i)oletti” mentre mangiano un toscano “cant(ucci)o”, e quindi provocano ali di “orecchie” ai pol(l)i.

Comunque, l’HTML è a posto? Qui c’è un’a senz’acca. Errore, orrore, che fai, cacchio? Mangiati un cac(a)o. Nell’habitat Mobi(le), si vede bene? Vai a capo(tavola), l’e-Pub è ora perfetto da “bionde”, sei b(i)rillo, goditela… nell’interlinea… Bologna-Roma per presentarlo al Papa, attento però al “tunnel” vicino alla complanare, è un (r)accordo an(ul)are che potrebbe costarti caro di p(r)ezzo in tal gola profonda… Eh sì, “viene” (a) troppo, mie tope, abbassiamolo…, alziamo invece di un Euro?

Sì, la mia (ta)riffa lievita.

Contro di me, avete sba(di)gliato tutto, che gaffe!

Pensavate che fossi Garfield?

Evviva i graffi delle giraffe!

 

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