Alcune volte, nella vita, mi son identificato in Russell Crowe, l’eroe de “Noah” a(l)tri, che ci salverà dall’estinzione, in quanto alto Gladiator e Master

di Stefano Falotico

Crowe Gladiator

Ora, prima di questo mio “conte”-racconto e vostro far male contro di me i “conti”, miei (macella)tori alla “romana”, guardate questa clip.

Un filmato che ci dimostra quanto i “sacri” mostri sian uomini normali.

Hilary Swank annuncia la cinquina dei candidati agli Oscar e poi pronuncia il nome del vincitore…

Cinque combattenti, Javier Bardem, il poeta dell’urlo della libertà in Prima che sia notte, un film polemico e bello come un classico poema, Tom Hanks in Castaway, la storia di uomo a cui la vita fa un brutto scherzo, Ed Harris in Pollock, la storia di un artista (ri)dotto come un “Poll(icin)o” perché la società è (p)orca e gli fa un bel “quadretto” nell’anima, Geoffrey Rush in Quills, la storia di De Sade, uno talmente puro che poi degenera nel suo “invertito” come r(e)azione alla verginità fottuta, e il nostro Gladiator…

Sebbene Il gladiatore sia stato un immediato successone mondiale, Russell non era il favorito alla Notte degli Oscar. Gli allibratori avevan “puntato” sul terzo Oscar per Hanks.

Infatti, quando viene annunciato il suo nome, a Russell prende un mezzo infarto, come si suol dire…

 

Prefazione porcella(na)… alla Peter Pan, dopo il cucinotto e i bacetti, le donne te lo tagliano di “uncinetto

Vogliamo prenderla… “larga?”. Mah, a me sembra una donna lardosa, l’“alla(r)gasse” qualchedun altro, io son uomo che si dà le arie, quindi, cari “tromboni”, non è “buco” che mi compete. Non mangio mai la maialina se non è f(r)itta da patatina davvero succulenta col mio “salame” sempre più “salato”. Chiaro, miei cotti allo spiedo, miei porci da “piedini?”. Sì e, se mi darai dell’impotente, beccati un peto e pure la (ri)petizione ché ti denuncerò per aver minato la mia purezza.

Ho altre isol(an)e da esplorare, mi defloreranno e mi verrà… la batterica flora. Che fiotto in gola profonda, mia flotta! Le donne son da mal di mar, te lo mordon’ ma son “amari” oppur sanno amare? Appena piaci a qualcuna e le offri la “schiuma” della “birra”, ti manda a fan… bagno. Fidatevi, la mia prima (ra)gazza (ladra?) tanto mi odiava tanto mi “oliava”. Da cui gli uccelli delle Galápagos. Che, dopo aver fatto loro il “la(r)go”, v(i)olano ancora per altre scopate a terra e scappatelle. Ancora e altre ancore!

Mi ricordo, molti an(n)i fa, che ero a casa sua e stavo per i cazzi miei sul cesso…

Una cagata micidiale… sorbitevela! Ecco, dopo aver evacuato sul water, a causa degli spaghetti alle vongole di codesta gallinella sempre a mio (d)est(o) e anche a destra, a manca, su e giù, volli “spurgarmi” di più, anzi depurarmi del “tutto”, sciacquandomelo sotto le gocce della doccia. Ah, quella maledetta sciacquetta, era di buon “purè” ma pure “lavativa”, infatti dovevo, sempre io, i piatti lavar’. Prima, da cagnolina, me la faceva leccare, trattandomi come una “briciola”, quindi dopo l’esplosione “vulcanica” e la “fumata lavica”, esigeva le pulizie con tanto di (det)ergente. “Spruzzate” bollenti a non (s)finire per colpa di quella “schizzata”. Mesceva sempre male il “rubin(ett)o”. Sì, questa mi riduceva alla frutta, poi voleva il caffè e mi dava il “dolce” di (bis)cotto nella sua prugnetta dopo avermi “assorbito” come carta igienica, e qui torniamo alla stronza(ta). Sì, prima ero per lei un boxer, scodinzolante in lupa ululante su comandarmi da “pastore tedesco” (in)castrato di polpette nelle “scarpette” da zoccola-zotica e suo spolparmelo, appunto di pru(gn)a, con lo “zucchero” a “velo” in “poppa” di solidi pompelmi, va (am)“messo”, poi m’obbligava a “grattarmele” nel box con la spugnetta.

Insomma, una che sapeva “farci”, non mi lamento nonostante me le “spappolasse”.

Fe(l)ci! Non una di queste suore da messa(line). Sapeva (e)metterlo in culo… come po(r)che mai voi vedrete. La vostra vita sarà solo un’inculata di “messi” a novanta, cari (im)piegati. Non sboccerete mai, io invece son sboccato e vi boccio. Sì, in quanto disoccupato, ho la licenza di licenziare chi mi piace. Non linciatemi, le gonne slacciate e “allacciatevelo” al tram, detta posizione del cagnone con la “rabbia” nel far “trenino” di “botte” al popò. Eh eh, finitela, ipocrite! Vi “chinate” per il Papa e anche per il “papà”. Va scollato, invece rimane attaccato al pal(i)o del suo cavallo, miei ippopotami, ben “impomatato” in quelle coi calli, in “petting” di (l)acca, e pure “didietro” le veneziane… nell’atmosfera calda e caliginosa. Bisogna “intervenire”, “fare” qualcosa…, mie (c)a(cc)h(e).

E che cazzo! Buttatemi… un ca(s)co, (s)montiamo un caso, cascamorti e gatte morte. Datemi del Ca(sa)nova e vi farò “nuove”. Che pennello, che pene, che scultoree di pelo. Detesto il 69 ma, a letto, son un ottovolante. Per dirla alla Totò, son un “ottomano”.

Se non la capisci, fa bene in testa a pisciarti.

Insomma, arriviamo alla poesia…

Stamattina, mi son svegliato con una forza portentosa e ho subito scritto questo pezzo da pazzo, che regalo a voi, miei da puzze, in quanto io son immenso e ogni perla ai porci dispenso. Eppur ci pen(s)o.

Odio la pornografia che impazza oggi come se fosse una cosa “normale”. Invece, la reputo lesiva dei nostri pudori e delle nostre purezze, non è moralismo, è presa di coscienza di un mondo degenerato ad alto tasso di porcile.

Al che, quando il mio umore, scannato da tal casino di massa urlante, si fa malinconicamente dondolante, afferro il putrido vostro senso del pudore a me (il)leso, in quanto incarno fulgido, per antonomasia, il maudit puro più entusiasmante, e mi metto in viaggio, in tante praterie sconfinate mie mentali e a maestrocomandante dell’anima mia liberissima che, superando lo stantio luogo comune limitante, si libra alta in mille e più emozionali avventure circumnaviganti.

Suonando dolcemente il violino, m’involo mozartiano, immergendomi abissale nell’elevata, schiumosa musica notturna delle strade di Madrid.

In quanto io sono il padrone del mio destino, io sono un delfino, io sono Moby Dick, la balena bianca che nessun Achab, capitano monco e vigliacco, può mettere nel sacco.

Mi spiace per la vostra vita triste e non mondiale, io sono giustamente il più folle e non merito questa starnazzante, strangolante foll(i)a che mi sta sinceramente sul cazzo.

“Sentite” condoglianze e buona caccia ai salm(on)i, miei moralistici orsi, io son la stella più splendida, l’Orsa Polare.

Sono riemerso come Atlantide, io sono il più grande, più vasto del Pacifico e continuo freneticamente a navigar fluttuante e mai calmo…

Se vi sto antipatico, non posso farvi nulla se non regalarvi il mio “tesoro” e il mio infinito mappamondo interiore.

Buona (navig)azione inculante, questo è il mio Paradiso perduto… strafottente.

Io sono scalpitante!

 

Finiamola (ac)qua

Voglio un “affogato”. Affogatemi! Io incarno la mer(da) per sua eccellenza di sto par de palle!

Donna, devi (t)remare!

 

Lascia un commento

Home Another bullshit night in suck city Alcune volte, nella vita, mi son identificato in Russell Crowe, l’eroe de “Noah” a(l)tri, che ci salverà dall’estinzione, in quanto alto Gladiator e Master
credit