Distretto 13, brigate della morte e la teoria dell’assedio psichico

06 - Distretto 13

Vani son i nostri sforzi e l’insita forza che ci pervade, sempre saremo (d)elusi dall’uomo “(au)reo” con le sue “ricche” frottole, dell’uomo con in bocca la frittella e l’uccello “frizzantino” che ci tedierà con le sue immonde, inevitabili però, blateranti richieste. Pretenderà da noi che ci omologhiamo al comune, meccanico ammorbamento della medietà più bieca, (in)f(i)erendo. Protervo, ci sgriderà ma sol aumenterà la nostra viscerale, incurabile ira, l’urlo “sereno” del nostro giammai impigrirci alle sue sciocche vanità, peccaminoso sarà di ricatti e “ricotta”, desideroso che alle sue “matte” voglie noi c’ammattiamo, (s)colpirà nel plagio del volerci modellare a suo volere stupido e torpido. Turbando le nostre sane “perturbazioni”, il nostro innato spirito guerriero che mai dorme, né mai si doma, noi, che al(a)ti volteggiamo e, celestiali, alle brutalità assortite del triste mondo (in)fau(s)to non c’assoggettiamo, no, non c’annichileranno alla loro ricerca del “felice”, ricattatorio “or(t)o”, non c’illuderanno, ingraziandoci con magre consolazioni grassoccie, non ci sfiancheranno dalla rocciosa autorevolezza della nostra, vivaddio grandiosa, bellezza di poesia parsimoniosa. C’assilleranno per far sì che, distrutti da tal grave incupirci con ingannevole concupiscenza, ci rendiamo arrendevoli.

No, noi denigriamo tal imposta(ta) “normalità” da (impos)tori. Ribellandoci sinché il fremito della carne si mescolerà ribaldo e giovane al metafisico mai adattarci dei vecchiacci. No, no alle cremosità delle lor cer(tezz)e bestiali, di tavole luculliane imbandite, noi saremo i b(l)anditi!

Allorché, allo scoccar della mezzanotte buia e vividissima, languidi, come spettri di un’altra dimensione, (s)coperti in vol(t)o d’angelo, pioveremo sopra le lor cas(s)e da già morti. Imperituri, “pericolosi”, mille facce aggressive delle lor facc(iat)e (s)porche. Imbratteremo i lor muri omertosi, le loro “dinamiche” socialmente “vive”, nel dar luce al colorirci d’arcobaleni che davvero, pulsanti, inietta(n)ti di sangue e bri(vid)i, brillano e brillino come giocosi birilli, saremo noi a burlarli, saremo grulli e bulli, spaventandoli perpetuamente con le nostre terrorizzanti apparizioni “sbullonanti”.

Questo, fratelli, non è “terrorismo”, ma combattimento per i nostri già lesi (di)ritti.

Parola di Cristo!

A whitehot night of hate!

 

di Stefano Falotico

 

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