“Kickboxer”, Review

 

Kickboxer

La vendetta scricchiola torreggiante nei calci dalla maestria poderosa, vigoria del volo d’angelo, impresso a pelle maculata del campione

I film “di” Van Damme sono il suo con-tatto.
Evocano momenti indimenticabili della prima fase adolescenziale, d’un piacere inafferrabile  a mio estrapolare quell’attimo e gioirlo sugli allenamenti sincronizzati al Tempo mai eroso, di mio imbattibile, ché valico i suoi striati colori e picchio “intonachi” violenti da pilastro in guerra scagliata. Lucida, devastante, una furia che non s’arresta dinanzi a nulla e soprattutto che non puoi domare neanche con cento chili di tritolo per “imbavagliarlo” d’imbevuto veleno in pancia. Quando il tuo fegato, colpito a muso duro, ripetutamente reagisce e non attenua il morso, non sol di strisci ti straccio. Funambolo in volteggianti velocità, in dinamiche talmente sparate a raffica che spezza la schiena di qualsiasi mostro che tenta di frenarlo. Ti trovi di fronte un animale col Cuore “impietrito” nell’avorio, anni e anni di spaziale palestra, di sangue nel vino dell’ermetico nuotar a pelo oceanico della pelle.
La squamo, la divello, la stritolo, l’angoscio, l’erotizzo erculea in acuminate marzialità estranee a qualsivoglia coercizione. E lì divento “pericoloso”. Ché se non lo uccidi subito, ogni subdola trappola “strategica” torna come un boomerang. Ti stringe il viso a bloccar le arterie della giugulare, schizzi addolorato nella sofferenza patita e “risarcita” con secche, lapidarie schegge.
Io amo la poesia, l’altezza nobiliare d’una regione “sacrale” tutta mia. Ascesi! Ti son sceso? E questo invece ti fa salir il gridolino? Ecco come te le sbatto io. E la memoria si spalma d’ebbrezza. Si dilania in forza. E quella forza non la reprimi, non la potrai mai più castigare, scultoreo il di marmo corpo è lussuria dell’asma, di ciò che hai trattenuto, della merda ingerita e dell’erezione meno mansueta alle fottute maniere dei tuoi ricatti del cazzo, bastardo schifoso.
Ti consiglio di mollare subito perché quando m’arrabbio solo Cristo può punirmi.
Ma non c’è Cristo che tenga. Anche perché io sono Dio, e decido io cosa è bene e cosa è Male. Chi mi è figlio e chi di puttana non è degno di me.
Male è questo. Vi narro una storia.
Sono figlio di una famiglia liberale che ha sempre appoggiato tutte le mie scelte “controcorrente”, d’uno che guida a mano sinistra su “sganasciar” l’uccello se mi tira masturbante a buco di cu(cu)lo in mbidestro.
Ma gente ignorante volle, vuoi l’ignoranza e vuoi che non vollero capire, imbragarmi nelle assedianti, tediose regolucce d’una borghesia fetida, ammaestrante, che non rispetta la bizzarria del mio Van Damme issato alla vendetta double impact con intanto una biondissima Alonna Shaw che cavalco a ringhio “dolce” quanto un demonio nello stato brado del suo Lucifero più lucido. Stronzo davvero, cazzo, dovreste vederlo quando lo infila e, a brum brum, fotte di brutto. Se c’aggiungi del burro, la miscela detonante è intonata dentro la sua sua in brodo di giuggiole.
Sì, son un testa… dardo e darle. Stai zitto se no ne prendi tante.
Ti sto “testicolando”, giusto un assaggino, come dicono nella Big America? Taste di guilty pleasure. Se sei cattivo, io accentuo la tua crudeltà e te la pianto a gola.
Attento a non urlare! Ora, sei terrorizzato? In allarme? Drin, non ci sarà nessun gong caro Tong-Po psicotico che trattavi i “torsi” altrui a limonate stupranti.
Se sei stupido, aspettati il mio “Pongo”. Forse non una pugnetta come credevi.
Una bella scarica di pugnacci. Ma molto tosti, mia “vittoriosa” testolina. Adesso, piangi? Mi sembra tardi, coccodrillino. Non dire che hai smarrito il mandrillo?
Doveva essere un’amichevole esibizione benefica, l’hai scambiata per Auschwitz.
Caro thailandese ariano con i “grilletti” facili e rescissori, ecco la prima mascella deragliata.
Ops, è arrivata la bottarella? Non è una semplice toccata e fuga. Stai perdendo qualcosina… anche i denti, il cranio ti sto frantumando!
Guarda che vado avanti, adesso il pubblico è dalla mia. C’è anche mio fratello che tu volevi umiliare a vita, e spera calorosamente che il tuo culetto s’appaierà presto al tuo cazzino.
Ecco un altro cazzottone. Azz’, ti ho fatto la bua? Cosa volevi? Un po’ di Nutella come la tua palpatina “smaltante” a quella sciocchina che, d’unghie smaltate, s’infoia cretinissima se non la gratti con della “glassa?” galante, mio elegantone? Che classe! Ma questa è una pancia che fa al caso mio.
Ecco un’altra galattica torsione del braccio. Non ti preoccupare. C’è il traumatologico qua vicino. Qualche “punturina”, mio drogato esaltato, di sutura e qualche fasciatura.
Posso spingermi oltre? Spinge questo pugno? Nooo? E allora devi caricarmi con la “spintina”. Ah, tu sei uno da vallette spintarelle. Qua, per te, nessuna “aspirina”. Troione, caval di Troia ti son entrato.
Aspirerai la porcata sin al midollo spinale.

Stammi bene, finché puoi.
Che c’entra questo “delirio” col film? Io mi faccio i film, mi pitto il “neo”, mi credo De Niro, no? E allora una bella scorpacciata di filmacci. Mi va e tu non proibisci più nulla, panzone. Anzi, son io che ti do ripetizioni. Come si suol dire e dare, abbuffati criminale. Però, dovevi prevedere un animale!
Sì, aspettati, il “batuffolo” di cotone. Poco idrofilo ma molto spaccaossa.
Ciao…
Senza stellette, inclassificabile, comportamento “scorretto”.
Me ne fotto, e gliene do cinque. Con lode. Mi ordini alla “calma” ma io non sono che canta col caffè una “Carmela, Carmela…”.

Beccati questa “camomilla” e stai calmino.
Altrimenti, altro ventre spappolato.

Chiaro?

Tale è “laurea” in “Ingegneria edile” con “filosofia” a Oxford dello spaccarti, su visione “prospettica” da orso geometra, il tuo buonismo da “intellettuale” ipocrita.

Ti pare una stronzata? No, è giustizia che è una cosa diversa.

Sono un tartaro. Vengo da una tradizione che se le lega al dito.
Non angustiarti. Tu sarai attaccato al palo.
E preso per le palle.

(Stefano Falotico)

 

 

Lascia un commento

credit